Babbo Natale non esiste!
12 dicembre 2006
Oggi, 12 dicembre 2006, nell’edizione diurna del TG di Italia 1 ho ascoltato un curioso servizio, dal titolo “Babbo Natale non esiste e la maestra è licenziata”, che mi ha dato molto da pensare.
In sintesi, sempre che la notizia sia veritiera, i fatti sarebbero i seguenti: in Inghilterra una maestra delle scuole elementari (non dell’asilo!) in un’ora di supplenza avrebbe detto ai bambini che Babbo Natale non esiste. Alcuni di loro sarebbero tornati in lacrime a casa, i loro genitori avrebbero telefonato indignati al preside che, su due piedi, avrebbe licenziato in tronco l’insegnante.
Possiamo pur considerare che l’insegnante abbia potuto fare quello che in psicoanalisi si definisce un “intervento selvaggio”, cioè un intervento fondato sulla rivelazione diretta di un contenuto preconscio-inconscio senza tener conto delle resistenze e del transfert. Ma questa insegnante ha solo fatto quello che magari con un minimo di tatto e pazienza i genitori dovrebbero fare a cavallo dei primi anni della scuola elementare: rivelare l’origine fantastica dei miti infantili avvicinando progressivamente i bambini al dato di realtà.
Ai miei tempi (ho fatto la prima elementare nel 1961) le cose accadevano in questo modo: i pochissimi bambini che ancora non erano stati resi edotti dai genitori dell’esistenza del mondo delle fiabe e della sua differenziazione da quelo reale, alla prima elementare si scontravano con la comunicazione del dato di realtà fatta, senza mezzi termini, dai compagni di classe e, ovviamente turbati, al ritorno a casa ne parlavano con i genitori. Questi ultimi accoglievano volentieri l’occasione e destrutturavano l’illusione fantastica del bambino. E’ ovvio che la rinuncia ad una soddisfazione fantasmatica (illusione) comporta un certo grado di sofferenza, ma questa è ampiamente ripagata da una progressiva adesione con il dato di realtà.
Noto con un certo sgomento (dato che codesti sono fenomeni inarrestabili) come la società marci, con ogni mezzo ed in ogni modo, verso la tutela dell’irrazionale. Mala tempora currunt!
© Quirino Zangrilli
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