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L'anoressia mentale nell'adolescenza
15 novembre 2000
Fin dalle origini della
ricerca clinica, lanoressia mentale si è imposta
per la sua individualità ed originalità. Non si
tratta di un semplice sintomo, ma di una sindrome i cui elementi
oggettivi (la condotta di restrizione alimentare, liperattività,
la sindrome neuroendocrina) sono gli elementi manifesti di una
profonda modificazione del funzionamento mentale e della personalità
nel suo insieme.
Le varie scuole psicoanalitiche hanno osservato come lalterazione
dei rapporti delle adolescenti anoressiche con il proprio corpo
sono indotte da modalità profondamente regressive del rapporto
oggettuale, cioè vi è un ritorno a modalità
di rapporto più primitive caratteristiche dei primi anni
di vita. I fantasmi e imago relative alle dinamiche relazionali
inconsce invece di imboccare la strada della elaborazione psichica
(ad esempio attraverso il sogno) individuano nel corpo la sede
del conflitto: il corpo è quindi loggetto privilegiato
sia degli attacchi aggressivi, sia degli investimenti narcisistici.
Adottando una terminologia micropsicoanalitica, il corpo, od alcune
sue parti, diventano il luogo dellImmagine, intesa come
forma interiorizzata inconscia del rapporto col laltro.
Per usare una metafora, si può paragonare lImmagine
ad una sorta di matrice plastica. Di origine filogenetica
si attualizza già durante la vita intrauterina interagendo
con i fantasmi inconsci materni. Le relazioni della prima infanzia
imprimono una forma a questa matrice, modellandola, man mano essa
assume sempre più una struttura definita, questa forma
tende a diventare una sorta di calco su cui noi cerchiamo di modellare
le nostre relazioni successive.
Leggendo la letteratura psicoanalitica sullargomento si
può individuare, nei soggetti anoressici, lattivazione
massiva di una particolare immagine: limmagine della madre
fusionale, imago onnipotente e persecutoria che suscita da un
lato un potente desiderio di fusione ma, dallaltro un altrettanto
potente angoscia di distruzione ed annientamento.
Per Brusset (1992), il conflitto fondamentale nellanoressia
mentale è legato al desiderio di ristabilire lunità
del bambino con la madre in una non differenziazione primitiva
che ristabilirebbe, in fantasia ovviamente, lonnipotenza
narcisistica vissuta nella primissima infanzia. Si tratta di un
vissuto onnipotente del lattante grazie al quale il bambino non
percepisce loggetto (la madre) separato dal sé, bensì
egli si vive come un tutto psicobiologico con la madre in una
sorta di unità simbiotica, la distinzione tra sé
e laltro è molto labile ed il bambino vive la madre
come un prolungamento di sé stesso.
Il fondersi equivale però al perdere la propria individualità
ed integrità, langoscia che scatta automaticamente
è langoscia di annichilimento; ecco che il fantasma
della madre fusionale deve essere tenuto a bada, controllato,
e quindi deve essere controllata, bloccata, al limite negata,
ogni rappresentazione su cui esso si è incarnato. Nellanoressia
mentale, queste rappresentazioni riguardano prevalentemente il
corpo ed il cibo.
Per lanoressica gli aspetti del corpo che possono essere
fantasmaticamente luogo di dipendenza dalloggetto diventano
altrettante minacce per la sua autonomia ed integrità.
Dipendenza aborrita ma anche intensamente ricercata, come si può
vedere analizzando i legami transferali di queste adolescenti
con lo psicoterapeuta e con i medici che le hanno in cura e come
si può osservare nel rapporto che esse instaurano con il
proprio corpo e con il cibo.
Infatti se da un lato la loro condotta alimentare fa pensare ad
una negazione del corpo e delle sue esigenze, ad un rifiuto del
cibo, in realtà la relazione è molto più
complessa e connotata da unestrema ambivalenza.
Il cibo e il corpo, negati con lazione manifesta, sono però
al centro dei pensieri dellanoressica, che conta le calorie,
parla costantemente del cibo, controlla il suo peso, le sue dimensioni,
in una sorta di ruminazione ossessiva che spesso impedisce ogni
altro interesse vitale. Se qualche altro interesse permane, come
in molti casi lo studio e la scuola, esso perde le sue caratteristiche
peculiari per conformarsi alle modalità di rapporto instaurato
con il cibo: rispetto allo studio, per esempio, le nozioni sono
ingurgitate, calcolate, controllate ed immagazzinate, lintesse
alla conoscenza si perde, il piacere del conoscere scema fino
a scomparire, permane soltanto il desiderio di incamerare la nozione
e controllarla ossessivamente attraverso il mantenimento di una
buona votazione, unico parametro che la ragazza accetta per valutare
le sue capacità culturali e scolastiche.
Lestrema ambivalenza manifestata nel rapporto con il corpo
e il cibo caratterizza anche la relazione che i soggetti anoressici
instaurano con le altre persone, compreso lo psicoterapeuta ed
i medici che se ne occupano.
Infatti, se da un lato questi soggetti ingaggiano una strenua
lotta contro le prescrizioni mediche, lotta fatta di contrattazioni,
rifiuti, tentativi di ingannare il medico, dallaltro, però,
nella maggior parte dei casi si presentano puntuali alle visite,
accettando la visita e gli eventuali esami che vengono prescritti.
Il rapporto che tendono ad avere con i curanti potrebbe definirsi
come sadomasochistico, basato su un controllo vicendevole: se
il medico controlla la salute del paziente, lanoressico
presentandosi alle visite soddisfa la fantasia onnipotente di
controllare il medico, instaurando, a livello fantasmatico, un
legame libidico - aggressivo molto intenso che ricalca il legame
attuale che il ragazzo o la ragazza ha con i genitori.
Brusset 1,
commentando un caso clinico, il caso di Madame G. parla di rapporto
con laltro del tipo tutto o nulla. Madame G.
esprime il suo desiderio di avere qualcuno, fare corpo con
lui, fare le cose assieme o, in caso contrario, fare il vuoto,
restare sola. Brusset commenta: Laltro è
utilizzato come supporto narcisistico, indispensabile ma mai sufficiente,
come se la perdita dellamore incondizionato ed assoluto
delloggetto comportasse la perdita delloggetto buono
interiorizzato che fonda il sentimento del proprio valore. Cè
la necessità della presenza di un oggetto idealizzato,
sentito come onnipotente per proiezione del narcisismo infantile.
Lalternativa è essere con laltro per fondersi
con lui o restare solo.
Nella mia esperienza clinica ho riscontrato come nelle storie
di queste ragazze ci si imbatta spesso in tentativi falliti di
allacciare relazioni di questo tipo. Legami molto forti, caratterizzati
da unintensa fusionalità ed una forte idealizzazione
delloggetto, ed abortiti nel momenti in cui loggetto
si differenzia manifestando interessi diversi. Spesso si tratta
di donne, parenti o amiche della madre sulle quali è stata
trasferita, per qualche tempo limmagine della madre fusionale.
La rottura, altrettanto spesso, non viene elaborata mentalmente,
non vengono manifestati sentimenti di lutto o depressione, il
legame semplicemente non esiste più, la persona viene dimenticata.
Lidentificazione con la madre fusionale porta ad un rilancio
massivo dellonnipotenza, i fantasmi megalomanici dellIo
ideale, struttura psichica arcaica ed onnipotente, acquistano
forza e vengono proiettati sullIo che viene costantemente
spinto ad oltrepassare i limiti di ciò che è in
grado di sopportare: ecco che compaiono le fantasie di cesellare
il proprio corpo, i tentativi di controllo totale degli stimoli
fisici fino al loro annullamento, lo studio ossessivo, liperattività
come blocco delle sensazioni e del pensiero.
Il lavoro psicoterapeutico, anche e soprattutto a livello transferale,
diventa un ripercorrere le varie tappe fino ad arrivare ai fantasmi
riguardanti la madre fusionale e lio ideale, suo erede psichico.
Il tentativo è quello di diminuire la forza attrattiva
dei fantasmi inconsci di onnipotenza e i vissuti correlativi di
impotenza permettendo a questi ragazzi di scoprire le proprie
risorse poco utilizzate o poco sviluppate fino a quel momento,
modificando così la struttura fantasmatica profonda.
© Daniela Marenco
NOTE:
1-
B.Brusset, L'anoressia mentale nel bambino e nell'adolescente,
pag. 36, Borla, Roma, 1992. back
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