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a cura di Quirino Zangrilli  
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La pandemia da virus H1N1: un esempio di psicosi da laboratorio

8 novembre 2009

virusLo psicoanalista, si sa, ha come scopo principale del suo lavoro quello di porsi, in modo neutrale, cioè lavorando allo scioglimento dei meccanismi di difesa che ingabbiano i conflitti umani, come ambasciatore di realtà. L’analisi è una continua, progressiva, revisione delle convinzioni fantasmatiche del paziente, alimentate dal suo psichismo infantile, impregnato di animismo, a cui si sostituiscono le percezioni del mondo reale.
Dunque una persona che come me fa lo psicoanalista da trenta anni non può restare passivo di fronte alla scientifica inseminazione di un germe psichico delirante nella popolazione.
Mi riferisco a quella che (impropriamente) viene definita psicosi di massa della pandemia da virus H1N1.
In questa breve newsletter mi limiterò dunque a riportare dei dati inoppugnabili, raccolti grazie all’opera del Dott. Tom Jefferson, epidemiologo, che si è preso la briga di fare il lavoro che ci si sarebbe aspettato facesse diligentemente l’OMS: una revisione approfondita di tutti gli studi sui vaccini contro l'influenza stagionale negli ultimi 15 anni.
Il Dr. Jefferson è, probabilmente, il maggiore esperto mondiale sulla qualità delle evidenze scientifiche addotte a sostegno dei vaccini per l'influenza stagionale. In numerose interviste rilasciate il Dott. Jefferson è il primo a citare numeri inoppugnabili con i quali ci si deve confrontare. Il resto sono fantasie.
La cosa più semplice da fare per valutare l’aggressività di una forma influenzale è quella di studiare il suo modello reale, cioè l’indice di mortalità che essa raggiunge realmente.
Il nostro modello lo abbiamo già a disposizione. La diffusione del virus è già avvenuta nell’altro emisfero e lì abbiamo la prova provata della pericolosità di questo virus. In Australia l’inverno è quasi finito e vaccinazioni non sono state fatte (i vaccini non erano pronti): dunque abbiamo la possibilità di vedere quale sia effettivamente la mortalità causata dal virus in assenza di misure vaccinali. Bene, il Dott. Jefferson ci informa che in Australia, la tanto attesa pandemia non c’e’ stata. Nell’anno corrente ci sono stati 131 morti a causa del virus H1N1 su una popolazione di quasi 22 milioni di persone a fronte di 2623 morti nel 2007 cioè circa un ventesimo di quelli dovuti alle comuni influenze. E, gioverà ricordarlo, non per effetto del vaccino, che come sappiamo non era ancora a punto ma perché l’influenza H1N1 è più mite delle precedenti.
Il Brasile presenta una situazione analoga: ci sono stati finora circa 600 decessi a fronte di un numero atteso di decessi da influenza (normale) di circa 15.000 nel corso della stagione.
Infine è doveroso ricordare che i vaccini attualmente in commercio in Italia contengono un potenziante, lo squalene, responsabile di gravi complicanze cardiologiche e di diversi disordini gravi a carico del sistema immunitario.
Per finire bisogna considerare che la stessa Oms stima che il giro d'affari complessivo per il vaccino contro l'H1N1 possa arrivare a quota 20 miliardi di dollari: a buon intenditore, poche parole.

 

© Quirino Zangrilli

 

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