Biologia
e psicoanalisi: Leggendo Kandel
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12 febbraio 2004
Dopo le numerose
lettere ricevute in seguito al "new intellectual framework
for psychiatry" pubblicato nel 1998 sullAmerican
Journal of Psychiatry, Kandel scrive nel 1999 un secondo articolo
intitolato "Biology and the future of psychoanalysis:
a new intellectual framework for psychiatry revisited".
Le meditate riflessioni del grande neuroscienziato, sui progressi
e sulle aperture concettuali permesse dallo sviluppo delle neuroscienze,
tentano anche una riunificazione di vari modelli della storia
della psicologia. LAutore parte dal condizionamento classico
di Pavlov fino ad arrivare alla teoria dello stress di Selye.
Si tratta di una sorta di riflessione a fine secolo sulle nuove
basi culturali su cui rifondare la nuova psichiatria, assegnando
alla psicoanalisi un ruolo di componente fondamentale.
I problemi attuali della psicoanalisi, secondo LAutore,
riguardano la sua mancata evoluzione scientifica: "Cosa
più importante, e più criticabile, è che
la psicoanalisi non si è evoluta scientificamente. Specificamente,
non ha sviluppato metodi oggettivi per dimostrare le eccellenti
idee formulate allinizio. Come risultato, la psicoanalisi
entra nel ventunesimo secolo con la sua influenza in declino.
Questo declino è da rimpiangere, dal momento che la psicoanalisi
rappresenta ancora la visione della mente più coerente
e soddisfacente dal punto di vista intellettuale
Il mio
proposito in questo articolo è di suggerire un modo in
cui la psicoanalisi potrebbe ri-energizzarsi, cioè sviluppando
una più stretta relazione con la biologia in generale
e con le neuroscienze cognitive in particolare." 1
Non si tratta quindi di uno dei tanti funerali della psicoanalisi,
quanto una precisa collocazione del pensiero psicoanalitico
come potenziale e indispensabile alleato nel compito di fornire
un soddisfacente modello della mente.
Il discorso di Kandel traccia gli ambiti possibili in cui la
biologia e la psicoanalisi potrebbero convergere, terreni in
cui discipline e metodologie diverse devono incontrarsi proprio
a sottolineare costantemente la necessità di integrazione
interdisciplinare, in cui il ruolo della biologia è di
mettersi al servizio della psicoanalisi.
Nonostante i notevoli progressi fatti negli ultimi 50 anni dalla
biologia, non esiste ancora un modello biologico soddisfacente
della comprensione dei processi mentali complessi. La convinzione
di molti biologi che hanno focalizzato i loro sforzi sul rapporto
mente-cervello è che la mente sarà per la biologia
del XXI secolo quello che è stato il gene per la biologia
del XX secolo. Kandel a questo proposito cita François
Jacob: "Il secolo che sta per finire si è preoccupato
di acidi nucleici e proteine. Il prossimo si concentrerà
sulla memoria e sul desiderio. Sarà in grado di rispondere
alle domande poste?" 2
La biologia di oggi, sostiene lAutore, è
in una posizione migliore per fornire le risposte ai problemi
sollevati dalla memoria e desiderio, ma le risposte saranno
più significative se create da una sinergia tra biologia
e psicoanalisi.
Nel suo articolo Kandel traccia otto aree in cui questa sinergia
potrebbe fornire notevoli contributi:
1. la natura dei processi mentali inconsci; 2. la natura della
causalità psicologica; 3. la causalità psicologica
e psicopatologia; 4. le esperienze precoci e la predisposizione
alla malattia mentale; 5. il preconscio, linconscio e
la corteccia prefrontale; 6. lorientamento sessuale; 7.
la psicoterapia e le modifiche strutturali del cervello; 8.
la psicofarmacologia come complemento alla psicoanalisi.
1. La natura dei processi mentali
inconsci
Nel tracciare
la prima convergenza tra psicoanalisi e neuroscienze, Kandel
parte dalla memoria e dalle prime scoperte di Brenda Milner
(1954) sulla funzione del lobo temporale mediale e dellippocampo.
Kandel utilizza il termine "inconscio procedurale"
per indicare la qualità inconscia di quel processo oggi
chiamato dai neuroscienziati memoria procedurale. (Visualizza
l'immagine n° 1
)
Due entità vengono per così dire tagliate fuori:
il preconscio e linconscio della rimozione. LAutore
cita a questo proposito le posizioni teoriche di Sandler, Stern
e del Boston Process of Change Study Group, in cui viene sottolineata
limportanza terapeutica dei "momenti di significato
momenti nellinterazione tra paziente e terapeuta
che rappresentano il raggiungimento di una nuova serie
di memorie implicite che permettono alla relazione terapeutica
di progredire ad un nuovo livello. Questa progressione non dipende
da intuizioni consce; non richiede che linconscio diventi
conscio. Piuttosto, i momenti di significato sono pensieri che
portano a cambiamenti nel comportamento i quali aumentano la
gamma di strategie procedurali del paziente per fare ed essere".
3
Kandel propone un confronto teorico in cui l'attenzione
degli studiosi è indirizzata alla necessità di
mantenere vivi i fondamenti della teoria psicoanalitica, e le
ricerche sperimentali scelte come riferimento sono state effettuate
da ricercatori allinterno della psicoanalisi ufficiale.
Inoltre lAutore si chiede se le moderne tecniche di visualizzazione
oggi a disposizione della ricerca neuroscientifica, saranno
in grado di permettere delle descrizioni più accurate
dei meccanismi cerebrali (ed il loro substrato molecolare) di
quei sistemi che mediano le altre forme di memoria inconscia,
linconscio dinamico e il preconscio-conscio.
2. La natura del determinismo
psicologico
Il secondo punto
di convergenza riguarda il tema del determinismo psichico (lapsus,
pensieri apparentemente non collegati, scherzi, sogni). La metodologia
di base del pensiero psicoanalitico - le libere associazioni
- deriva dal concetto di determinismo psichico. Kandel fornisce
un parallelismo tra i lavori di Freud appartenenti alla fine
del secolo scorso, e le ricerche di Pavlov sullapprendimento
per associazioni, oggi chiamato conoscenza procedurale.
(Visualizza
l'immagine n° 2
)
Le acquisizioni sperimentali di vari Autori (Kamin, Thompson,
Clark, Squire e lo stesso Kandel) partono tutte dal modello
del condizionamento classico convenzionale ottenuto in una forma
chiamata condizionamento differito. Una variazione di
questo modello sperimentale, chiamata condizionamento di
tracce, converte il condizionamento implicito in memoria
esplicita. I soggetti normali diventano consapevoli dellintervallo
temporale che intercorre tra lo stimolo condizionato e lo stimolo
incondizionato. Linteressante considerazione fatta da
Kandel è quindi che: "una piccola variazione
nella sequenza temporale modifica unistanza del determinismo
psichico dallessere inconscio a conscio
in accordo
con lidea che i due sistemi di memoria, procedurale e
dichiarativa, sono spesso reclutati insieme da un compito comune
e codificano differenti aspetti del pattern sensoriale di stimoli
(o del mondo esterno) presenti nel soggetto." 4
Abbiano quindi le due prospettive: quella psicoanalitica,
che affronta i processi di scambio tra inconscio e conscio,
e la ricerca neurobiologica, che cerca di specificare le aree
e i circuiti coinvolti nei diversi tipi di apprendimento.
3. La causalità psicologica
e psicopatologia
Il terzo punto
di convergenza esaminato mette inizialmente a confronto il condizionamento
alla paura pavloviano e il concetto di ansia-segnale freudiano.
Secondo Kandel, i due Autori giunsero indipendentemente luno
dallaltro alla scoperta dellimportanza adattativa
del riconoscimento dei segnali di pericolo. La segnalazione
anticipatrice del pericolo permette allindividuo di prepararsi
allattacco o alla fuga. A questo proposito Kandel prende
in considerazione le ricerche di LeDoux sullamigdala.
Questa importante struttura è ritenuta responsabile del
coordinamento del flusso di informazioni tra differenti aree
cerebrali coinvolte nellespressione della paura. Secondo
LeDoux la stimolazione dellamigdala comporta negli esseri
umani la comparsa di sensazioni di paura e di pericolo imminente
e che senza amigdala non cè percezione della paura.
Lo stress può bloccare lattività dellippocampo
provocando una mancanza di consapevolezza.
4. Le esperienze precoci e la
predisposizione psicopatologia
Si arriva così
al problema della presenza di fattori predisponenti alla malattia
mentale e delle esperienze precoci dellinfanzia. Le importanti
ricerche di Anna Freud e Spitz sugli effetti traumatici della
separazione, verranno riproposte in chiave etologica da Harlow
che scopre lesistenza di periodi critici per lo sviluppo
delle relazioni sociali sia nelle scimmie che negli esseri umani.
La teoria dellattaccamento di Bowby rappresenta unestensione
di questa tradizione di ricerca. Viene accennato al meccanismo
di amnesia infantile non causato dalla rimozione quanto piuttosto
dal lento sviluppo del sistema di memoria dichiarativa. Alcune
ricerche condotte sui roditori (Levine et al., Ader e Grota,
Hofer) confermano lesistenza di un sistema simile. Levine
in particolare (prendendo come modello teorico la risposta allo
stress di Selye), analizza a livello molecolare le conseguenze
che la separazione precoce produce nel bambino. Lattivazione
lungo lasse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) dovuta allo
stress (la separazione dalla madre in questo caso), produce
un innalzamento del livello ematico di ormoni glucocorticoidi.
Tale risposta, che rimarrà come traccia per tutta la
vita, rappresenta un esempio biologico di influenza dovuta ad
esperienze precoci avvenute nella primissima infanzia. Altri
studi successivi su modelli animali (Nemeroff e Plotsky), forniscono
prove dellaumento dellespressione genica di quei
fattori (ormone corticotropo, CFR) coinvolti nella risposta
allo stress nel caso di cuccioli separati dalla madre durante
le prime settimane di vita. La condizione prolungata di stress
può anche portare ad atrofia neuronale nellippocampo,
come risulta da ulteriori studi (McEwen e Sapolsky). Lipotesi
suggerita da Kandel è che il meccanismo di rimozione
sia invece una effettiva amnesia, cioè un danno permanente
al sistema di memoria mediato dal lobo temporale mediale cerebrale.
Una separazione precoce dalla madre produce nel bambino una
risposta allo stress che verrà immagazzinata dal sistema
di memoria procedurale, lunico sistema già differenziato
durante le prime fasi di vita. Tuttavia questi processi porteranno
a danni permanenti a carico dellippocampo e di conseguenza
a modifiche persistenti nel sistema di memoria dichiarativa.
Queste ricerche su modelli animali sono di rilevanza clinica
notevole come evidenziato nel disturbo postraumatico allo stress
(Bremner e coll.) in cui ci sono evidenti danni nella memoria
dichiarativa, e anche nella depressione (Nemeroff e coll.),
in cui si assiste ad una marcata ipersecrezione di CRF.
5. Il preconscio, linconscio
e la corteccia prefrontale
Kandel ritiene
che la corteccia associativa prefrontale possa mediare alcuni
aspetti del sistema preconscio-conscio. La corteccia prefrontale
assolve due funzioni principali: integrazione di informazioni
sensoriali e pianificazione di movimenti. Lesioni in questa
area della corteccia, producono deficit nella memoria operativa,
una componente a breve termine della memoria esplicita. Tra
le diverse funzioni attribuite alla corteccia prefrontale, questa
scoperta indica anche la funzione di mantenimento a breve termine
delle informazioni immagazzinate o richiamate dalla memoria
dichiarativa. Baddeley utilizza il concetto di memoria esecutiva
per indicare il processo di integrazione e combinazione delle
informazioni attuali con quelle avvenute nel passato (esperienze,
azioni, conoscenze). La valutazione realistica di conoscenze
esplicite da richiamare, potrebbe corrispondere, come suggerisce
Solms, ad alcune funzioni che la psicoanalisi attribuisce allio
(esecutive) e al super-io. Secondo Kandel il coinvolgimento
della corteccia prefrontale è da interpretarsi proprio
in questo senso.
6. Lorientamento sessuale
e la biologia delle pulsioni
La prima parte
del paragrafo è interamente dedicata alle fasi dello
sviluppo psicosessuale, richiamando la concezione psicoanalitica
classica dellomosessualità maschile e femminile.
Esaminando poi gli studi che suggeriscono un contributo genetico
allorientamento sessuale, Kandel ricorre ad una classificazione
in termini più specifici. Il genere genotipico (determinato
dai geni) è diverso da quello fenotipico (definito dallo
sviluppo dei genitali esterni). Più complessa è
lidentificazione di genere in cui ci si riferisce alla
percezione soggettiva del sesso personale. La preferenza per
un partner sessuale definisce infine lorientamento sessuale
e Kandel fornisce esempi di ricerche sperimentali che studiano
alcune caratteristiche comuni di comportamento esistenti nei
mammiferi. Il dimorfismo sessuale, legato alla presenza di fattori
ormonali durante lo sviluppo, si estende al cervello, e di conseguenza
anche al comportamento. In seguito alla scoperta delle basi
biologiche del genotipo e del fenotipo di genere lAutore
pone la domanda: qual è la base biologica dellorientamento
sessuale? Segue a questo punto una ricca serie di ricerche attuali
sul tema della biologia del comportamento. Alcuni dati sperimentali
riguardano il livello di testosterone quale funzione modulatrice
del comportamento. Siccome le differenze sessuali nel comportamento
mostrano alcune differenze nelle funzioni cerebrali, esse saranno
probabilmente dovute in parte anche a differenze strutturali
del sistema nervoso centrale. Il dibattito sulla componente
ereditaria dellorientamento sessuale si aggiunge alle
altre questioni indicate dallAutore quali possibili fonti
di influenza per il pensiero psicoanalitico riguardanti le dinamiche
dellorientamento sessuale.
7. La psicoterapia e le modifiche
strutturali del cervello
Un esperimento
effettuato su musicisti che suonano strumenti ad arco (Taub
e coll.), ha dimostrato lesistenza di differenze nella
rappresentazione corticale delle dita della mano sinistra, la
mano più importante per suonare quella famiglia di strumenti.
Tali modificazioni sono più accentuate se il soggetto
inizia a suonare nei primi anni di vita. Altri lavori sperimentali
con modelli animali sulla memoria a lungo termine indicano la
presenza di alterazioni nellespressione genica e modificazioni
anatomiche (e quindi anche funzionali) cerebrali. Le caratteristiche
e le abilità di un individuo probabilmente vengono modificate
per tutta la vita, perciò Kandel si chiede se anche la
psicoterapia è in grado di produrre tali modificazioni:
"È affascinante pensare al successo della psicoanalisi
nel produrre modificazioni persistenti delle attitudini, abitudini,
e comportamenti consci e inconsci, producendo alterazioni nellespressione
genica che portano a modificazioni strutturali nel cervello".
5
Lautore collega il meccanismo di alterazione dei processi
di memoria a lungo termine con il concetto di cambiamento in
quanto prodotto del lavoro psicoterapeutico, un concetto centrale
nel pensiero psicoanalitico.
8. La psicofarmacologia come
complemento alla psicoanalisi
Lultimo
tema esaminato riguarda luso degli psicofarmaci nel corso
di una psicoanalisi. Kandel mette a confronto le indicazioni
di Ostow che 40 anni fa sosteneva limportanza cruciale
dellaffetto quale determinante del comportamento e della
psicopatologia, addirittura più importante della presa
di coscienza. Ostow riteneva lintervento farmacologico
uno strumento investigativo importante delle funzioni affettive.
Questa posizione è condivisa da studiosi come Sandler,
Stern e il gruppo di Boston, secondo i quali il progresso terapeutico
avviene grazie a modificazioni (moments of meaning) che coinvolgono
le conoscenze procedurali inconsce, senza un necessario collegamento
allinsight cosciente.
Concludendo questo lungo contributo, Kandel afferma nuovamente
la necessità di una revisione metodologica allinterno
del pensiero psicoanalitico. Non volendo ridurre i concetti
psicoanalitici a quelli puramente neurobiologici, lautore
tuttavia ricorda quanto avvenuto nel campo della genetica molecolare
che ha saputo fondere insieme la genetica classica mendeliana
con la biologia, evitando la scomparsa delle discipline centrali.
Molti sono i gruppi e i ricercatori che secondo Kandel stanno
compiendo degli sforzi per una psicoanalisi concettualmente
e sperimentalmente più rigorosa: Ostow, Olds e Cooper,
agli inizi, Kaplan-Solms e Solms, Shevrin in tempi recenti.
Infine, riprendendo il tema della necessità di importanti
cambiamenti istituzionali, Kandel ripropone un "rapporto Flexner"
per gli istituti di formazione psicoanalitica, come avvenne
agli inizi del 1900 per la medicina a seguito del rapporto preparato
da Abrahm Flexner. In tal modo, per avere un futuro la psicoanalisi
dovrebbe stabilire un dialogo con la nuova biologia, auspicandosi:
"..che una disciplina unificata di neurobiologia, psicologia
cognitiva e psicoanalisi dovrebbe creare una nuova e più
profonda comprensione della mente." 6
© Alessandro Mura
Note:
- E. R. Kandel,
A new intellectual framework for psychiatry. American Journal
of Psychiatry, 1998 Apr;155(4):457-69.
- Eric R. Kandel, Biology and the future of psychoanalysis:
a new intellectual framework for psychiatry revisited. American
Journal of Psychiatry, 1999 Apr; 156(4):505-24.
1
Eric R. Kandel, Op. cit. p. 505.
2 Eric
R. Kandel, Op. cit. p. 508.
3 Eric
R. Kandel, Op. cit. p. 509.
4 Eric
R. Kandel, Op. cit. p. 512.
5 Eric
R. Kandel, Op. cit. p. 519.
6 Eric
R. Kandel, Op. cit. p. 522.