Le società di
psicoanalisi
24 maggio 2002
Il Congresso Internazionale
del 1910 fu organizzato da Jung che condivideva lesigenza
di Freud di poter far convergere i sostenitori della scienza
psicoanalitica in un gruppo più ampio, che potesse
lavorare per un ideale pratico. 1
Il Congresso Internazionale di Psicoanalisi ebbe luogo a Norimberga
il 30 e 31 marzo 1910, Freud espose il suo punto di vista
su Le prospettive future della teoria psicoanalitica;
lamico Löwenfeld lesse una comunicazione, e degni
di nota furono i contributi di Jung e Honegger. Ferenczi volle
cogliere loccasione per trattare con i presenti, del
problema della futura organizzazione degli analisti e del
loro lavoro. Egli denigrò nel suo discorso gli analisti
viennesi rivolgendo invece i suoi apprezzamenti nei confronti
di quelli svizzeri. In più propose di formare un
Associazione Internazionale, con società presenti in
altri paesi, i cui analisti avrebbero avuto lobbligatorietà
di consegnare articoli o scritti allapprovazione del
presidente dellAssociazione, il quale avrebbe avuto
potere di censura. Le proteste furono tali che la discussione
dovette essere rimandata al giorno seguente. I viennesi, specialmente
Adler e Stekel, non vollero accettare la nomina degli analisti
svizzeri alle cariche di presidente e di segretario, ed organizzarono
una riunione di protesta nella camera di Stekel per discutere
sullaccaduto. Freud, venutone a conoscenza, prese parte
alla riunione nella quale resa nota la sua rinuncia alla presidenza
della Società di Vienna. Venne sostituito da Adler.
Il Maestro dette quindi il consenso alla fondazione di un
nuovo periodico mensile lo Zentralblatt für Psychoanalyse
redatto da Adler e Stekel, che avrebbe affiancato lo Jahrbuch
redatto da Jung. I viennesi accettarono tali condizioni e
Freud venne nominato Direttore del nuovo periodico e Jung
presidente della Società. Jung nominò Riklin
suo segretario e redattore del nuovo organo ufficiale che
decisero di fondare, il Correspondenzblatt der Internationalen
Psychoanalytischen Vereinigung che avrebbe notificato
a tutti i membri le notizie di maggiore interesse, le pubblicazioni,
le riunioni ecc. Il primo numero del Bollettino uscì
il 10 luglio 1910; ne seguirono altri cinque poiché,
a partire dal Congresso di Weimar del settembre 1911, esso
si fuse con lo Zentralblatt . Le scelte fatte
per le cariche ufficiali non ebbero il successo sperato, poiché
Adler si dimise dopo cinque mesi, Stekel dopo un paio di anni
e Raklin trascurò a tal punto i suoi compiti, che gli
affari amministrativi precipitarono nel caos.
Trascorsi pochi mesi Freud si pentì di aver voluto
il nuovo ordinamento della Società e soprattutto di
aver voluto Jung alla testa del movimento, decisione che era
stata dettata dallesigenza di veder diminuire le proprie
responsabilità. Tra laltro Deuticke, che era
stato leditore preferito da Freud, si rifiutò
di varare lo Zentralblatt , per cui si rivolsero
a Bergmann di Wiesbaden ed il primo numero uscì nellottobre
del 1910.
Dopo il Congresso di Norimberga i gruppi psicoanalitici già
esistenti confluirono nella Società Internazionale
come Società affiliate, ed accanto a loro se ne formarono
altre. La prima adesione fu quella di Berlino ed Abraham ne
fu il presidente, la seconda adesione fu quella del gruppo
dei viennesi e oltre ad Adler come neopresidente, vi furono
trentun membri. Gli psicoanalisti di Zurigo diedero la loro
adesione in giugno con diciannove membri, con Binswanger come
presidente, ed Ewald Jung come segretario. Bleuler e pochi
altri si dimisero dalla Società poiché non condividevano
la necessità di dover formare una Società Internazionale.
Freud tentò di conservare il consenso di Bleuler, ma
i suoi tentativi risultarono vani perché si aggiunsero
anche gli attriti mai smussati tra Bleuler e Jung. Di fatto
nonostante le promesse di Bleuler di aderire alla Società
Internazionale, non fu possibile definire un accordo duraturo,
tanto che i suoi interessi si spostarono verso altre direzioni.
E interessante volgere lo sguardo sugli sviluppi di
altri gruppi psicoanalitici: a Vienna per esempio, dove la
Società, che si era formata da otto anni, vide, nella
riunione del 12 ottobre 1910, eleggere Adler presidente, Stekel
vicepresidente, Steiner tesoriere e Rank segretario. Freud
fu nominato presidente scientifico e si convenne che i tre
presidenti fungessero a turno, da presidenti di seduta, durante
le riunioni scientifiche. I membri ben presto risultarono
trentasei.
A Berlino lo sviluppo della Società fu molto più
lento: Abraham la fondò il 27 agosto 1908 insieme ad
altri quattro membri.
La Società Freudiana di Zurigo esisteva
fin dal 1907 e la sua prima riunione si tenne il 27 settembre
dello stesso anno. Al suo debutto contava venti membri medici,
e nel 1910 si iscrissero alcuni membri non svizzeri, per esempio
Assagioli che proveniva da Firenze, Trigant Burrow di Baltimore,
Leonhard Seif di Monaco, e Stockmayer di Tubinga.
Con la pubblicazione Negli Stati Uniti da parte di Putnam,
del resoconto delle conferenze di Freud e Jung a Worcester,
la situazione fu ben diversa poiché si manifestò
immediatamente un riscontro favorevole. Poiché Jones
riteneva che i tempi non fossero ancora maturi perché
si potesse procedere alla formazione di una società
esclusivamente dedicata alla psicoanalisi, propose a Putnam
di formarne una più generica. Decisero di tenere la
loro riunione dopo lassemblea annuale della Società
Americana di Neurologia, e così il 2 maggio del 1910
prese vita nellHotel Willard di Washington, la Società
Americana di Psicopatologia, ed alla cui riunione furono presenti
quaranta persone. Organo ufficiale dellassociazione
divenne il Journal of Abnormal Psychology .
Segni di interesse si manifestarono anche in Russia. M. E.
Ossipow insieme ad alcuni colleghi stava traducendo e commentando
i lavori di Freud: nel giugno del 1910 si recò da Freud
che affermò di averlo trovato un tipo meraviglioso
. Nel 1909 fu fondato a Mosca un periodico, Psychotherapia
nel quale apparvero una serie di articoli e recensioni di
psicoanalisi.
In Italia il primo lavoro fu pubblicato da Baroncini nel 1908:
intraprese la traduzione dei Tre saggi sulla teoria
della sessualità e nel 1910 volle recarsi da
Ferenczi. Assagioli, di Firenze, lesse nel novembre del 1910,
una relazione sulla sublimazione al Congresso Italiano di
Sessuologia.
Lavvenimento più significativo del 1911 fu il
Congresso di Weimar che ebbe luogo il 21 e 22 settembre e
vide la presenza di Putnam e di altri americani: T. H. Ames,
A. A. Brill e Beatrice Hinkle. Abraham presentò uno
studio sulla psicosi maniaco-depressiva, Ferenczi un lavoro
sulla conoscenza dellomosessualità, Bleuler sull
Autismo , Jung sul Simbolismo nelle
psicosi e nella mitologia. Putnam si congratulò con
Freud per la professionalità dei suoi collaboratori
ma questi rispose seccamente: Hanno imparato a sopportare
un pò meglio la realtà.2
Putnam aprì il Congresso con una comunicazione dal
titolo Importanza della filosofia per lulteriore
sviluppo della psicoanalisi che darà corpo a
numerose polemiche che troveranno espressione attraverso lo
Zentralblatt. Quella di Putnam fu una appassionata
apologia dellintroduzione della filosofia, nello specifico
quella hegeliana, nella psicoanalisi, che però non
trovò consensi, soprattutto perché gli psicoanalisti
non ritenevano necessario dover adottare un sistema diverso
da quello psicoanalitico. Freud fu molto corretto, ma in seguito,
rivolgendosi a Jones, disse: La filosofia di Putnam
mi ricorda certi centri ornamentali da tavola: tutti li ammirano
ma nessuno li tocca.3
Il secondo giorno dei lavori venne aperto da Freud con una
relazione che definì, con assoluta modestia, una postilla
al suo famoso caso Schreber: fu la prima occasione in cui
trattò le tendenze miticizzanti delluomo, parlò
del totemismo ed enunciò il principio per cui linconscio
non contiene solo materiale infantile ma anche residui delluomo
primitivo.
Nella relazione amministrativa Jung precisò che i membri
della Società Internazionale erano centosei.
E interessante soffermarsi sulla configurazione che
presero le Società che fino ad allora si erano formate
allinterno e al di fuori dellEuropa. Quella di
Vienna, per esempio, era stata caratterizzata da gelosie e
dissapori. Dopo le dimissioni di Adler, furono Stekel, Sadger
e Tausk a creare molti problemi a Freud.
Al principio del 1911, Leonard Seif aveva fondato a Monaco
un piccolo gruppo di sei membri, che però non ebbe
lunga vita poiché passò dalla parte di Jung.
La tradizione freudiana fu mantenuta viva da Hans von Hattingberg.
Per quanto attiene lAmerica, Freud sollecitò
Jones perché creasse una Società affiliata a
quella Internazionale. Jones ne discusse con Brill e Putnam,
il quale accettò la carica di presidente purché
Jones accettasse quella di segretario. Lintento di Jones
era quello di creare una Società che comprendesse tutti
gli analisti dAmerica, offrendo la possibilità
a tutte le Sezioni locali, che si fossero costituite successivamentele,
di diventare così una sezione dellAssociazione
madre. Ci vollero venti anni perché quel progetto venisse
condiviso ed approvato, in quanto allora Brill voleva che
la Società, che aveva intenzione di fondare a New York,
fosse una ramificazione diretta della Società Internazionale.
Egli, quindi, fondò la Società di New York il
12 febbraio 1911, con venti membri.
Nel 1912 la separazione da Adler divenne definitiva ed i rapporti
con Jung cominciarono ad incrinarsi. La rottura definitiva
si concretizzò nel settembre del 1913 durante il Congresso
di Monaco. Le dimissioni di Jung da redattore dello Jahrbuch
e da presidente della Società Internazionale si concretizzarono
nel 1914, e videro la quasi totalità degli svizzeri
seguirlo nella sua decisione.
Nel frattempo altri due gruppi erano stati fondati ed accettati
come Società affiliate dellAssociazione Internazionale:
il primo si formò a Budapest il 19 maggio 1913 e laltro
a Londra il 30 ottobre 1913.
Non mancarono dei duri attacchi alla psicoanalisi. Quando
nel 1907 uscì il libro di Jung su La psicologia
della demenza, Isserlin di Monaco si mostrò molto
duro tanto da negare lesistenza della dissociazione
mentale: lunità della coscienza è
un principio fondamentale4
Nel 1908 Moll, il sessuologo berlinese, pubblicò un
libro intitolato La vita sessuale dei bambini
dove negava lesistenza della sessualità infantile.
Freud in una lettera scrisse: Molti passi del libro
giustificherebbero una querela per diffamazione, ma la miglior
risposta è il silenzio 5
Nel novembre del 1909 Abraham, lesse alla Società di
Psichiatria una comunicazione sugli Stati del sogno
che venne accolta con freddezza, tanto che Ziehen,
che presiedeva la seduta, ne vietò la discussione esprimendo
la sua opinione con unesplosione di collera.
In America durante la riunione annuale della Società
Americana di Neurologia, tenutasi a Washington nel maggio
del 1910, un neurologo di New York, Joseph Collins si espresse
in modo volgare nei confronti di Putnam, rimproverando alla
Società di aver lasciato leggere a Putnam una comunicazione
contenente racconti pornografici intorno a pure vergini
(Jones non tralascerà un aspetto interessante: Collins
era notoriamente un appassionato di barzellette oscene ) aggiungendo:
E tempo che la Società metta un freno
al culto del trascendente e del soprannaturale, e metta definitivamente
al bando la Christian Science , le teorie di Freud
e tutte le fandonie, assurdità e panzane del genere.6
L'atteggiamento di Freud nei confronti degli attacchi che
dovette subire fu quello di fornire altre prove a sostegno
delle sue teorie, ed infatti, molti anni dopo, nella sua Autobiografia,
avrebbe scritto: Ritengo che quando sarà giunto
il momento di scrivere la storia del periodo che abbiamo attraversato,
la scienza tedesca non avrà motivo di sentirsi orgogliosa
di coloro che la rappresentarono ufficialmente. Non alludo
al fatto che essi abbiano avversato la psicoanalisi o al modo
con cui lo hanno fatto - fatti comprensibili e largamente
prevedibili, e che comunque non possono gettare alcun discredito
sugli avversari di una teoria. Quello che invece non si può
perdonare è larroganza che essi mostrarono, lincoscienza
con cui passarono sopra alla logica, ed il cattivo gusto delle
loro accuse. Si potrà pensare che sia puerile, da parte
mia, dare sfogo a questi sentimenti a quindici anni di distanza
dallaccaduto, e ne farei volentieri a meno, ma devo
aggiungere unaltra cosa. Vari anni dopo, durante la
guerra mondiale, quando un coro di voci nemiche mosse alla
nazione tedesca le colpe da me elencate più sopra,
fui profondamente amareggiato nel constatare che la mia esperienza
non mi consentiva di smentirle.7
Un accusa alla quale Freud si mostrò molto sensibile
fu laffermazione che egli avesse tratto le sue conclusioni
prevalentemente dalla sua esperienza autoanalitica personale,
e della questione tratterà in modo esplicito in una
lettera che scrisse a Pfister: e solo riuscissimo a
far capire ai nostri avversari che tutte le nostre conclusioni
le abbiamo tratte dall'esperienza - esperienza che, per mio
conto, chiunque può tentare di interpretare diversamente
- e che non le abbiamo succhiate dal dito, né le abbiamo
messe insieme a tavolino! E proprio quel che tutti pensano
e, in via proiettiva, questo ci illumina sul loro modo di
lavorare. 8
Il consiglio che Freud elargiva ai suoi collaboratori rispetto
allatteggiamento da avere nei confronti degli scettici,
è ben descritto nella lettera, con la quale concluderò
questo lavoro, indirizzata a Stärcke: Il Suo compito
al Congresso olandese non sarà certo facile. Mi permetta
di dirLe che secondo me esso potrebbe essere svolto in maniera
migliore di quanto Lei si propone. La Sua idea di convincere
i soci, o di persuaderli per mezzo della suggestione, presenta
due inconvenienti. In primo luogo essa mira allimpossibile,
e secondariamente si allontana dal prototipo del trattamento
psicoanalitico. I medici vanno trattati esattamente come facciamo
con i pazienti, cioè non con la suggestione ma mettendo
in evidenza le loro resistenze ed il conflitto. Allinfuori
di questo non si conclude nientaltro. Colui che riesce
a superare il primo no della repressione, ed il
secondo, e il terzo, arriverà finalmente a stabilire
un vero rapporto con le questioni della psicoanalisi. Gli
altri rimarranno impantanati nelle loro resistenze finché
la pressione indiretta della pubblica opinione non li porti
a cambiare idea. Penso quindi che ci si debba accontentare
di affermare il proprio punto di vista e di riferire le proprie
esperienze nel modo più chiaro e sicuro possibile,
senza preoccuparsi eccessivamente delle reazioni del pubblico.
Compilare statistiche, come Lei propone, è per ora
impossibile, e non può rendersene conto. Tanto per
cominciare, lavoriamo con un numero di pazienti molto minore
rispetto agli altri medici, che dedicano tanto minor tempo
ai singoli malati. Poi manca quella uniformità che
è la base principale di ogni statista. Comè
possibile sommare alle mele le pere e alle noci? Che cosè
per noi un caso grave? Io stesso non riesco a considerare
come paragonabili tra loro i risultati che ho avuto negli
ultimi venti anni, perché nel frattempo la mia tecnica
è sostanzialmente cambiata... E come considerare
i tanti casi che sono stati analizzati solo parzialmente,
e quelli in cui il trattamento è stato forzatamente
discontinuo a causa di ragioni esterne?
Il punto di vista terapeutico, comunque, non è certo
il solo dal quale dipenda linteresse della psicoanalisi,
né il più importante, perciò si può
dire molto sullargomento anche senza mettere la terapia
in primo piano.9
© Rosssana Ceccarelli
Note:
1
Ernest Jones, Vita e opere di Freud, il Saggiatore, Milano,
1962. back
2
Ernest Jones, op.cit. back
3
Ernest Jones, op.cit. back
4
Ernest Jones, op.cit. back
5
Ernest Jones, op.cit. back
6
Ernest Jones, op.cit. back
7
Ernest Jones, op.cit. back
8
Ernest Jones, op.cit. back
9
Ernest Jones, op.cit. back