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Allievi, dissensi e disillusioni
18 settembre 2002
Attraverso il seguente contributo
mi ripropongo di trattare quelli che definirei i contrasti più
significativi che Freud ebbe con tre dei suoi più stretti
collaboratori: Adler, Stekel e Jung.
Al momento della costituzione delle altre Società psicoanalitiche,
come ricorderete, Freud tentò una mediazione per placare
il dissappunto dei viennesi che non condividevano le decisioni
prese dal Maestro in merito agli incarichi affidati agli psicoanalisti
svizzeri. Il tentativo si concretizzò nellautunno
del 1910 attribuendo ad Adler e a Stekel la responsabilità
dello Zentralblatt, di recente fondazione, ed offrendo
ad Adler la presidenza della Società viennese. Il risultato
fu però di breve durata, poiché Adler cominciò
a prendere sempre più le distanze dalle teorizzazioni di
Freud. Egli infatti diede vita a quella che definì psicologia
dellIo, che escludeva dalla sua osservazione il concetto
di rimozione, di sessualità infantile e di inconscio, non
ritenendo tra laltro necessario esplicitare come i processi
inconsci influenzino lIo.
Freud discusse a lungo le idee di Adler, al contrario di altri
membri della Società che furono più violenti nelle
loro critiche. Adler espose la sua teoria nelle serate del 4 gennaio
e del 1 febbraio 1911, con la prima relazione dal titolo
Alcuni problemi di psicoanalisi e la seconda La protesta
virile come problema centrale della nevrosi. Altre due serate,
quelle del 8 e del 22 febbraio, furono invece dedicate alla discussione
del caso, che vide toni molto accesi. Lo stesso Freud non risparmiò
le sue critiche anche perché di fronte allaffermazione
di Adler che lEdipo fosse pura invenzione, fu chiaramente
improponibile qualsiasi forma di riconciliazione.
Dopo
la riunione del 22 febbraio, si svolse una riunione del comitato,
durante la quale Adler e Stekel rassegnarono le dimissioni dalle
loro rispettive cariche di presidente e vice-presidente. Durante
una riunione straordinaria tenutasi il 1 marzo e presieduta da
Hitschmann, fu chiesto a Freud di accettare di nuovo la presidenza:
egli divenne vice-presidente e Sachs lo sostituì nel ruolo
di bibliotecario. Fu poi accolta all' unanimità una mozione
con la quale si ringraziavano Adler e Stekel per i loro passati
servigi pregandoli di continuare a far parte della Società.
Adler vi rimase ancora per qualche tempo ma poi prese parte ad
unultima riunione, quella del 24 maggio, dove Freud gli
suggerì di dimettersi dal suo posto di redattore dello
Zentralblatt, cosa che infine Adler accettò,
non prima di aver tentato di dettare condizioni attraverso il
suo legale.
Adler comunque sfruttò la situazione fondando un gruppo
dal nome Società di Libera Psicoanalisi, e
quando un paio di anni più tardi venne invitato a tenere
delle conferenze in America da Stanley Hall, Freud commentò
affermando: Lo scopo dellinvito è presumibilmente
quello di salvare il mondo dalla sessualità e di avviarlo
invece allaggressività. 1
Per quanto riguarda Stekel, ciò che determinò la
frattura con la Società fu in sostanza il suo atteggiamento
di mancanza di senso critico rispetto alle proprie affermazioni
e il carente spirito di approfondimento scientifico; egli infatti
dichiarava sovente: Io sono qui per fare scoperte: sta agli
altri provarle, se lo desiderano. 2
Nella primavera del 1911 pubblicò un libro sui sogni che
Freud trovò ...mortificante per noi, malgrado i nuovi
contributi che apporta, Ferenczi lo definì umiliante
e disonesto. 3
Stekel ottenne comunque un notevole successo con il suo materiale
sul simbolismo tanto da indurlo a credere di potersi misurare
con Freud. Nella riunione del 6 novembre furono annunciate le
dimissioni di Stekel dalla Società di Vienna, in più
lo Zentralblatt venne abbandonato nelle mani di Stekel
e da allora fu così poco richiesto da scomparire dopo circa
un anno. Al suo posto venne redatto la Internationale Zeitschrift
für Psychoanalyse, i cui responsabili furono Ferenczi,
Rank e Jones.
La rottura con Jung rivestì unimportanza maggiore
sia dal punto di vista personale che da quello scientifico. Nel
1912 Freud cominciò a prendere atto del fatto che Jung
cominciava a muoversi verso altre direzioni; egli in passato si
era appassionato agli studi archeologici e fin dal 1898 si era
interessato di occultismo, ma nel 1910 e ancor più nel
1911 cominciò a trascurare i compiti di presidente che
gli erano stati assegnati. Quando pubblicò il suo famoso
saggio I simboli della libido che in seguito divenne
un libro, risultò esplicita la divergenza dalle teorie
di Freud, poiché il concetto di libido divenne per Jung
lespressione di una tensione generale.
Lanno decisivo per la separazione fu il 1912, e tre episodi
contraddistinsero levento. Il primo fu la visita che Freud
fece a Binswanger, a Kreuzlingen presso Costanza, ed alla quale
non si unì Jung . Lepisodio successivo riguardò
le conferenze che Jung tenne a New York attraverso le quali mostrò
una posizione dopposizione alle teorie di Freud. Il loro
terzo incontro avvenne a Monaco poiché Jung convocò
una riunione per definire formalmente il progetto di abbandonare
lo Zentralblatt a Stekel e fondare al suo posto un
nuovo periodico; fu in questa occasione che Freud offrì
a Jung lopportunità di giustificare la sua assenza
presso Kreuzlingen. Sulle prime Jung accampò delle scuse
ma infine si mostrò mortificato tanto da riconoscere i
difficili aspetti del suo carattere. Rientrando a Zurigo esternò
a Freud, con una lettera, la sua volontà a voler cambiare,
ma quando Freud espresse le sue perplessità sul complesso
di incesto attribuendogli un aspetto di artificiosità,
come aveva fatto precedentemente nei confronti della teoria di
Adler, i loro rapporti si deteriorarono sempre più, tanto
che, quando Freud annunciò a Ferenczi lavvenuta rottura
con Jung, scrisse: Penso che non vi siano più speranze
di raddrizzare gli errori di quelli di Zurigo, e credo che tra
due e tre anni ci muoveremo in direzioni completamente diverse,
senza nessuna comprensione reciproca... Il modo migliore di difendersi
da ogni amarezza è quello di non aspettarsi nulla, o meglio
di aspettarsi il peggio: Glielo raccomando. Seguiremo il nostro
destino continuando a lavorare senza curarci del chiasso, come
lorefice di Efeso. 4
Il risultato di questi accadimenti fece maturare in Jones la necessità
di formare un piccolo gruppo di analisti fidati con i quali fosse
possibile un confronto sui temi psicoanalitici, che avesse però
come presupposto la riservatezza.
La risposta di Freud allintendimento di Jones, si evince
da una lettera dai toni entusiastici: La Sua idea di un
consiglio segreto composto dai nostri uomini migliori e più
fidati, il quale si occupi dellulteriore sviluppo della
psicoanalisi e difenda la causa contro persone ed eventi quando
io non ci sarò più, si è impadronita della
mia mente... So che in questo concetto cè un elemento
infantile e forse romantico, ma forse lo si può adattare
ad affrontare la realtà. Darò libero sfogo alla
fantasia, lasciando a Lei la parte del censore.
Scommetto che vivrei e morrei più facilmente se sapessi
che esiste unassociazione che vigila sulla mia creazione.
Prima di tutto questo comitato dovrebbe essere strettamente segreto,
sia per quanto riguarda la sua esistenza, che le sue azioni. Potrebbe
essere composto da Lei, Ferenczi e Rank, cioè da coloro
che hanno dato vita allidea. Sachs, nel quale ho unillimitata
fiducia, malgrado che lo conosca da poco, ed Abraham, potrebbero
essere ammessi in un secondo tempo, ma solo a condizione che voi
tre acconsentiate. Quanto a me, sarebbe meglio che mi teneste
alloscuro delle vostre clausole e dei vostri impegni: per
sicurezza conserverò il massimo segreto e vi sarò
grato di tutto ciò che vorrete comunicarmi. Non mi lascerò
sfuggire neanche una parola della faccenda con Ferenczi, finché
Lei non mi avrà risposto. Qualsiasi cosa accada in avvenire,
le future vedette del movimento psicoanalitico potranno uscire
da questo ristretto ma scelto gruppo di uomini, dei quali sono
ancora pronto a fidarmi nonostante le mie ultime disillusioni
in fatto di persone. Questo progetto potrebbe essere un altro
motivo della mia venuta a Londra. 5
Ferenczi, Otto Rank, Sachs ed Abraham furono daccordo, e
il 25 maggio 1913 Freud festeggiò lavvenimento regalando
ad ognuno di loro un antico cammeo greco della sua collezione
che ognuno fece montare in un anello doro. Il Comitato proseguì
nel suo cammino per circa dieci anni, ma poi a causa di difficoltà
interne e per le vicissitudini della vita dei vari membri, tale
tentativo ebbe fine.
© Rossana Ceccarelli
Note:
1
Ernest Jones, Vita e opere di Freud, 2. Gli anni della maturità
1901-1919, il Saggiatore, Milano, 1962.
2
Ernest Jones, op.ct.
3
Ernest Jones, op.ct.
4
Ernest Jones, op. ct.
5
Ernest Jones, op.ct.
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