Le difficoltà
scolari del bambino
26 Novembre 2000
Questo articolo è
in corso di pubblicazione sul Bollettino dell' Istituto Italiano
di Micropsicoanalisi . n° 30.
Di solito la segnalazione
di una situazione di difficoltà di apprendimento o comportamento
scolare avviene da parte degli insegnanti i quali si rivolgono
ai servizi socio-sanitari di base, affinchè gli operatori
(psicologi e assistenti sociali) svolgano unindagine sui
motivi che determinano lo scarso rendimento, linsuccesso
scolastico e/o le condotte disadattative del bambino.
Esiste altresì una percentuale, anche se minore, di genitori
che si rivolgono spontaneamente ad un professionista perché
preoccupati per il disagio espresso dai loro figli.
Eccetto i casi, percentualmente rari, di insufficienza mentale
grave su base organica, la maggioranza dei bambini che giungono
ad una consultazione mostra un disadattamento scolastico e delle
difficoltà di apprendimento che non sono proporzionali
al quoziente intellettivo. In poche parole si tratta per lo
più di bambini normodotati. Del resto la maggior parte
degli studiosi è concorde nel ritenere che, per una corretta
comprensione di ogni singolo caso sono necessari:
- la misurazione psicometrica del quoziente intellettivo,
- la valutazione clinica (prove piajettiane) volta a comprendere
la struttura del ragionamento in funzione dei diversi stadi,
- la conoscenza del contesto socio-familiare nel quale il bambino
vive,
- lanalisi dellaffettività e delle relazioni
oggettuali.
Tratterò prevalentemente gli ultimi due punti considerando
il disturbo dellapprendimento come il sintomo patognomonico
di una situazione patologica dellapparato psichico.
Innanzitutto, valutando letà di insorgenza dei
sintomi, sarà opportuno appurare se questi interessino
tutti i tipi di apprendimento o se investano un ambito specifico
(lettura, scrittura, calcolo) e se ad essi siano associati difficoltà
relazionali.
In verità si tratta di distinzioni piuttosto arbitrarie,
perché, a ben vedere, una difficoltà scolastica
che si presenta durante la pubertà o ladolescenza,
avrà senzaltro degli antecedenti nelle fasi di
sviluppo precedenti, magari con manifestazioni esteriori differenti;
ad esempio, la dislessia, secondo C. Chiland, deve essere considerata
lequivalente di un sintomo nevrotico (o psicotico)
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da situare nellinsieme dellorganizzazione mentale
del bambino e del quale va valutato il valore economico.
Nella mia esperienza clinica ho modo di osservare bambini e
ragazzi della scuola dellobbligo, provenienti da ambienti
socio-culturali diversi, con difficoltà scolastiche più
o meno gravi, presenti dallinizio della scolarizzazione
e adulti con una storia evolutiva analoga.
Presentano diversi tratti di personalità: possono essere
instabili sul piano motorio e collerici, oppure al contrario
taciturni con un comportamento passivo, apatico ed un aspetto
sognante come di chi ha la testa altrove. E difficile
incontrare il loro sguardo perché pur guardando la persona
che hanno di fronte sembrano non vederla. Hanno occhi acquosi
che vagano nellorbita oculare come una barca alla deriva.
Laspetto stanco di colui che svolge un lavoro faticosissimo
o una guerra senza fine.
S. Freud in Inibizione, Sintomo e Angoscia dice
se
lIo è stato impegnato in un compito particolarmente
difficile
o è stato costretto a trattenere fantasie
sessuali continuamente insorgenti, allora simpoverisce
talmente in fatto di energia disponibile, che deve ridurre il
dispendio contemporaneamente in molti punti, come uno speculatore
che abbia immobilizzato il suo denaro nelle sue stesse imprese.
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In questo contesto il desiderio di apprendere, la pulsione epistemofilica,
sembra assente. Lio del bambino risulta menomato nelle
sue funzioni. Ne consegue uninibizione del fare e del
sapere; un sapere troppo erotizzato e carico di valenze aggressive.
Una giovane donna che da bambina aveva riportato reiterati insuccessi
scolastici, nel corso delle sedute di micropsicoanalisi esprimeva
la sua aggressività nei confronti delle maestre e dei
compagni di scuola dicendo
li avrei ammazzati tutti,
da bambina volevo ammazzare tutti i bambini e le maestre
avevo
unaggressività incredibile, eppure non sono mai
riuscita a ribellarmi
io reprimo persino le lacrime
ero
abbandonata a me stessa, non so perché continuassero
a mandarmi a scuola, io non capivo niente, non cero, stavo
bene solo in strada
ogni volta che andavo a scuola temevo
di non rivedere più mia madre
Queste associazioni
erano sempre seguite, dallesteriorizzazione di desideri
aggressivi nei confronti dei familiari:
vorrei che
morissero tutti, li brucerei tutti al rogo
sono proprio
cattiva, ho ereditato la cattiveria di mio padre
.
Pur non entrando nello specifico del caso da me trattato, queste
associazioni mi consentono un aggancio con quanto sostenuto
dagli esperti di maltrattamento infantile e incesto. Essi sono
concordi nel riconoscere una correlazione tra questo tipo di
esperienze e le difficoltà di apprendimento.
A proposito dellincesto M. Malacrea e A. Vassalli, citando
Rosenfeld scrivono: Quando le intense reazioni emotive
non sono esternate in comportamenti ma vengono represse e internalizzate,
la rapida emergenza di problemi patologici si manifesta anche
in disturbi dellapprendimento, della socializzazione
.
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Questi eventi traumatici fanno da amplificatore dei desideri
aggressivo-sessuali rimossi o repressi, principalmente edipici
di possesso/distruzione e mettono lio ancora immaturo
in una situazione conflittuale dalla quale scaturiscono angoscia
e sensi di colpa. Si determina una fissazione della pulsione
sessuale sia alla meta che agli oggetti originari. Tale fissazione
inibisce la sublimazione della pulsione stessa verso mete socialmente
più elevate che, nella fattispecie delletà
alla quale mi riferisco, sono costituite dallapprendimento
e dalla socializzazione. La meta resta il soddisfacimento immediato
del desiderio aggressivo-sessuale e loggetto le figure
parentali.
In questo contesto il fallimento scolastico rappresenta la giusta
punizione che, pur riattivando per coazione a ripetere
i vissuti autosvalutativi, costituisce pur sempre un male minore
rispetto allangoscia di castrazione evocata dalla situazione
originaria.
Ci spieghiamo così il significato di sintomo da attribuire
al fallimento scolastico, in quanto
segno e sostituto
di un soddisfacimento pulsionale.
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© Bruna Marzi
NOTE:
1-
C. Chiland, L'enfant de 6 ans et son avenir, Paris, PUF, 1971. back
2
- S. Freud, Inibizione, sintomo e angoscia, Opere Vol. VII,
Boringhieri, To ,1980. back
3
- M. Malacrea e A. Vassalli (A cura di), Segreti di famiglia
l'intervento nei casi d'incesto, Raffaello Cortina Editore,
Milano, 1995. back
4
- S. Freud, op. cit. back