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Gli studi: incubazione di
un genio
1 novembre 2000
Chi è stato
uno dei precursori della teoria del neurone?
Lo scopritore della psicoanalisi: il Dott. Sigmund Freud.
Ebbene, quando nel 1876
venne ammesso come allievo ricercatore nellIstituto di Fisiologia
di Vienna iniziò uno studio al microscopio dellistologia
delle cellule nervose e partendo dalla scoperta di Reissner di
grosse cellule su un genere di pesci appartenenti ai ciclostomi
primitivi, Freud stabilì: ...Non sono altro che cellule
gangliari, che nei vertebrati inferiori, in cui la migrazione
del tubo neurale dellembrione verso la periferia non è
completa, rimangono allinterno del midollo spinale. Queste
cellule sparse segnano il cammino che le cellule dei gangli spinali
hanno compiuto nella loro evoluzione.1
Tali ipotesi trovarono conferma nei riassunti della letteratura
russa dello Stieda, che Freud poté visionare grazie ad
un articolo originale che il professor Stieda gli inviò
perché potesse venire a conoscenza del lavoro di Kutschin.
La soluzione del problema delle cellule di Reissner fu un trionfo
di osservazione precisa e dinterpretazione genetica, poiché
impose agli scienziati dellepoca linusuale convinzione
dellunità evolutiva di tutti gli organismi. Freud
mise in luce anche la continuità genetica tra le cellule
bipolari e le cellule unipolari, scoperta che contribuì
ad evidenziare la colleganza che le cellule del sistema nervoso
degli animali inferiori hanno con quelle degli animali superiori,
superando il dualismo fino ad allora unanimemente accettato. Questo
lavoro e la successiva ricerca che consistette in una attenta
osservazione delle cellule nervose del gambero, portarono Freud
ad intuire che le cellule e le fibre nervose formano ununità
morfologica e funzionale che fu poi chiamata neurone.
I risultati di queste ricerche furono possibili grazie a due perfezionamenti
tecnici che Freud escogitò: il primo riguardava una miscela
che distrugge il tessuto connettivo e permette la visione del
sistema nervoso e dei nervi periferici, il secondo riguardava
la colorazione al cloruro doro per il tessuto nervoso.
Unopera di rara genialità che affonda le sue radici
nellinfanzia del grande scienziato viennese. Freud nacque
in Moravia il 6 maggio 1856, ed al momento della nascita era già
zio poiché il padre aveva avuto dal precedente matrimonio
due figli, uno dei quali lo aveva reso nonno. Questo nipote fu
un compagno di giochi molto importante, e la separazione che si
verificò fu molto dolorosa per Freud. Infatti, quando dovettero
lasciare il paese natio per la crisi economica che colpì
gli imprenditori tessili, compreso il padre di Freud, ma soprattutto
per la spinta antisemita dei Cecoslovacchi, la famiglia di Freud
decise di fermarsi a Vienna, mentre il fratellastro Emanuel si
trasferì in Inghilterra.
La madre fu una donna molto presente e risoluta, e quando il giovane
Freud cominciò a porsi il problema della morte, a sei anni
circa, ella gli disse che gli uomini polvere sono e polvere
ritorneranno e, notando il disappunto del figlio, stropicciò
le sue mani per poi mostrargli i detriti di epidermide raccolti.
Il piccolo Sigmund Iniziò gli studi da autodidatta seguito
prima dalla madre e poi dal padre, mostrando un enorme talento;
venne inserito successivamente nelle scuole elementari per conseguire
a diciassette anni il diploma con la menzione summa cum
laude.
Freud si iscrisse allUniversità di Vienna nel 1873
al corso di laurea in medicina. Questa scelta non fu affatto facile
poiché, in realtà, egli non nutriva un sincero interesse
per questo tipo di professione tanto che prese in considerazione
la possibilità di intraprendere gli studi in giurisprudenza.
La scelta finale lo vide appunto studente in medicina, ma non
trascurò di seguire indirizzi abbastanza anomali come corsi
di zoologia o seminari di filosofia, senza però trascurare
quello di fisiologia.
Conseguì il diploma di laurea il 31 marzo 1881: avrebbe
voluto proseguire i suoi studi come ricercatore, ma, non disponendo
di una buona posizione finanziaria, decise di iscriversi allOspedale
Generale di Vienna. Iniziò la pratica professionale in
un reparto di chirurgia dove rimase per soli due mesi; lavorò
successivamente in quello di medicina interna per poi approdare
nel 1883 nella Clinica Psichiatrica di Meynert.
Freud ambiva ad un posto di assistente presso il reparto di neurologia
che avrebbero dovuto affidare a Meynert, cosa che non si concretizzò
mai.
Lavorò in un reparto di dermatologia finché gli
venne offerta una supplenza presso una clinica privata in psichiatria..
Nel 1885 lasciò per sempre lOspedale Generale dopo
aver praticato per tre anni ed un mese, ed avendo vinto una borsa
di studio che concedeva il Ministero ai laureati, decise di recarsi
a Parigi per studiare presso la Salpêtrière ove insegnava
Charcot.
Prima di lasciare Parigi, Freud espose a Charcot le basi di un
progetto di ricerca che prevedeva un confronto tra le paralisi
isteriche e quelle organiche. Intendeva dimostrare che nellisteria
la paralisi e le anestesie si ripartiscono nelle singole parti
del corpo in base alla rappresentazione comune che gli uomini
hanno del proprio corpo, ma semplicemente in base alla rappresentazione
anatomica 2,
ma solo sette anni dopo pubblicò un lavoro in lingua francese,
di approfondimento sullargomento.
Da Parigi Freud si recò a Berlino per acquisire alcune
conoscenze sui disturbi generali dellinfanzia ed ottenne,
rientrando a Vienna,un posto di primario presso un istituto privato,
nella sezione neurologica dellOspedale civile per bambini,
incarico che Freud occupò per alcuni anni.
3
Qui si dedicò ad uno studio clinico sulla emianopsia nella
prima infanzia, quindi ad una monografia sulla paralisi celebrale
unilaterale nei bambini (compilata in collaborazione con Rie)
e due anni più tardi ad una monografia sulle diplegie cerebrali.
Queste ricerche gli procurarono un enorme consenso che lo lasciarono
però indifferente: nella lettera che scriverà a
Wilhelm Fliess nel 1894 si pronuncerà al riguardo come
segue:...Mi trovo qui abbastanza isolato con la spiegazione
delle nevrosi. Mi considerano pressappoco come un monomane, mentre
io avverto la chiara sensazione di aver sfiorato uno dei grandi
segreti della natura. Cè qualcosa di comico nella
divergenza che esiste fra la valutazione che ciascuno dà
del suo lavoro intellettuale e quella che ne fanno gli altri.
Guarda, per esempio,questo libro sulle diplegie, che ho messo
insieme quasi per sfida, con un minimo di interesse e fatica.
Ebbene, ha avuto un successo strepitoso. I critici ne parlano
molto bene, e gli apprezzamenti dei francesi in particolare sono
carichi di elogi. Proprio oggi mi è capitato in mano un
libro di Raymond, il successore di Charcot, che riproduce addirittura
il mio lavoro nel capitolo relativo, naturalmente facendone onorevole
menzione.... 4
Per concludere illustrerò brevemente gli studi che Freud
effettuò sulle proprietà fisiologiche della cocaina.
Tali studi furono prima indirizzati sulle proprietà anestetiche
della cocaina nelle malattie oculari e poi nei casi di malattie
cardiache e di esaurimento nervoso, in special modo come farmaco
sostituto della morfina. Freud decise di somministrare tale sostanza
al suo amico Dottor Fleischl, che per lenire dei dolori nevralgici
aveva fatto uso di morfina, restandone dipendente. Le condizioni
dellamico dopo circa una settimana peggiorarono enormemente.
Dopo qualche tempo Freud dovette ammettere che luso continuato
della cocaina poteva portare ad un delirium tremens molto simile
a quello prodotto dallalcool. Ebbe per contro miglior successo
nel campo della oftalmologia. Freud, avendone precocemente intuito
le possibili applicazioni, suggerì al suo amico oculista
dottor Leopold Königstei di accertare le eventuali proprietà
anestetiche della cocaina sullocchio umano. Fu, però,
unaltro dei suoi amici, Carl Koller, al quale anche aveva
esposto il medesimo argomento, a presentare al Congresso di oculistica
di Heidelberg i risultati di esperimenti sullocchio degli
animali che dimostarono lefficacia della cocaina come anestetico
locale.
E con la lealtà scientifica che gli era propria, Freud,
pur avendo per primo ipotizzato tali specifiche applicazioni cliniche,
riconobbe nella sua Autobiografia la paternità della scoperta
a Koller, che aveva effettuato per primo la necessaria sperimentazione.
© Rossana Ceccarelli
NOTE:
1
- Vita e opere di Freud, Ernest Jones, il Saggiatore, Milano,1962.
back
2
- Freud Opere, Vol. 10, Boringhieri, Torino, 1981, pag. 81. back
3
- Ernst Kris, Introduzione alla prima edizione delle Lettere a
Wilhelm Fliess 1887-1904, Le origini della psicoanalisi, Edizione
Boringhieri, Torino, 1961. back
E' questa una notizia che poche fonti biografiche citano ma che
fa capire come Freud conoscesse profondamentamente la psicologia
infantile: alla luce di questa considerazione tutte le polemiche
revisioniste sorte sull'ipotesi puramente speculativa della psicosessualità
infantile risultano prive di senso.
4
- Sigmund Freud, Lettere a Wilhelm Fliess 1887-1904, Edizione
Boringhieri, Torino, 1986. back
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