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La postura
19 febbraio 2001
Ore davanti al computer,
seduti a un banco di scuola, alla scrivania, al posto di lavoro.
E a fine giornata, doloretti sparsi che inchiodano la schiena,
il collo, gli arti. Colpa delle posizioni sbagliate, si dice,
del poco movimento, dei gesti ripetitivi. E invece il moderno
approccio neurologico ai problemi posturali rivoluziona tutto
e chiama in causa anche la psiche rivisitando in chiave scientifica
la millenaria medicina orientale.
Così esordisce Francesco Bollorino del Dipartimento di
Scienze Psichiatriche dellUniversità di Genova alcuni
giorni fa nel dare per via telematica una notizia che io apprendo
mentre mi trovo seduto già da alcune ore sulla mia poltrona
davanti al computer, e comincio ad avvertire qualche dolorino
alla schiena.
Il neurologo Livio Annibaldi citato da Bollorino
ricorda a quanti non fossero medici che tutte le funzioni
dellorganismo si svolgono sotto il controllo del sistema
nervoso centrale ed in particolare che i meccanismi più
alti di controllo della nostra muscolatura si trovano nella corteccia
cerebrale, in una zona chiamata somatosensitiva. Dal momento che
tale zona gestisce tutti i meccanismi neuromuscolari e nello stesso
tempo controlla e viene influenzata dai meccanismi psichici, la
postura è espressione anche dello stato psichico.
La postura afferma Annibaldi - è la posizione che
il corpo assume sia da fermo che in movimento. E regolata
dal sistema nervoso centrale attraverso meccanismi di controllo
in virtù di specifici "programmi", ed è
da questa sede che originano gli squilibri posturali che nel tempo
si stabilizzano senza che ce ne accorgiamo, causati da stimoli
fisici (come un trauma) ma soprattutto da stimoli emotivi. Gioia,
ansia, paura, rabbia, influenzano il tono muscolare che aumenta
e poi, finito lo stimolo, diminuisce. Ma se gli stimoli permangono
per un certo tempo lo stato di contrattura si stabilizza e può
determinare un cambiamento dei programmi di controllo del sistema
nervoso centrale.
La nuova postura alterata viene così riconosciuta "normale"
dal sistema nervoso centrale e diventa fonte di disturbi. Ma i
processi nervosi di controllo conclude Annibaldi - si modificano
ma si possono recuperare, ripristinando in tutto o in parte l'efficienza
dei sistemi e degli organi alterati.
1
La notevole capacità di modificare i propri centri in funzione
di stimoli che gli giungono dallambiente esterno ed interno
è unacquisizione della moderna Neurofisiologia, che
ha dimostrato che il SNC è molto più plastico di
quanto non si ritenesse in passato. Anche durante una lunga seduta
di micropsicoanalisi le verbalizzazioni e le esteriorizzazioni
di altro tipo che lanalizzato produce, si accompagnano a
variazioni posturali, che lanalista può annotare
graficamente, seguendo lesempio di Nicola Peluffo. In pratica,
per mezzo del disegno, lAutore cerca di tracciare un postrogramma
dellanalizzato, che confronterà in un secondo tempo
con i dati ricavati dalluso degli altri supporti tecnici
della metodologia micropsicoanalitica.
2
Tra i supporti tecnici, che favoriscono lo studio analitico del
materiale cosiddetto documentario dellanalizzato, lo studio
del materiale iconografico rende evidenti le modalità di
espressione corporea proprie e dei personaggi della ontogenesi
e della filogenesi.
Lo studio delle fotografie in micropsicoanalisi prevede un primo
momento descrittivo con lausilio delle lenti di ingrandimento,
seguito da un lavoro associativo. È possibile così
analizzare a fondo la rappresentazione iconica delle posizioni
reciproche dei personaggi della fotografia, le espressioni dei
loro volti, delle loro mani, è possibile cioè leggere
il linguaggio del corpo. La fotografia infatti fissa i movimenti
espressivi del protoplasma, cristallizza lemozione e, quando
viene analizzata e studiata con la rigorosità necessaria,
veicola laffetto nelle associazioni (verbali o di altro
tipo) attraverso le quali la situazione fotografia è descritta
e rivissuta. 3
Peluffo quindi ha potuto verificare che da un punto di vista posturale
vi sono delle forme che mutano e altre che si mantengono, così
come avviene per le serie associative e per quelle oniriche. Proprio
lirriducibilità di certe forme potrà fornire
secondo Peluffo unindicazione sullintima essenza della
forma psichica dellanalizzato, cioè di quei dati
che avranno una forte probabilità di mantenersi e ripetersi
lungo le linee generazionali.
A questo proposito ricordo con estrema nitidezza un episodio legato
alla ricerca genealogica di un analizzato che chiamerò
Giacomo. 4
Il nostro alcuni anni fa si trovava in un paesino della Campania.
Vi era giunto con lintento di approfondire la conoscenza
indiretta di alcuni antenati dei quali aveva pochissime notizie.
Di fronte al palazzo municipale incontrò un vigile urbano
e gli sembrò la persona giusta alla quale chiedere delle
informazioni. Era un uomo alto, robusto, con una struttura fisica
simile alla sua ma un po più giovane di lui. Immediatamente
provò una sensazione di turbamento e stupore: linterlocutore
gli somigliava anche per un certo modo di gesticolare, aveva una
forma simile alla sua!
Si ricompose abbastanza presto ed, ottenute le notizie desiderate,
lo salutò ringraziandolo.
Qualche giorno dopo linizio della ricerca che cominciava
a dare i suoi frutti, in occasione di una visita ad un gruppo
di lontani parenti, Giacomo fece una scoperta sorprendente: il
sosia faceva parte della sua famiglia!
© Luigi Baldari
Disegni di Nicola Peluffo
Si ringrazia lAutore
per averne consentito la riproduzione
NOTE:
1
- Metodiche Rinaldi Fontani, on line: www.irf.it. back
2
- N. Peluffo, Per un posturogramma della seduta, Bollettino dellIstituto
Italiano di Micropsicoanalisi n.1, Diffusioni grafiche Villanova
Monferrato (AL), 1985. back
3
- N. Peluffo, Immagine e fotografia, Borla, Roma, 1984. back
4
- L. Baldari, Modalità di espressione corporea nelle lunghe
sedute di micropsicoanalisi, Convegno nazionale AI CONFINI
DEL REALE. Corporeità nella relazione terapeutica,
Cosenza 27 giugno 1998. back
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