Immagine e fotografia
di
Nicola Peluffo
Borla,
Roma, 1984
Dall'Introduzione:
La
recente pubblicazione in italiano della mia sintesi della metodologia micropsicoanalitica,
descritta nel volume La Micropsicoanalisi (Borla 1983) e specificata nel
Dizionario di Psicoanalisi e di Micropsicoanalisi (Borla 1984) può
servire al lettore come punto di riferimento per i concetti che espongo in questa
mia introduzione al libro di Nicola Peluffo, Immagine e fotografia.
Un lavoro di alto impegno ed utilità pratica e teorica che completa e definisce
in senso micropsicoanalitico le riflessioni raccolte nel suo precedente saggio
«Micropsicoanalisi dei processi di trasformazione» (Book's Store,
Torino 1976), dedicato alla relazione psicobiologica derivata dal reciproco rapporto
feto-madre.
La micropsicoanalisi, come molti sanno, è uno studio dello psichismo che
va al di là dell'inconscio e che permette di esplorare l'uomo sino all'es,
riformulato come articolazione (cerniera) energetico-pulsionale. In effetti la
metapsicologia micropsicoanalitica fonda le pulsioni e la loro sistematizzazione
su una organizzazione energetica le cui verifiche sperimentali possono essere
riassunte nel modo seguente:
1) allo stato diffuso nel cosmo e dunque alla
base di ogni fenomeno (sia un essere umano che una stella), vi è una trama
energetica neutra, in statu nascendi" permanente, che definisco energia
elementare:
2) l'organizzazione di tale energia avviene a caso e per
stati successivi (soglie) fino ai tentativi: moduli energetici e dinamici
primari di ogni realtà psicomateriale (psichica e/o materiale);
3)
gli insiemi di tentativi costituiscono delle entità che possono strutturarsi
in entità psichiche o materiali. Le entità psicobiologiche
che compongono l'uomo sono delle entità psicomateriali che hanno raggiunto
un livello di strutturazione specifico dei modi di relazione tra inconscio-preconscio-conscio
e la vita cellulare.
Il legame tra i diversi livelli di strutturazione dell'energia,
per definizione discontinua, e il supporto dei tentativi è il vuoto in
continuità. Vuoto onnipresente, non specifico e senza finalità,
costitutivo di ogni cosa e a cui tutto tende a ritornare. Dato che la continuità
del vuoto prevale sulla discontinuità energetica, la tendenza a ritornare
al vuoto si pone come principio da cui deriva l'insieme del sistema pulsionale.
Mentre per S. Freud e le scuole post-freudiane (specialmente M. Klein) le
pulsioni specifiche provengono rispettivamente dalla pulsione di morte (distruzione,
aggressione) oppure dalla pulsione di vita (sessualità, auto-conservazione),
per la micropsicoanalisi il dualismo pulsionale è ridotto ad un dinamismo
più fondamentale che stabilisce che la pulsione di morte è di fatto
una pulsione di morte-di vita, nella quale prevale la pulsione di morte.
In effetti per il principio di cui ho parlato prima, la pulsione di morte
è ridefinita come propensione a ritornare al vuoto ed è da essa
che per sussulto microcronico rimbalza la pulsione di vita ridefinita come
la propensione a sfuggire al vuoto.
Dalla pulsione di morte-di vita si diramano
le copulsioni. Le co-pulsioni sono le unità motrici delle entità
psicobiologiche che azionano ognuna delle tre attività cardinali dell'uomo:
il sonno/sogno, l'aggressività, la sessualità. I loro modi di espressione
sono psichici e somatici. I modi psichici riguardano le rappresentazioni, gli
affetti e la loro interazione anche fantasmatica, quelli somatici attengono la
biologia, in particolare l'enzimologia e l'endocrinologia.
Nella pratica
micropsicoanalitica, il lavoro in profondità, cioè quello che raggiunge
le basi energetiche e pulsionali dell'uomo sino al suo vuoto costitutivo, si ottiene
con la tecnica della seduta giornaliera, di molte ore consecutive, e con i seguenti
supporti tecnici:
- studio delle fotografie;
- studio della corrispondenza;
- studio dei disegni dei luoghi di abitazione;
- studio dell'albero genealogico;
- studio delle registrazioni di alcune sedute.
Tale lavoro favorisce
la mobilitazione e l'esteriorizzazione delle rappresentazioni-affetti che la motricità
copulsionale imprime energeticamente nell'es e di lì nell'inconscio.
Dunque, è precisamente l'insieme di queste rappresentazioni-affetti e delle
loro interazioni filogenetiche e ontogenetiche rimosse oppure no, che definisce
l'Immagine, così come la si intende in micropsicoanalisi. Immagine
che, partendo dalle impressioni energetiche iscritte co-pulsionalmente nell'es,
struttura l'inconscio e, in particolare, l'io e il super-io. Questa concezione
energetica dell'Immagine permette di farsi un'idea dell'impatto dello studio micropsicoanalitico
delle fotografie. La descrizione dettagliata, per mezzo di lenti elettriche ad
ingrandimenti progressivi, delle fotografie personali e di famiglia, recenti e
passate, permette di assimilare e di ri-introiettare la propria persona, non soltanto
dalla nascita, ma dalla vita intrauterina e ben presto sin dalla fecondazione.
Inoltre dà la possibilità di assimilare e di ri-introiettare i personaggi
della propria vita utero-infantile (madre, padre, fratelli, sorelle, nonni, avi,
etc ... ). Questo lavoro di impregnazione fotografica favorisce il rivissuto
delle rappresentazioni-affetti della vita utero-infantile, la loro rievocazione,
abreazione e infine la loro verbalizzazione associativa. Inoltre mette in evidenza
in modo particolare:
- i fenomeni di sosia. L'analizzato scopre che
alcune tra le persone con le quali è in relazione amorosa, di amicizia
o professionale, hanno una somiglianza parziale o quasi totale con qualcuno dei
suoi parenti;
- l'Edipo-castrazione. L'analizzato scopre "dal
vivo" l'aggressività-sessualità dei suoi avi e dei suoi genitori,
così come l'ha vissuta co-pulsionalmente durante il suo sviluppo psico-sessuale.
L'elaborazione associativa di codesto materiale fa affiorare le reminiscenze del
coito parentale, cosa che dà la possibilità alla micropsicoanalisi
di stabilire che la scena primaria è quasi sempre vissuta in modo concreto
(e non solo fantasmatico);
- il sado-masochismo. L'analizzato prende
coscienza della sua aggressività attiva e passiva in identificazione interazionale
con il sado-masochismo parentale;
- la madre fusionale. L'analizzato
può essere confrontato a due comportamenti patogeni tipo, della madre durante
lo stadio orale: 1) la falsa presenza, atteggiamento assente o di rigetto
soprattutto della madre, come esteriorizzazione della sua rivalità egoistica
e gelosa; 2) la folle presenza, atteggiamento animale (conscio a gradi
diversi) della madre, come esteriorizzazione della sua paura del vuoto. Questi
due atteggiamenti patogeni della madre si rivelano particolarmente durante lo
studio delle fotografie di allattamento;
- la filogenesi. L'analizzato
si familiarizza con le sue linee ancestrali materne e paterne e pone alcuni riferimenti
(termini) specifici rispetto al suo terreno psicobiologico.
É precisamente
questo rapporto rappresentazionale-affettivo, e in definitiva energetico, tra
la fotografia e l'Immagine, e poi l'es-inconscio che è illustrato nel presente
volume di Nicola Peluffo. Il valore scientifico di questo lavoro risiede nel fatto
che gli esempi tratti dal materiale delle sedute lunghe di numerosi analizzati,
formano delle tipologie in cui ognuno di noi, almeno per certi aspetti, potrebbe
riconoscersi. Lascio al lettore il compito di scoprirne le più intime risonanze.
SILVIO FANTI (1919
- 1997)
Presidente onorario
della Società Internazionale di Micropsicoanalisi e dell'Istituto
Italiano di Micropsicoanalisi Couvet (Svizzera) - Agosto 1984
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