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L'incontro con Breuer
20 gennaio 2001
Josef Breuer era non soltanto
un noto medico di Vienna, ma anche uno scienziato di considerevole
levatura. Nel maggio del 1894, fu nominato Membro Corrispondente
dellAccademia Viennese delle Scienze su proposta di uomini
di fama internazionale come: Sigmund Exner, Hering e Ernst Mach.
Freud e Breuer, si conobbero allIstituto di Fisiologia poco
prima del 1880 e da quellincontro scaturì una profonda
amicizia basata sulla condivisione di comuni interessi, Freud
scriverà: Egli divenne il mio amico e soccorritore
nelle difficili circostanze in cui mi trovavo. Prendemmo labitudine
di dibattere fra di noi tutti i nostri interessi scientifici,
ed in questo rapporto chi ci guadagnava ero naturalmente io.
1
Dal dicembre 1880 al giugno 1882, Breuer seguì quello che
era stato riconosciuto come un tipico caso di isteria: riguardava
la signorina Anna O (Berta Pappenheim). La donna giunse allosservazione
di Breuer quando aveva ventun anni poiché, in coincidenza
con la morte del padre, cominciò a manifestare una serie
di sintomi molto invalidanti: paralisi di tre arti, disturbi gravi
e complessi della vista e del linguaggio, impossibilità
a nutrirsi ed una tosse nervosa molto fastidiosa. Altro aspetto
interessante era il manifestarsi di una doppia personalità
che vedeva la paziente passare da una fase di autoipnosi ad una
in cui si mostrava lucida e psichicamente normale. Fu proprio
durante una visita del dottor Breuer che Anna cominciò
a raccontare gli spiacevoli fenomeni a cui andava soggetta.
Cominciando a verificare la scomparsa dei sintomi dopo ogni incontro,
pensò di chiamare il procedimento cura della conversazione
o spazzacamino. Breuer a sua volta attribuì
a tale metodo il nome di catarsi.
La gestione del caso cominciò a rendersi difficile per
Breuer quando iniziò a manifestarsi quello che , solo successivamente,
verrà denominato da Freud transfert.
Limpossibilità di dare una spiegazione scientifica
a quello che si stava determinando nel rapporto con la paziente
indusse Breuer a decidere di non occuparsi più del caso.
La donna, nellapprendere la decisione, mise in scena una
situazione di parto isterico,in cui si trovava a gestire le doglie
di una gravidanza transferale , frutto di un rapporto fantasmatico
con Breuer in cui veniva realizzato in fantasia il desiderio inconscio
di un figlio incestuoso, cioè del padre.
Sebbene profondamente scosso, Breuer tentò di calmare la
paziente ipnotizzandola, riuscendo a determinare nella donna una
presa di coscienza dellaccaduto che le consentì di
recuperare un adeguato rapporto con la realtà. Freud fu
molto attratto dal famoso caso di Anna O., tanto da discuterne
dettagliatamente con lamico, avvalendosi per altro dell'insegnamento
di Charcot che aveva introdotto alcune ipotesi patogenetiche innovative
rispetto allisterismo.
A quel tempo, listerismo era considerato una manifestazione
più o meno simulatoria che il medico non avrebbe dovuto
trattare se non limitandosi a consigliare delle abluzioni
del clitoride , o altre tecniche di massaggio.
Grazie a Charcot listeria venne trattata come una malattia
dello psichismo. Come conseguenza nacque lesigenza di formulare
una precisa diagnosi perché si potesse dimostrare come
molte affezioni, diversamente etichettate, fossero in realtà
di natura isterica.
Il maggior merito di Charcot fu quello di aver provato come per
mezzo dellipnosi si potessero determinare in alcuni soggetti
sintomi isterici quali paralisi, tremori, anestesie etc., identici
a quelli presentati dai pazienti isterici. La conclusione inevitabile
di tale punto di vista portò a formulare lipotesi
che i sintomi isterici avessero unorigine psicogena. Rientrando
a Vienna dopo aver seguito le famose lezioni di Charcot a Parigi,
Freud cercò di introdurre codeste rivoluzionarie idee nellambiente
medico che frequentava.
Le critiche non mancarono , soprattutto da parte di Meynert che
divenne il suo più accanito oppositore.
Il 15 ottobre 1886, Freud lesse alla Società di Psichiatria,
presieduta da Von Bamberger, la sua comunicazione sullisterismo,
dove riassumeva la classificazione sui sintomi isterici che Charcot
aveva messo a punto, e dove sosteneva che non esistesse alcun
rapporto tra la malattia e gli organi genitali e nessuna differenziazione
fra maschi e femmine.
Freud espose inoltre, facendo riferimento allipotesi psicogena
della sindrome isterica descritta da Charcot su certi casi postraumatici,
il caso di un uomo da lui osservato alla Salpêtrière
, affetto da isterismo traumatico insorto dopo una caduta da una
impalcatura. La risposta dei colleghi non fu certo quella che
Freud si augurava.
Raccogliendo la sfida lanciatagli da Meynert di dimostrare le
sue affermazioni con un caso disterismo maschile con i tipici
sintomi descritti da Charcot, Freud pubblicò il lavoro:
Osservazione di una profonda emianestesia in un isterico,
facendolo precedere dallottimistica intestazione: Contributi
allo studio clinico dellisterismo. N 1. Purtroppo
a tale articolo , che faceva presagire uno sviluppo ulteriore,
non seguì alcuna pubblicazione immediata. Freud ottenne
la più amara ed essenziale soddisfazione dallo stesso Meynert
che, in punto di morte, gli confessò di essere stato egli
stesso affetto da isterismo maschile, patologia che era riuscito
a celare con grande maestria.
Intanto Freud cominciò a rendersi conto di non riuscire
talvolta ad indurre lipnosi nei pazienti, oppure di non
farlo in modo sufficientemente profondo per i suoi scopi. Nellestate
1889 si recò con una sua paziente isterica molto intelligente
e di buona famiglia a Nancy, dove propose al noto dottor Bernheim
di indurre lo stato ipnotico nella donna; il tentativo però
non sortì effetti diversi da quelli che lo stesso Freud
aveva ottenuto.
Con il trascorrere del tempo Freud non si sentì più
soddisfatto dei risultati conseguiti attraverso lipnosi.
Il suo pensiero è riassunto nella frase: Né
il medico né il paziente possono tollerare allinfinito
la contraddizione fra la negazione del disturbo sotto suggestione
e linevitabile riconoscimento di esso fuori dalla suggestione
. 2
Il passaggio dal metodo catartico a quello della libera
associazione era ormai maturo .
Non è certamente facile definire una data precisa per la
scoperta delle libere associazioni ; Jones indica
gli anni tra il 1892 e il 1895 come quelli più fecondi.
Freud aveva colto che il successo terapeutico dipendeva dalla
relazione tra il medico e il paziente e che lipnosi non
faceva altro che nascondere due importanti fenomeni: quello della
resistenza e quello del transfert. Il caso che Freud volle seguire
senza avvalersi dellipnosi fu quello di Elizabeth von R.
Il metodo che egli adottò fu quello di chiedere alla paziente
di distendersi sul divano ad occhi chiusi, di concentrare la sua
attenzione su un sintomo tentando di richiamare qualunque ricordo
potesse chiarire lorigine di esso. Soleva anche porre la
sua mano sulla fronte della donna quando erano in atto delle resistenze.
Il primo passo verso lenunciazione del metodo delle libere
associazioni fu sollecitato dalle parole della paziente Elisabeth
von R., che durante il trattamento affermò: Avrei
potuto dirglielo al primo tentativo, ma pensavo che non fosse
quello che Lei voleva. 3
Questa esperienza portò Freud a ritenere importante informare
i pazienti sullopportunità di ignorare qualunque
censura e di esprimere ogni pensiero anche se ritenuto irrilevante.
Il procedimento cominciò successivamente ad essere più
libero da sollecitazioni da parte del medico, come pure venne
meno lesigenza di porre la mano sulla fronte dei pazienti;
ciò che rimase del metodo originario fu la posizione sdraiata
del paziente sul divano. A sostegno di tale esigenza Freud scriverà
a Fliess una lettera il 7 luglio 1897 dove afferma: ...Da
alcuni giorni mi sembra che qualcosa stia per emergere dalloscurità.
Noto che nel frattempo ho fatto ogni sorta di progressi nel mio
lavoro e, di quando in quando, ho cominciato ad avere nuove idee...
La tecnica incomincia a preferire un determinato metodo come più
naturale. 4
.
Il termine psicoanalitico fu usato per la prima
volta in un lavoro pubblicato in francese il 30 marzo 1896, mentre
in tedesco lo si trova il 15 maggio 1896. A poco a poco Freud
si rese conto che i ricordi più significativi riguardavano
le esperienze sessuali .
Nel 1896 scriverà: Tengo solo a notare che almeno
da parte mia non esisteva nessuna opinione preconcetta che mi
portasse ad isolare il fattore sessuale nell'eziologia dellisterismo.
I due ricercatori sotto i quali avevo cominciato come allievo
in questo campo, Charcot e Breuer, non credevano assolutamente
in tale presupposto, anzi avevano nei suoi riguardi una personale
sfiducia che inizialmente condivisi;
5
. Riuscì comunque ad assicurarsi la collaborazione di Breuer
per la pubblicazione, nel 1893, sul Neurlogisches Centralblatt
, di un lavoro dal titolo Il meccanismo psichico dei
fenomeni isterici .
La cooperazione cessò nellestate del 1894, in seguito
alla riluttanza di Breuer a seguire Freud nel suo approfondimento
della vita sessuale dei suoi pazienti. Il reperimento di materiale
di tipo sessuale era emerso dallosservazione che Freud aveva
effettuato sulla frequenza di esperienze sessuali nellanalisi
dei sintomi isterici. In più si chiese che incidenza avesse
nelle altre forme di nevrosi che a quel tempo erano confusamente
riunite sotto il termine di nevrastenia . Come risultato
delle sue osservazioni egli trovò che si trovavano fattori
eziologici sessuali differenti in ciascuna delle due condizioni.
Nella nevrastenia cera una inadeguata possibilità
di scarico della tensione sessuale, dovuta per lo più ad
una certa dose di autoerotismo, mentre nella nevrosi dangoscia
mancava qualunque possibilità di scarico per smaltire una
dose eccessiva di eccitazione sessuale. Il dottor Loewenfeld,
di Monaco, che aveva scritto numerosi lavori sulle psiconevrosi,
pubblicò un attacco alle conclusioni alle quali era giunto
Freud, il quale seppur contrariato, rispose a quelle note polemiche.
Freud sosteneva che i congressi psicoanalitici dovessero limitarsi
alla lettura delle relazione, seguita dalle riflessioni, dallesperimento
ed eventualmente dalla discussione in privato. Comunque tra Loewenfeld
e Freud si creò una profonda amicizia tanto che, nove anni
dopo, questi affidò a Freud prima la stesura di un capitolo
del libro che stava scrivendo sul metodo psicoanalitico, dal titolo
Psychische Zwangserscheinungen (Fenomeni
psichici compulsivi ) e poi la redazione di un altro capitolo
per lopera Sexualleben und Nervenleiden
(Vita sessuale e malattie nervose) dove Freud esponeva
le sue idee sul valore della sessualità come fattore eziologico
nelle nevrosi. Loewenfeld fu uno dei pochi ad essere presente
al I Congresso Internazionale di Psicoanalisi tenutosi nel 1908.
Lenorme pressione sociale, connessa allo scandalo dell'eziologia
sessuale delle nevrosi, deve pur aver avuto un peso nella successiva
elaborazione di Freud al riguardo.
Come è noto, negli anni successivi, Freud ipotizzò
che le seduzioni infantili rivelategli dalle sue pazienti non
fossero , per lo più , mai accadute , ma si riferissero
a fantasie infantili.
Di questa fondamentale constatazione parlerà a Fliess in
una lettera da Vienna scritta il 21 settembre 1897 e che , in
parte , cito :
Caro Wilhelm, eccomi di nuovo qui, da ieri mattina, fresco
di buon umore, un po' meno ricco, momentaneamente senza lavoro,
e per prima cosa scrivo a te, dopo che ci siamo sistemati nellabitazione.
Voglio subito confidarti il grande segreto che ha cominciato lentamente
a chiarirsi in me negli ultimi mesi. Non credo più ai miei
neurotica... Le continue delusioni nei tentativi di condurre almeno
unanalisi a reale compimento, la fuga di persone che per
un certo tempo erano state coinvolte come meglio non si poteva,
lassenza dei successi pieni su cui avevo contato, la possibilità
di spiegarmi nella maniera usuale, i parziali successi: è
questo il primo gruppo di motivi. Poi la sorpresa che in tutti
i casi la colpa fosse sempre da attribuire ad padre, non
escluso il mio, e laccorgermi dellinattesa frequenza
dellisteria, dovuta ogni volta alle medesime condizioni,
mentre invece è poco credibile tale diffusione della perversione
nei confronti dei bambini... Poi, in terzo luogo, la netta convinzione
che non esista un dato di realtà nellinconscio,
dimodoché è impossibile distinguere tra verità
e finzione investita di affetto... In quarto luogo, la considerazione
che anche nelle psicosi più profonde non si fa strada il
ricordo inconscio, in modo che il segreto delle esperienze giovanili
non si svela neppure al più confuso stato di delirio. Se
dunque si constata che linconscio non vince mai la resistenza
del conscio, naufraga anche la speranza che durante il trattamento
si debba verificare il processo opposto, che cioè il conscio
arrivi a controllare completamente linconscio... Se io fossi
depresso, confuso, sfinito, in tal caso tali dubbi potrebbero
essere presi come segni di debolezza. Ma siccome mi trovo invece
nella condizione opposta, devo riconoscere che essi sono il risultato
di un onesto e intenso lavoro intellettuale, e sono orgoglioso
di poter avanzare una tale critica dopo essere andato tanto a
fondo. E se questo dubbio fosse soltanto un episodio sulla strada
che porta a nuove conoscenze? ...
6
Più tardi troverà altre spiegazioni che completano
lipotesi del desiderio infantile rimosso appoggiandosi sui
processi di identificazione ad uno o entrambi i genitori in fase
di coito. Per esempio lidentificazione alla madre incinta
rinforza nella bambina il vissuto di essere gravida del padre
basato sullidentificazione alla madre nel rapporto sessuale.
Il desiderio del figlio incestuoso viene realizzato tramite la
madre e ingenera nella figlia sensi di colpa perenni. Bisogna
anche dire che la pratica micropsicoanalitica ha rivalutato la
prima teoria della seduzione (reale) di Freud. A parte lidentificazione,
la seduzione è contenuta nel rapporto reciproco tra il
genitore e il figlio ed è, per il genitore, una risposta
ai tentativi del figlio. I tentativi del figlio sono una manifestazione
naturalmente difensiva di ogni cucciolo, verso ladulto.
© Rossana Ceccarelli
NOTE:
1
Ernest Jones, Vita e opere di Freud, il Saggiatore, Milano, 1962.
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2
- Ernest Jones, op.cit. back
3
- Ernest Jones, op.cit. back
4
Sigmund Freud, Lettere a Wilhelm Fliess 1887-1904, Edizione Boringhieri,
Torino, 1986. back
5
Ernest Jones, op.cit. back
6
Sigmund Freud, Lettere a Wilhelm Fliess 1887-1904, Edizione Boringhieri,
Torino, 1986. back
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