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Il caso Spielrein e ledificazione
freudiana del concetto di transfert e controtransfert
13 febbraio 2003
Ho trovato particolarmente interessante
riprendere in esame il carteggio intercorso tra Freud e Jung a
proposito della relazione analitica ed umana che vide come protagonisti
Jung, in qualità di psichiatra presso la clinica Burghölzli
di Zurigo, e Sabina Spielrein degente della stessa dal 17 agosto
1904 al 1 giugno 1905, poiché ravvedo, in quella vicenda,
una delle linee di demarcazione invalicabili tra la scienza di
Freud e la futura psicologia analitica di Jung.
Sabina Spielrein nasce nel 1885 a Rostov sul Don da una ricca
famiglia ebrea, il padre è un commerciante mentre la madre,
casalinga, aveva ricevuto unistruzione a livello universitario.
Sabina è la primogenita di altri quattro fratelli e dopo
la morte di una sorella rimarrà lunica figlia femmina.
Da bambina, verso il terzo e il quarto anno di vita, cominciò
a trattenere le feci a tal punto che, servendosi del calcagno
per occludere lano, impediva la defecazione anche per due
settimane. Il suo mondo era connotato prevalentemente dalla funzione
anale: a tavola per esempio non riusciva a non immaginare i presenti
impegnati nellatto della defecazione. Successivamente nei
confronti del padre sviluppò unintensa attrazione
sessuale che si manifestava alla vista delle mani del genitore.
La situazione mostrò un peggioramento con il trascorrere
del tempo: infatti verso i diciotto anni non riuscì più
a sostenere il confronto, anzi lo sguardo con nessuno. Con il
peso di questi gravi problemi psichici, Sabina riuscì ugualmente
a frequentare con profitto un liceo femminile. Conseguita la maturità
i genitori decisero di condurla a Zurigo perché potesse
intraprendere gli studi di medicina e perché potesse essere
curata. Jung seguirà la ragazza presso la clinica di Zurigo
ed in una lettera a Freud si esprimerà sul caso come segue:
Burghölzli-Zurigo,
23 ottobre 1906
Stimatissimo professore,
mi permetto di spedirLe, con la stessa posta, un nuovo plico a
parte che contiene altre ricerche in tema di psicoanalisi...Devo
abreagire su di Lei unesperienza recente, a rischio di annoiarLa.
Sto applicando attualmente il Suo metodo alla cura di unisteria.
E un caso difficile: una studentessa russa ventenne, ammalata
da sei anni. Primo trauma: verso il terzo-quarto anno di vita.
La bimba vede il padre che percuote sul sedere nudo il fratello
maggiore. Forte impressione. In seguito è costretta a pensare
di aver defecato sulla mano del padre. Dal quarto al settimo anno
continui tentativi di defecare sui propri piedi, compiuti nel
modo seguente: si siede per terra tenendo un piede ripiegato sotto
il corpo, preme il calcagno contro lano e cerca di defecare
e, al tempo stesso, di impedire la defecazione. In questo modo
frena più volte levacuazione anche per due intere
settimane! Non so come sia arrivata a questa storia stranissima;
si trattava, così pare, di un fatto di carattere assolutamente
pulsionale, accompagnato da una deliziosa sensazione di orrore.
In seguito questo fenomeno è stato sostituito da una masturbazione
intensa.
Le sarei estremamente grato se volesse comunicarmi in poche parole
la Sua opinione su questa storia.
Con stima deferente
Suo devotissimo
C. G. Jung 1
Successivamente Jung, durante il
1° Congresso Internazionale di Psichiatria e Neurologia del
1907, nella sua relazione riferirà del caso in questione
come di isteria psicotica.
Dimessa dalla clinica psichiatrica Sabina Spielrein venne seguita
privatamente da Jung. Il 28 Aprile del 1905 la Spielrein si iscrisse
alla Facoltà di medicina di Zurigo dove conseguì
la laurea nel maggio del 1911, presentando un lavoro, preparato
con Jung, dal titolo Il contenuto psicologico di un caso
di schizofrenia e pubblicato nel 1911 sullo Jahrbuch. I
suoi lavori più importanti furono quelli dedicati allinterpretazione
della schizofrenia e quello sullistinto di morte.
Il 25 novembre del 1911 alla presenza di Freud, Federn, Rank,
Sachs, Stekel ed altri professionisti, relazionerà proprio
sullistinto di morte. La reazione degli astanti non fu di
approvazione; lo stesso Freud solo diciotto anni dopo quella conferenza
poté scrivere: Ricordo come io stesso rifuggii allidea
di una pulsione distruttiva quando emerse per la prima volta nella
letteratura psicoanalitica e quanto tempo ci volle prima che fossi
disposto ad ammetterla. 2
Il coinvolgimento emotivo di Jung nei confronti di Sabina Spielrein
avverrà nel 1908 e comincerà ad affievolirsi nel
1909 per divenire negli anni che seguiranno di tipo prettamente
professionale. E evidente che Jung si trovò nellimpossibilità
di poter dipanare il contenuto affettivo presente nella relazione
tra lanalista e il cliente che si ottiene con lelaborazione
analitica del controtransfert, ossia con lanalisi della
riattivazione inconscia dei vissuti utero-infantili che riprendono
vita nella relazione analitica.
Daltra parte, in quegli anni, coloro che sarebbero divenuti
i maggiori ricercatori scientifici della scienza psicologica,
erano impegnati nella costruzione e nella rielaborazione della
metodica psicoanalitica, e, aspetto non di poco conto, dovettero
difendersi dagli attacchi feroci del mondo accademico.
Quello che più mi sconcerta
oggi, a più di novantanni dagli avvenimenti, è
prendere atto di affermazioni, purtroppo frequenti, anche nei
professionisti del settore, che fanno riferimento alla possibilità
di attivare, creare, manipolare
il transfert, legate ad una inadeguata valutazione del fenomeno.
Ricordo che durante un incontro in casa Fanti, a Couvet, l'ideatore
del metodo micropsicoanalitico, mi chiese cosa fosse il transfert
in ragione del fatto che mi accingevo a preparare un lavoro sullargomento.
Le mie risposte, seppur corrette, non menzionarono laspetto
più importante: che fosse un processo inconscio. Mi sembra
quindi che il nocciolo della questione rispetto alla corretta
comprensione del transfert e del controtransfert, sia appunto
da ricondurre alla mancanza di presa datto, durante unanalisi
personale accurata, dellaspetto inconscio di tali fenomeni.
Non a caso lo stesso Freud sottolineerà limportanza
di effettuare un lavoro psicoanalitico personale nel momento in
cui si intende esercitare la professione.
Tornando alla nostra vicenda, la situazione cominciò a
precipitare nel momento in cui Jung decise di prendere le dovute
distanze dalla Spielrein, che cominciò a fantasticare di
poter avere un figlio da Jung a coronamento della sua profonda
passione. Riporterò delle lettere che descrivono le difficoltà
che emergono quando ci si trova invischiati in situazioni altamente
coinvolgenti, alimentate da spinte pulsionali dovute alla riattivazione
inconscia, dunque non controllabile, di nuclei conflittuali.
Credo che sarà di conforto a tanti giovani professionisti
ricordare come anche coloro che sarebbero entrati a far parte
della storia della scienza psicologica avessero affrontato, nel
corso della loro esperienza professionale, momenti di grande tensione
e difficoltà.
Burghölzli-Zurigo, 7 marzo 1909
Caro Professore,
il suo telegramma odierno mi ha provocato non poca agitazione.
...attualmente sono terribilmente perseguitato da un complesso:
una paziente che anni fa ho strappato con estrema dedizione a
una gravissima nevrosi ha deluso la mia fiducia e la mia amicizia
nel modo più offensivo che si possa immaginare. Mi ha provocato
uno scandalo unicamente perché ho rinunciato al piacere
di darle un figlio. Mi sono sempre comportato come un gentiluomo
con lei, ma non mi sento limpido di fronte alla mia coscienza
un po' troppo sensibile, e questo mi fa soffrire più di
ogni altra cosa, perché le mie intenzioni sono sempre state
oneste... Queste esperienze dolorose eppure quanto mai salutari
hanno scatenato linferno in me, ma proprio perciò
mi hanno assicurato, spero, qualità morali il cui possesso
sarà di estrema utilità per la la vita futura...
dal Suo devotissimo
Jung
9 marzo 1909
Vienna,
IX Bergasse 19
Caro amico,
molte grazie per il telegramma...Anche a me è arrivata
notizia di quella paziente che Le ha insegnato la gratitudine
nevrotica dellamante disprezzata. Muthmann durante una visita,
parlò di una certa dama che si era presentata a lui come
la Sua amante; egli commentava che, se Lei era riuscito davvero
a conservarsi tanta libertà, la faccenda lo impressionava.
Ma eravamo ambedue concordi nel supporre che le cose stessero
altrimenti e non si potessero spiegare senza tener conto delle
nevrosi di chi ce le aveva raccontate. Essere calunniato e rimanere
scottati dallamore con cui operiamo, sono questi i pericoli
del nostro lavoro, a causa dei quali però non abbandoneremo
certo la professione...
Cordialmente Suo
Freud
4
giugno 1909
Im Feld, Küsnach-Zurigo
Caro Professore,
... La Spielrein è la stessa persona della quale Le ho
scritto. Il suo caso è stato pubblicato in forma abbreviata
nella mia relazione di Amsterdam di beata memoria. E stato
il mio caso psicoanalitico da manuale per così
dire, ragion per cui ho conservato per lei una particolare gratitudine
e affezione. Poiché sapevo per esperienza che sarebbe ricaduta
subito se le avessi rifiutato la mia assistenza, il rapporto sè
trascinato per anni, e io ho finito col ritenermi quasi moralmente
impegnato a concederle anche il seguito la mia amicizia, fino
al momento in cui vidi che questo metteva in moto una rotella
imprevista, e perciò alla fine ho troncato. Essa aveva
naturalmente programmato di sedurmi, cosa che io consideravo inopportuna.
Ora sta maturando la sua vendetta. Recentemente ha sparso la voce
che entro poco tempo divorzierò da mia moglie e sposerò
una certa studentessa, cosa che ha suscitato una certa agitazione
presso alcuni mie colleghi. Non so cosa abbia in mente ora: niente
di buono a quanto presumo. Penso che voglia abusare di Lei coinvolgendoLa
in un tentativo di mediazione....
Suo
Jung
7
giugno 1909
Vienna, IX Bergasse 19
Caro amico,
poiché so che Lei è personalmente interessato alla
questione Spielrein, Le scrivo ancora in proposito...Dopo il telegramma
ho dunque scritto una lettera alla Spielrein, in cui facevo lingenuo,
come se avessi da giudicare lofferta di una seguace troppo
entusiasta. ma dicevo di non potere assumermi la responsabilità
di un suo viaggio, dato che si trattava di una cosa così
interessante per me; daltra parte, aggiungevo di non sapere
che cosa la spingesse a fare questo sacrificio; e perciò
la pregavo di comunicarmi prima di tutto per lettera di che genere
fosse la questione. Non è ancora giunta risposta. esperienze
del genere, sebbene dolorose, sono necessarie e difficilmente
ci si può sottrarre da esse. Solo dopo averle vissute si
conoscono la vita e ciò con cui si ha a che fare. Quanto
a me, non ci sono cascato del tutto, ma alcune volte mi ci sono
trovato assai vicino e ho avuto a narrow escape. Io credo che
soltanto le dure necessità in mezzo alle quali il mio lavoro
si è svolto e i dieci anni di ritardo rispetto a Lei, prima
che giungessi alla psicoanalisi, mi hanno preservato da esperienze
analoghe. Ma non fa nulla. Ci si fa in tal modo la necessaria
pelle dura, si domina la controtraslazione in cui
ci si viene a trovare ogni volta, e si impara a spostare i propri
affetti e a piazzarli in modo opportuno. E a blessing in
disguise...
Suo Freud
Certamente sorprendente è
la terminologia utilizzata da entrambi, che rivela il percorso
delle due figure eminenti della scienza psicologica. Mentre Jung
parla di una rotella imprevista , dunque sottolinea
il carattere di sorpresa legato alla fenomenologia che si è
dispiegata sotto i suoi occhi, Freud, che non a caso, poco dopo,
nel 1912, pubblicherà La dinamica del transfert,
scrivendo tutto lessenziale sullargomento, mostra
di conoscere già le profonde dinamiche che si agitano nella
relazione analitica: ... si domina la controtraslazione
in cui si viene a trovare ogni volta, e si impara a spostare i
propri affetti e a piazzarli in modo opportuno .
Bisogna anche riflettere sul fatto che Sabina Spielrein, prima
diagnosticata affetta da isteria psicotica da Jung,
solo successivamente giudicata una nevrotica, doveva sicuramente
essere una paziente molto grave, oggi probabilmente inquadrata
nel novero delle patologie border-line, dunque capaci di evocare
terribili prove per un analista non sufficientemente navigato.
Non dobbiamo dimenticare, infatti, che in quei meravigliosi anni,
Freud ed i suoi collaboratori edificavano, sulla loro pelle (e,
ovviamente, su quella dei loro pazienti) in modo non dissimile
da quello con cui si edifica il divenire della scienza medica,
la psicoanalisi, le sue regole, il suo armamentario clinico ed
operatorio.
A questo si aggiunga che i cosiddetti training analitici a cui
i primi analisti si sottoponevano corrispondono ad una parte infinitesimale
di quella che le Scuole attuali di estrazione freudiana richiedono:
se potessimo fare un paragone forse un po pittoresco Freud
e Collaboratori erano come i navigatori di epoche antiche che,
affrontando tempeste e mondi sconosciuti, scoprirono pian piano
sestanti e regole di navigazione.
Particolarmente apprezzabile , a
questo riguardo, mi sembra la scelta fatta dalla Società
Internazionale di Micropsicoanalisi di non attribuire alle analisi
dei futuri analisti alcuno statuto particolare: chi vuole fare
il micropsicoanalista farà innanzitutto un'analisi personale
che non differisce in nulla da quella di un qualsiasi paziente.
Solo al termine di questa potrà richiedere una formazione
didattica.
Va rimarcata anche la saggezza di
Freud che fa riferimento alla giovane età di Jung come
fattore determinante nelle difficoltà di comprensione della
natura contro-transferale degli eventi. Daltra parte, è
risaputo come autori di punta della psicologia analitica contemporanea
continuino a contestare apertamente la natura di resistenza del
fenomeno transferale: è proprio vero che lesperienza
non insegna nulla!
Vale forse la pena di sottolineare da ultimo che non è
certo la comprensione razionale e linquadramento clinico
del caso che decide le sorti di unanalisi, bensì
il lavoro profondo che il futuro analista ha svolto durante anni
sul lettino per conseguire la dissoluzione e la conoscenza dei
suoi conflitti utero-infantili.
Per tornare al destino di Sabina Spielrein ricorderò che
nel 1923, con il beneplacito di Freud, entrerà a far parte
della società psicoanalitica russa. Insegnò poi,
dopo il suo ritorno a Rostov sul Don, in una università
distrutta in parte dalla guerra. Di lei si troverà il suo
nome nella lista degli psicoanalisti nel 1937.
© Rossana Ceccarelli
1
Lettere tra Freud e Jung, 1974, Edizione Boringhieri,
Torino.
2
Diario di una segreta simmetria , Aldo Carotenuto,
1980, Casa Editrice Astrolabio-Ubaldini Editore, Roma.
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