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L'inconscio

di Phill Mollon

Centro Scientifico Editore , Torino, 1993

Scrivo con molto piacere la recensione al primo volume di una Collana importante per la nostra scienza, "Le parole della psicoanalisi", del Centro Scientifico Editore.

La scelta del primo titolo è emblematica: "L'inconscio". Può sembrare una scelta scontata ma lo è solo in apparenza: la psicoanalisi contemporanea, cedendo alle spinte narcisistiche della società industrializzata, corre il rischio di cedere le armi al nemico, i meccanismi di diniego dell'esistenza dell'inconscio, e di far tornale le consapevolezze del corpo sociale all'ottocento.
E' un pericolo che ben conosceva Sigmund Freud, messo chiaramente in luce dalla nostra Dott.ssa Ceccarelli nel lavoro "Otto Rank: dissensi nel Comitato" apparso su queste stesse pagine.
Nel 1937, a proposito delle analisi brevi e delle indubbie difficoltà che esse determinano, criticando quanto espresso da Rank sulla possibilità di portare a termine un’analisi in pochi mesi, il Maestro scriveva:
“Non si può negare che il filo del pensiero di Rank era audace e ingegnoso, ma non ha resistito alla prova di un esame critico. Esso fu concepito sotto lo stress del confronto tra la miseria post-bellica dell’Europa e la “prosperità” americana, ed era destinata ad accelerare i tempi della terapia analitica per adattarsi all’impeto della vita americana. Poco abbiamo udito circa i risultati del piano di Rank. Probabilmente esso non ha ottenuto più di quanto si sarebbe fatto se dei pompieri, chiamati per un incendio causato da una lampada a petrolio che non funziona, si contentassero di togliere la lampada dalla stanza in cui l‘incendio è scoppiato. Certamente questo richiede molto meno tempo che estinguere l’intero incendio”. 1
Il diniego dell'esistenza dell'inconscio è il vero punto di discrimine tra chi ha abbracciato l'essenza del pensiero freudiano e chi, al contrario, ne ha svuotato totalmente la pregnanza dei principi, conservando della psicoanalisi solo il nome. L'inconscio è il nostro demone ed il modo più semplice di eliminare il perturbante è il diniego, un meccanismo di difesa pericoloso, prossimo alla psicosi.
Con uno stile di alta divulgazione scientifica, accessibile anche al lettore non iniziato al tema, l'Autore svela la continuità soggiacente a sogni, sindromi nevrotiche e psicotiche e lapsus mostrando al lettore come, in definitiva, noi siamo vissuti dai moti inconsci: un bello schiaffo all'onnipotenza infantile, così largamente tutelata dalla società narcisistica del nostro tempo.
Un lavoro piacevole e rigoroso che coniuga correttezza delle informazioni a scorrevolezza e chiarezza divulgativa.

Q.Z.

Note:

1 Ernest Jones “Vita e opere di Freud, l’ultima fase 1919-1939” Il Saggiatore.

 

     
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