L'Intervento
8 giugno 2002
Il verbo intervenire da cui deriva
la sostantivazione intervento tramite il participio
intervenuto, è composta di due parti: inter
e venire. E una parola latina, anche se è usata
in italiano e francese in forme diverse, e significa venire
dentro.
Potrei segnalare che le parole descrivono azioni e lasciare
che chi legga le tre righe antecedenti produca le proprie riflessioni
associative, tuttavia voglio produrre anchio le mie. Ricordo
che questa riflessione avviene nel campo della scienza micropsicoanalitica
per cui è necessario segnalarne la semantica specifica.
Fanti, Codoni e Lysek, nel Dizionario di Psicoanalisi e Micropsicoanalisi
(Borla 1983, pag. 26) scrivono: Se il lavoro di base del
micropsicoanalista consiste nellanalizzare silenziosamente
le ripetizioni associative che emergono nel materiale, esso
comporta pure degli interventi. Segue la definizione numero
41: in certi precisi momenti il micropsicoanalista rompe
il silenzio e fa da catalizzatore alla dinamica delle libere
associazioni .
Vorrei tradurre questa frase in descrizioni di movimento. Lanalista
è silenzioso e fermo nella sua poltrona. A parte i movimenti
involontari del suo corpo, quelli necessari alla respirazione,
per esempio, lunica attività che esercita è
quella passiva dellascolto e quella automatica dellassociazione
e della riflessione associativa.
Da un punto di vista di un ipotetico osservatore esterno è
comunque fermo, privo di espressività, sia motoria che
linguistica. Apparentemente è fuori dal sistema
analizzato, poi interviene, cioè entra nel
sistema analizzato, va dentro, o meglio
viene dentro allanalizzato. Per la definizione
n° 41, la conseguenza di questo venire dentro
è che lespressività associativa dellanalizzato
rispetto ai movimenti associativi viene catalizzata.
Lintervento fa da catalizzatore, muta la velocità
dellinterazione tra le associazioni mentre, per definizione,
il gruppo di rappresentazioni che costituisce la materia dellintervento,
non muta e si pone come nuovo punto di riferimento per la dinamica
associativa successiva.
Il successo dellintervento è immediatamente percepibile,
proprio come per una reazione chimica in cui lavvenuta
trasformazione è verificata dal cambiamento di colore
del composto, dalla produzione di vapori, etc. Lanalizzando
produce in risposta quasi immediata allintervento, parti
di nuovo materiale rimosso e dimenticato oppure ritrova i nessi
tra elementi isolati.
Se lintervento è errato non vi è nessuna
reazione negativa profonda. Può però, per suggestione,
ingenerarsi un danno che sarà più o meno grave
a seconda della strutturazione dellio del soggetto, del
suo gradiente di masochismo inconscio e del suo desiderio di
vendetta e rappresaglia verso loggetto transferale.
Lintervento peggiore è quello giusto ma intempestivo
; rinforzerà certamente le resistenze e, a volte, determinerà
linterruzione unilaterale del trattamento. Evitare quindi
interventi precoci, specialmente se interpretativi, e cercare
invece di dare qualche suggerimento didattico per insegnare
al soggetto lideazione analitica che è particolare
ed inabituale in società. La libera associazione è
per lo più spontanea e prodotta quando le persone si
rapportano narcisisticamente ai personaggi della loro fantasia,
che costruiscono e manovrano a loro piacimento. Difficilmente
è riconosciuta quando si parla sapendo di avere un ascoltatore.
Lascoltatore analista fa da terzo tra chi pensa ed il
pensato e introduce la società, la coscienza morale e
lautosservazione nei pensieri verbalizzati. Una buona
parte del lavoro iniziale è diretta a far ritrovare al
soggetto la sua spontaneità in maniera tale che egli
possa esprimere ad alta voce i suoi pensieri così come
fa (in pensiero) quando è solo. Lintervento rompe
codesto tentativo e rimette in campo il terzo a meno che non
riesca ad introdursi nella corrente energetica delle unità
associative come il composto di una flebo nel sangue e ne cambi
la composizione.
Lintervento può essere in seduta e, per coloro
che frequentano socialmente i loro analizzati, può avvenire
anche fuori seduta.
Gli interventi che fa lanalista , sia in un caso che nellaltro,
dovrebbero essere, quando è possibile, progettati e meditati;
nella maggior parte dei casi ciò avviene, tuttavia lesistenza
del binomio es - inconscio sovente si manifesta, e vi sono certi
interventi, così detti spontanei, specialmente fuori
seduta, che sfuggono proprio perché sono manifestazioni
dellinconscio. Sono catalizzatori spontanei e i loro effetti
dipendono dalle reciprocità ideico - pulsionali dellinsieme
analista - analizzato. Detta in parole diverse i tentativi conflittuali
e le coazioni a ripetere dellanalizzato possono essere
modificati dalla qualità della presenza dellanalista.
Sovente lanalista è inconsapevole della qualità
della sua presenza anche perché allinterno del
binomio analista - analizzato essa può variare a seconda
delle sfaccettature dellImmagine che la situazione attiva
e distribuisce nellinterazione tra i due termini del binomio
per le solite vie associative comportamentali e verbali.
Il fuori seduta favorisce lingresso delle variabili intervenienti
(fattori non previsti che cambiano lo svolgimento della vicenda
in corso) ed è indipendente dalla volontà dellanalista.
Gli interventi in seduta
Una seduta di tre o più
ore ripetuta più volte alla settimana fornisce molte
occasioni di intervento. Possiamo suddividere gli interventi
in due categorie: interventi involontari, interventi volontari.
Gli interventi involontari
Un esempio di intervento involontario
lho descritto in Immagine e fotografia (Borla,
Roma, 1984, pg. 86) riassumendo la seduta in cui unanalizzata
(la signora Rebh) rievocava il ricordo della prima violenta
ribellione alla madre, avvenuta in cucina mentre la madre stava
preparando la minestra di verdura. Questo rivissuto era accaduto
proprio nel giorno in cui nellappartamento in cui lavoravo
era rimasto un leggero odore di legumi cotti che mi ero preparato
a pranzo. Un bellesempio di intervento involontario,
in cui linconscio ha certamente la sua parte, che porta
dellutile materiale ad unanalisi in corso. Un altro
esempio di intervento totalmente involontario riguardava le
risposte associative degli analizzati al rumore che ogni tanto
emetteva un orologio elettronico posto in una camera adiacente
allo studio in cui si svolgeva la seduta. Gli analizzati interpretavano
questo rumore come un segnale di approvazione o disapprovazione
da parte mia (una sorta di rumore onomatopeico ) e si adeguavano.
Gli interventi generici di questo tipo sono molteplici e sono
quasi sempre interpretati come segnali di approvazione o disapprovazione.
E la ragione per cui molti analisti freudiani non stringono
la mano allanalizzato se egli non la porge per primo ed
evitano ogni effusione. Le manifestazioni affettive sono decisamente
un errore, sono strappi alla regola dellastinenza e vengono
interpretate come punizioni quando non siano ricordate dallanalista.
Una normale cordialità umana è ciò che
le persone si aspettano quindi niente baci ed abbracci ma neanche
negare un bicchiere dacqua se il sole è cocente
e il pellegrino la chiede.
Di Interventi involontari ve ne sono altri. In essi, il binomio
es - inconscio ha decisamente la sua parte. Lo si può
constatare dalla quantità di rumori o afflussi gastrico
- intestinali durante le sedute, oppure dalla maggior o minor
misura di necessità di esercitare le funzioni escrementizie.
E così la maggior o minor misura, da parte dellanalista,
di evacuare o meno delle parole a seconda delle
sedute e del tipo di persona in analisi. Quindi ecco che lanalista
A. con il signor X diventa logorroico (a tutti i livelli) e
con il signor Y diventa muto.
Spero che i colleghi si rendano conto di questi fenomeni così
come mi auguro che prendano coscienza delle gelosie che hanno
rispetto agli analizzati ( evito di proposito di dire loro,
cioè un pronome possessivo espressione dellEdipo)
che frequentano, quando ciò accada, nelle interazioni
di gruppo fuori seduta, con colleghi o amici.
Un altro fenomeno preoccupante derivato dalla frequenza sociale,
è quello degli analisti che nascondono agli analizzati
che lavorano con loro, eventuali relazioni affettive con mogli,
mariti, fidanzate, amanti, etc. Lanalizzato in quel caso
impersonifica per lanalista il genitore totemico. Un comportamento
controtransferale in cui linconscio è completamente
ignorato e che trasporta allinterno dellanalisi
la finzione sociale. Decisamente, un intervento da evitare.
Se la frequenza sociale sostiene la menzogna, la si sospenda,
se è spontanea e non limita lespressione della
propria o altrui libertà personale la si può adottare
come intervento terapeutico. In caso contrario, credendo di
sostenere lio dellanalizzato non si fa altro che
rinforzarne il super-io.
Interventi volontari
Gli interventi volontari sono
sostanzialmente cinque:
- la spiegazione
- la conferma delle riflessioni dellanalizzato
- le domande
- la costruzione
- l interpretazione
La spiegazione
Abitualmente la spiegazione non
è compresa tra gli interventi, tuttavia è un intervento
che contiene anche una componente suggestiva.
La regola fondamentale, per esempio, è un enunciato che
rientra nel novero delle spiegazioni: si chiede, sic et
sempliciter, di dire non solo tutta la verità
ma persino di dire anche tutto ciò che si pensa, comprese
quelle fantasie o quei fatti, che la società considera
perversi, o manifestazioni di follia e delinquenza.
Qualche spiegazione la si deve dare, almeno dire che quel tipo
di ideazione libera e creativa è la strada attraverso
la quale si producono certe grandi opere letterarie, teatrali
o cinematografiche. E anche il modo per introdurre lesempio
della ideazione associativa, che è naturale per molte
persone ma non per altre. Le menti poco flessibili e rigidamente
controllate da un super-io oppressivo e sadico a volte non possono
permettersi di esprimere le sequenze dei loro pensieri; le devono
isolare in modo da evitare che i nessi di collegamento si intersechino.
Una spiegazione sempre utile è indicare loro la produzione
di pensieri e fantasie che vengono prodotte quando si ascolta
della bella musica. E anche sul sogno e sulla sua funzione,
quando arriva il momento, deve essere fornita qualche spiegazione.
Almeno quella che ne sottolinea la funzione di distribuzione
delle tensioni nel tentativo di risolvere un problema attuale,
in cui la tensione si è concentrata, e che ripete , pur
con una forma diversa, un vecchio problema non risolto. E
un bel modo per introdurre la spiegazione del transfert, delle
resistenze e da li tutto quello che si deve sapere per fare
una buona analisi.
La conferma delle
elaborazioni dellanalizzato
Sovente lanalizzato produce
riflessioni anche profonde che si accompagnano durante la rievocazione
e allesteriorizzazione del materiale a momenti di passaggio
alla coscienza, elaborazione e prese di coscienza.
Il processo produttivo di pensiero che avviene durante lelaborazione
è del massimo interesse e a volte, un piccolo intervento
dellanalista, facilita la conclusione di un processo che
potrebbe anche non completarsi. La conferma della riflessione
può facilitare il processo che si svolgerà su
due piani. Il primo è quello preconscio - conscio, sul
quale passa il tentativo creativo; il secondo è quello
inconscio - preconscio su cui, tramite il transfert, o altro
materiale, avviene la presa di coscienza.
Ecco un esempio:
1 - Lanalizzata parla del suo profondo desiderio di non
lasciare tracce. Quindi di non avere figli e, come gli egizi,
di essere sepolta con tutte le sue cose. Dice che un altro motivo
per cui rifiuta la maternità è di non voler raccontare
la sua infanzia ad un eventuale figlio come sua madre faceva
con lei.
In effetti è da qualche seduta che il processo di rievocazione
è diventato vischioso, nel modo tipico di quando il rimosso
cerca di tornare e le censure si oppongono. Di fatto aumenta
la resistenza e lidentificazione al padre che non
ha mai voluto raccontare niente della sua infanzia. Le
associazioni che seguono esprimono un vissuto di soffocamento.
Il rimosso che ella soffoca, la soffoca e riattiva in lei la
lotta uterina per il mantenimento della sua determinazione.
Nellattuale del transfert, in cui rivive la gestazione,
si oppone alla regola analitica fondamentale. Non vuole lasciarsi
assorbire dallanalisi. Simbolicamente sarebbe la morte.
In termini fantiani è pervasa dallangoscia del
vuoto. Ecco cosa dice avevo la sensazione che gli antenati
mi togliessero spazio, mi sentivo soffocare dagli oggetti, appartenuti
a mia nonna e a sua madre e ai suoi genitori; non ho mai potuto
arredare una stanza con oggetti miei: anche nella camera dove
dormivo i mobili erano di mio nonno. Mia nonna non lasciava
mai libero un armadio intero; te ne dava metà, nellaltra
metà metteva i suoi vestiti.
Nelle sedute antecedenti si era soffermata a lungo sul tema
dellinganno, portando ad esempio un episodio in cui un
bambino le aveva fatto mangiare una foglia amarissima dicendole
che era dolce. Lesteriorizzazione di questo materiale
si accompagnava a problematiche infantili riguardanti la nascita
dei bambini, che in seguito saranno esplicitate nelle tipiche
fantasie orali; cioè mangi, ingrassi, ti cresce la pancia
e dalla pancia esce il bambino. Insomma il tema dellaltro
che ti inganna e ti soffoca è ben presente e si pone
come resistenza.
Tutto ciò fino al momento in cui, tramite un sogno, inizia
a paragonare se stessa ad una casa di campagna dei suoi nonni,
colma di oggetti non suoi che si trasforma in una sua parte.
Porta delle foto e mi fa notare che non ne esistono dellanno
dopo la sua nascita. Si rimette a parlare della casa - se stessa
e dice: Tra questi oggetti non miei che popolavano le
stanze dove io dormivo, cerano anche molte foto, le guardavo,
mi soffermavo sui dettagli, e mi davano fastidio.
2- Decido di intervenire e sottolineo questa sua riflessione
che lha portata a rappresentarsi consciamente tramite
la sua casa di campagna popolata da oggetti non suoi, e ad applicare
questa sua scoperta ai tentativi di interpretazione del sogno;
Aggiungo una spiegazione, cioè le dico che la nostra
mente è fatta a quel modo; è popolata da oggetti
non nostri. Che la mente è una stanza popolata da tracce
di oggetti non nostri se non nella misura in cui li assimiliamo.
Le domande
E raro che un micropsicoanalista
faccia domande durante le sedute; tuttavia può accadere.
Si tenga presente che una domanda , anche se necessaria, è
un induzione associativa, quindi è, a tutti gli
effetti, un intervento attivo.
La costruzione (o
ricostruzione)
Le sedute si susseguono ed in
ognuna alcune parti di uno o più avvenimenti sia reali
che fantasmatici vengono rievocati. In parte direttamente, in
parte nelle vicissitudini transferali, in parte dai dati ricavati
dalluso dei supporti tecnici (fotografie, diari, mappe
delle case, visite dei luoghi, dati storici e genealogici).
Dal tutto, usato in modo opportuno, si possono ricostruire vicende
realmente accadute e immagazzinate in punti e in forme diverse
dei programmi di memoria e, fatto ancora più interessante,
le tappe dello sviluppo epistemologico del soggetto. Cioè
i tentativi di spiegazione di fenomeni attinenti laggressività
- sessualità, i processi riproduttivi, la morte e la
sopravvivenza, che, fissati nel preconscio, persistono , si
sovrappongono alle spiegazioni obiettive, e fanno vivere il
soggetto in un conflitto perenne.
La ricostruzione è decisiva per sottolineare le procedure
di coazione a ripetere, e attraverso lo studio del contenuto
manifesto delle trasformazioni della ripetizione, ritrovare
le vestigia dei traumi.
Linterpretazione
Mentre la ricostruzione si limita
a mettere assieme dati ricavati da fonti molteplici, ma recepibili
in chiaro, per cui la descrizione di un bombardamento
navale è riferita ad un giorno in cui veramente cè
stato un bombardamento navale, linterpretazione di quel
bombardamento, recepisce solamente lanalogia emozionale
con le scene di coito o comunque di scambi affettivi violenti
a cui il soggetto in analisi ha partecipato e che rivive nellattuale
della seduta. Una ricostruzione si limita a mettere in rilievo
che il giorno A del mese B dellanno C, durante un bombardamento
di una certa città, il piccolo Arturo, rifugiato in unosteria,
ha partecipato ad unesperienza traumatizzante di morte
imminente che ha messo in moto un inarrestabile processo di
coazione a ripetere che lo porta a mettersi in situazioni umilianti,
spiacevoli etc, nelle osterie (aut similia). Per appoggiare
queste ipotesi confronta le foto antecedenti e posteriori allavvenimento,
i diarii dellepoca, va a visitare losteria, e tutto
il resto. E questo un lavoro prettamente micropsicoanalitico,
poiché nellinterpretazione ricostruttiva del fenomeno
vengono applicati i cosiddetti supporti tecnici (fotografie,
diarii, etc.)
Da un punto di vista psicoanalitico non bisogna dimenticare
che linterpretazione usa quel momento e lo associa ad
episodi attuali, ad altri antecedenti, a vissuti fantasmatici
transferali, a materiale onirico, per ricavare un significato
che oltrepassa i fatti in sé, ne ricava laffetto
e illustra un desiderio rimosso, per esempio partecipare a unipotetica
vita sessuale dellanalista, al coito dei genitori, o sottostare
ad un fantasma inconscio come può essere quello del fratello
o sorella minori vissuti come propri figli incestuosi.
Per riassumere : il micropsicoanalista chiarisce a partire dagli
elementi manifesti il contenuto latente di un vissuto utero-infantile
o di un fantasma (S. Fanti, P. Codoni, D. Lysek, Dizionario
di psicoanalisi e micropsicoanalisi , def. n° 43, ed. Borla,
Roma, 1984). Compie questo intervento, integrando elementi ricavabili
dal transfert, con quelli attuali e quelli infantili. Con questa
operazione fa passare nel mondo oggettivo del pensiero scientifico
residuati del passato presenti in un pensiero soggettivo (anche
conscio) che interferisce nella vita quotidiana della persona.
© Nicola Peluffo