Harry Potter: limportanza
della fiaba
18 febbraio 2002
Fiumi di inchiostro
sono stati versati per spiegare il fenomeno Harry Potter
e la riscoperta dei bambini del libro. Le sue storie sembrano
aver operato una magia a lungo attesa: spostare
linteresse sempre più massivo verso i media basati
su un linguaggio per immagini (televisione, videogame) al messaggio
scritto.
Perché
questo libro, o meglio questa serie di libri, e non altri? Esistono
molti libri per ragazzi, intere collane, perché questo
ragazzino gracile ed occhialuto ha saputo calamitare linteresse
dei ragazzini europei?
Una prima indicazione è nella trama: essa ricalca i temi
universali delle favole popolari. Il protagonista è un
personaggio normale, allinizio anche un po deprezzato
(il figlio minore di molte favole), che quasi suo malgrado si
trova coinvolto in una serie di avvenimenti. Affrontando le
varie avventure il protagonista stesso scopre man mano le proprie
risorse personali e morali, le sue capacità. Sono proprio
queste risorse interne, prima poco conosciute e per lo più
svalorizzate, a permettergli di percorrere il suo cammino e
superare gli ostacoli.
Chi è il protagonista?
Un ragazzino di undici anni che, proprio alle soglie della pubertà,
scopre in sé strani poteri (poteri magici) che allinizio
lo turbano, gli sono estranei e lo fanno sentire diverso ed
estraneo a sé stesso ed al mondo circostante.
Sono anche poteri difficili da controllare e gestire; allinizio
sono quasi loro a gestire il ragazzino manifestandosi indipendentemente
dalla volontà cosciente.
Appercezione perturbante di mutamenti interni, senso di estraneità,
difficoltà nella gestione dei propri affetti e spinte
pulsionali, poteri magici a parte, sono proprio questi i vissuti
di un ragazzino alle soglie della pubertà. In questo
periodo della vita le spinte pulsionali, per lo più silenti
in latenza, riaffiorano dal profondo con rinnovata vigoria,
ciò porta il ragazzo o la ragazza a viversi come il portatore
di qualcosa di diverso, perturbante, estraneo. Queste spinte
non sono affatto dominate ma spesso irrompono nellazione
e nel pensiero. Si sviluppano fantasie che hanno la loro origine
in fantasmi inconsci di natura aggressivo-sessuale, il ragazzo
vive anche queste come perturbanti ed estranee, sono anchesse
poco gestibili e frequentemente il ragazzo si sente più
in balia di esse che capace di controllo e modulazione.
Il cammino di Harry Potter è un percorso di crescita,
crescita psichica attuata attraverso il riconoscimento e laccettazione
di questo essere diverso, di non essere più
un bambino.
Cammino doloroso, con ripensamenti, dubbi, angosce, ma che,
man mano, permette al protagonista di gestire queste sue nuove
capacità, anche qualche volta sbagliando, lasciandosi
andare a briglia sciolta, perché anche questo fa parte
del processo di crescita.
Un
grosso aiuto viene dallamicizia dai compagni, gruppo di
coetanei che diventa, come succede ai ragazzini di questa età,
sempre più un mondo indipendente e con valenze diverse
rispetto al mondo adulto.
Anche il mondo adulto acquista nuove dimensioni: screditati
e rifiutati gli adulti autoritari, viene scoperta e valorizzata
lautorevolezza delladulto, si fa più forte
la spinta identificatoria verso figure autorevoli e capaci.
La preadolescenza e la prima adolescenza sono caratterizzate
dal massiccio riemergere di fantasmi e desideri edipici e preedipici.
Fantasmi anali, uretrali ed orali si fondono ed amalgamano ai
fantasmi fallico-edipici riattualizzandosi.
In Harry Potter lelaborazione preconscia di questi fantasmi
trova un suo spazio. Molti dettagli minori che infarciscono
la trama sembrano richiamare simbolicamente questi desideri
e fantasie, permettendone una sdrammatizzazione scherzosa: ecco
il comparire delle cioccorane, lindugiare benevolmente
nella descrizione di pasti a base di caramelle ed altri dolciumi
( la realizzazione, senza punizione, del desideri di Hansel
e Gretel).
Alcuni episodi minori sono incentrati sullutilizzo di
magie puzzolenti, i ragazzi mangiano le caramelle mille più
un gusto (compreso il gusto vomito). Tutto questo fa parte delluniverso
preadolescenziale, nei libri si indugia su questi piccoli piaceri
orali ed anali, trattandoli senza riprovazione.
Unacuta descrizione, sotto forma di metafora, del mondo
interno e dei suoi conflitti in preadolescenza e in adolescenza,
non solo è ben accetta al ragazzino ma gli fornisce anche
alcuni strumenti: identificandosi con il protagonista si sente
meno solo e diverso, lenisce le sue ansie (il percorso è
difficile ma non impossibile), lo fa sorridere, a volte, sulle
sue difficoltà, sdrammatizzando le sue paure e dando
sollievo ai sensi di colpa che accompagnano linsorgere
di fantasie e spinte orali ed anali.
Ho paragonato la serie di Harry Potter ad una lunga fiaba, B.
Bettelheim nellintroduzione al suo libro Il mondo
incantato afferma: Perché una storia riesca
realmente a catturare lattenzione del bambino deve divertirlo
e suscitare la sua curiosità. Ma per poter arricchire
la sua vita, deve stimolare la sua immaginazione, aiutare a
stimolare il suo intelletto e chiarire le sue emozioni, armonizzarsi
con le sue ansie ed aspirazioni, riconoscere appieno le sue
difficoltà, e nel contempo suggerire soluzioni ai problemi
che lo turbano. In breve, essa deve toccare contemporaneamente
tutti gli aspetti della sua personalità, e questo senza
mai sminuire la gravità delle difficoltà che affliggono
il bambino, anzi prendendone pienamente atto, e nel contempo
deve promuovere la sua fiducia in sé stesso e nel futuro.
Bettelheim scrive queste parole nel 1975, nel 2000, forse i
ragazzini hanno trovato in questa nuova fiaba una storia che
da un lato permette unabreazione emotiva e dallaltro
un sostegno dellIo.
Unimportante funzione della favola è infatti quella,
attraverso il linguaggio della metafora, di suggerire di non
bloccare le spinte pulsionali bensì di accettarle incanalandole
verso modalità di soddisfacimento in accordo con le esigenze
dellIo e del Super-io.
Le favole, nel loro linguaggio simbolico universale, forniscono
svariati esempi di come la risoluzione del conflitto psichico
possa passare attraverso la sublimazione delle pulsioni aggressivo-sessuali,
aiutano così a rafforzare il principio di realtà.
La spinta non viene inibita o bloccata ma incanalata verso soddisfazioni
sintoniche con lIo e la realtà.
© Daniela Marenco