Il Persecutore
8 settembre 2003
Il persecutore è chi ti
segue, chi ti viene dietro per mangiarti, o comunque danneggiarti,
anche se il danno è mascherato da aiuto. Un esempio è
quello che succede al bisonte che è continuamente seguito
dal lupo.
Questa riflessione si è formata nella mia mente mentre
osservavo alla televisione un programma in cui venivano filmati
i movimenti di una mandria di bisonti seguiti costantemente
da un branco di lupi. I bisonti erano la riserva di caccia e
di carne dei lupi.
Mi ero identificato al bisonte e potevo ipotizzarne l’angoscia
di essere perennemente seguito da questo branco pronto a mangiarselo.
Dal punto di vista dei processi cognitivi è difficile
sostenere che nel bisonte si sia formata la rappresentazione
del lupo che lo segue per mangiarselo; dal punto di vista dei
comportamenti istintivi di adattamento così come il lupo
segue certe strategie di caccia in branco allo stesso modo certamente
il bisonte ha sviluppato le sue strategie di difesa. Gli studiosi
di psicologia animale saranno in grado di rendercene conto,
per il momento a me interessa l’analogia che posso ricavarne
per lo studio dei comportamenti concernenti i vissuti di persecuzione
presenti negli esseri umani.
Se la persecuzione è reale e proviene dall’esterno,
come nell’esempio antecedente, è chiaro che l’oggetto
è costretto a sviluppare tecniche che gli permettano
di parare i colpi. Queste tecniche si inseriscono nei meccanismi
istintivi di adattamento e:
a) continuano a sussistere anche in assenza del persecutore;
b) l’assenza prolungata del persecutore causa il loro
degrado e spariscono;
c) anche in assenza del persecutore permangono come tracce che
con varie tecniche spontanee vengono continuamente “rinfrescate”.
Il punto di vista di M. Jouvet è che esse si mantengano
per mezzo del sogno che allucina il persecutore e attiva gli
schemi anche quando questi (il lupo) non c’è più.
S. Freud ipotizza che gli schemi si fissino nell’es e
diventino sue esigenze; per S. Fanti le tracce si costituiscono
in insiemi che formano l’Immagine le cui sfaccettature
dall’es si riversano nell’inconscio e lo programmano.
Nell’inconscio lo schema della persecuzione, cioè
l’azione di agire per impossessarsi dell’oggetto,
vissuta narcisisticamente come essere posseduti, trova i suoi
rappresentanti ideativi che poi nel preconscio - conscio si
rivestono di parole.
Per ciò che riguarda l’apparato psichico vengono
gestiti dal super-io, sono inconsci, e le loro forme consce
nutrono l’autosservazione e la coscienza morale che vengono
poi elaborate nelle ideologie che oggettivizzano il persecutore
e il perseguitato. Specificano cioè chi è il lupo
e chi è il bisonte.
Nella pratica professionale si constata che esistono persone
in cui i vissuti persecutori (cioè di essere perseguitati)
sono maggiormente presenti che in altre. Persone che anche quando
sono riuscite ad acquisire con l’analisi, una certa tranquillità
e obiettività rispetto alle loro proiezioni, si trovano
sovente alle prese con accadimenti assolutamente imprevedibili
e obiettivamente indipendenti dalla loro volontà preconscio-
conscia, che rimettono in moto le loro conflittualità,
anche angosciose, residue.
Tali accadimenti riattivano gli schemi difensivi consueti e
se la psicoanalisi non è ben consolidata, rimettono in
moto gli schemi ossessivi corredati da proiezioni che possono
riattivare i vissuti di persecuzione, se non personalizzati,
almeno generalizzati: un destino antropomorfizzato che perseguita.
Il diavolo ci mette la coda.
Come si può constatare io metto l’accento sulle
procedure di adattamento sia offensive che difensive di gruppi
animali a cui la natura e il caso hanno assegnato un destino
specifico. I lupi sono cacciati dall’uomo che a volte
soccombe e che sovente li perseguita sino a che non inizia a
pensare che forse c’è qualche ragione per lasciarli
vivere cioè si identifica a loro.
Una tecnica spontanea del lupo, al fine di difendersi dall’uomo,
è stata la trasformazione in cane. Certo non è
una tecnica volontaria ma esprime bene come l’adattamento
avvenga per trasformazioni successive. Eppure a volte i cani
ridiventano feroci e pericolosi come lupi.
Da un punto di vista metaforico ma psicologicamente reale, il
lupo presente nel cane perseguita il cane e se il cane potesse
proiettare la traccia del lupo che lo perseguita su un qualsiasi
oggetto compirebbe la stessa operazione che mette in atto il
paranoico, si libererebbe momentaneamente dell’oggetto
interno (inconscio) persecutorio e costruirebbe all’esterno
un persecutore su cui poter agire.
L’essere umano, i cui nuclei narcisistici si costituiscano
a sistema, e perseguitino l’io, è costretto a difendersi
con una attività sistematica di proiezione che gli permette
di non fuggire a vuoto, e di alleviare la tensione.
Il fatto è che gli oggetti delle proiezioni sono sostituti
dei nuclei narcisistici e quindi, anche se esterni, perseguitano
il soggetto dall’interno. Il soggetto di fatto è
in loro balia, li odia e vorrebbe distruggerli, ma non riesce.
Ancora una volta il sogno ci fornisce l’esempio proponendoci
durante il sonno una galleria di personaggi con i quali il sognatore
si impegna fisicamente, anche in modo lascivo e omosessuale.
Sovente lotta con loro, con alterne fortune. Sono personaggi
conosciuti oppure sconosciuti, ma sempre più o meno vagamente
familiari, che perseguitano il sognatore come i lupi perseguitano
i bisonti: da tanto tempo.
Se si riflette bene, la proiezione è una difesa ma è
anche una procedura fisiologica di ricostruzione del passato:
qualsiasi passato. La proiezione è rievocazione, cioè
è memoria associativa in atto, sia pur inavvertita.
Come ho scritto altre volte, i personaggi onirici di cui ho
parlato, sono insiemi energetico-pulsionali non incarnati, ma
antropomorfizzati o zoomorfizzati, che popolano la nostra psiche
e che durante la notte si manifestano in sogno. Essi lavorano
anche di giorno come energia del resto notturno, e sia pur con
l’uniforme del nostro corpo o di altri oggetti transferali,
compiono imprese angeliche o diaboliche che continuano nei secoli.
Ch. Baudouin le definiva le “costanti dell’immaginazione”,
come per esempio la lotta ambivalente tra il figlio-padre-figlio,
tra i fratelli (Prometeo ed Epimeteo), tra le figlie-madri-figlie
ed altre vicende raffigurate in moltissimi personaggi della
letteratura e nelle arti figurative dalla preistoria ad oggi.
© Nicola Peluffo