|
Bagliori
di Giovanna Ternavasio
Giovedì 30 maggio
presso il liceo pedagogico Domenico Berti di Torino è stato
presentato l'interessante ed originale volume di Giovanna
Ternavasio Bagliori dallalba dei tempi a domani,
edizioni Il Capitello. Nella parte conclusiva, questo bel libro
riporta un intervista a tre rappresentanti della cultura
contemporanea: il pittore Francesco Casorati, lastrofisica
Margherita Hack, il micropsicoanalista Nicola
Peluffo. Bagliori, dallalba dei tempi a domani-
inserito in un progetto dal titolo Arte scienza psicoanalisi
rispondono ai giovani indirizzato agli studenti del 1°
anno delle superiori è una sintesi dellevoluzione
delluomo dalla preistoria ad oggi.
Attraverso brevi biografie romanzate dei grandi protagonisti del
passato, intervallate da riquadri di collegamento storico, questo
testo (a tratti anche poetico) permette agli adolescenti di avvicinarsi
a Mosè, a Pitagora, a Galileo, a Freud, ad Einstein, e
ad altri capiscuola di diverse epoche e di vari settori del sapere,
e cogliendoli nella loro quotidianità e nella loro tensione
creativa, fa sperimentare ai giovani un modo di essere improntato
ai valori del coraggio, della ricerca di soluzioni nuove, della
libertà delluomo.
Letto individualmente o utilizzato in classe sotto la guida dei
docenti, può essere un valido strumento di crescita stimolando
riflessioni sui problemi dellumanità e sulle tematiche
che investono laspetto intellettivo, volitivo e affettivo
dei singoli individui.
"Scienza e Psicoanalisi"
ringrazia la Dott.ssa Ternavasio per aver concesso la pubblicazione
dell'intervista al Prof. Nicola Peluffo.
L'Intervista al Prof. Nicola Peluffo
( parte comune)
Dalla preistoria a oggi lumanità
ha percorso un lungo cammino. Secondo Lei quale sarà il
settore nel quale si verificheranno i maggiori progressi ?
1)
Sul piano del processo primario, cioè nella dimensione
a-spaziale e atemporale dellinconscio non ci dovrebbero
essere cambiamenti, se non quelli vincolati alla ripetizione e
ai gradi di libertà che nel mutare delle forme della raffigurabilità
e dellintelligibilità, inserisce il caso. Secondo
S. Freud la forza e la durata della ripetizione provoca nuovi
inserimenti nelles, e, dato che les è totalmente
inconscio e si manifesta nellinconscio, è possibile
che le richieste delles creino nuove conflittualità
per il momento impensabili.
Nel preconscio-conscio, cioè in una prospettiva storica,
il progresso che mi auguro ci possa essere è una generalizzazione
delle capacità di astrazione e quindi un avvicinamento
ad un pensiero scientifico e concettuale che senza eliminare la
poesia della natura, riduca le superstizioni ideologiche, cioè
i deliri socialmente accettati, alla loro posizione di pensiero
prelogico e patogeno, in modo da neutralizzarne la forza distruttiva.
Quali doti saranno di maggior
aiuto alluomo nel futuro? Quelle artistiche, quelle scientifiche,
quelle psicologiche?
2)
Se per scienza si intende lo sviluppo organizzato dellistinto
della ricerca, le doti di maggior aiuto saranno quelle
scientifiche anche se i campi di applicazione artistico e psicologico
non sono certamente trascurabili. E non sono trascurabili i tentativi
onirici, i campi in cui da svegli o dormienti la fantasia fa valere
le sue valenze creative.
Qual è il maggior pericolo
che potrebbe incontrare lumanità?
3)
Prevedibili uninfinità, per esempio un asteroide.
Da un un punto di vista generale, un progressivo irrigidimento
degli schemi di assimilazione ed accomodamento che rendano problematiche
le trasformazioni necessarie all'adattamento. In una prospettiva
micropsicoanalitica il pericolo risiede in un irrigidimento eccessivo
degli schermi iconici che possa provocare una diminuzione, oltre
una soglia di sicurezza, della possibilità di mettere in
atto nuovi tentativi. Tale impossibilità provocherà
un arresto nelle trasformazioni e di conseguenza lumanità
sparirà.
Lei, che ha raggiunto obiettivi
notevoli, saprebbe indicare in virtù di che cosa li ha
conseguiti?
4)
Questa domanda è simile a quella della parte specifica
in cui mi si chiede perché si è dedicato alla
psicoanalisi. Direi che mi ha spinto un istinto di ricerca
(che poi è linstint dessais di S. Fanti) che
è iniziato dallimitazione dei suoni degli oggetti,
ai tentativi di collezioni di pietre, conchiglie, etc. sino, al
liceo, alla passione per la filosofia presocratica, platonica
e neoplatonica. E tuttavia una spiegazione riduttiva, ad
ogni modo è così che sono arrivato agli studi di
etnografia, folclore, preistoria,storia del linguaggio e della
scrittura e poi a S. Freud (psicoanalisi) e a J. Piaget (epistemologia
genetica). La formazione psicoanalitica e poi quella micropsicoanalitica
sono state il naturale completamento di quel processo, così
come lesercizio della professione. La psicologia sociale
e dinamica che ho insegnato per trentanni allUniversità
di Torino, se non sapessi che tempo perso non ne esiste, e che
la relazione con gli studenti qualche traccia lha certamente
lasciata, direi : una perdita di tempo.
Secondo Lei è più
felice una persona che vive naturalmente la vita spendendo la
totalità della propria energia nel lavoro, nella costituzione
di una famiglia e nella procreazione dei figli o una persona che
si impegni fino in fondo per realizzare una vocazione?
5)
Anche quella della famiglia è una vocazione. Anche se sembrerebbe
essere una necessità. Una necessità è certamente
la spinta alla riproduzione, che però non implica lesistenza
della famiglia. Le anomalie, cioè linibizione ad
esercitare listinto di riproduzione della specie, sono un
segnale patologico legato alla pulsione di morte.
Se non nascono bambini, da un punto di vista quantitativo il totale
delle persone al mondo cambia poco è da quello qualitativo
che cambia molto. Si conservano ammassi di cellule in putrefazione
e si eliminano, le cellule nuove, i bambini, con anticoncezionali
ed aborti. Sia chiaro che questa è una semplice constatazione.
Daltra parte il culto della morte che non è presente
nella Bibbia (lAntico Testamento) è stato mutuato
delle pratiche religiose egizie, introdotto nel cristianesimo
e da li non si è più mosso.
Si tenga presente, quando si parla di vocazione, che
nessuno chiama. Ciò che sembra una voce che chiama, sono
solamente correnti di tentativi che, a seconda della situazioni,
possono diventare sempre più probabili sino a fondersi
in una forma riconoscibile e definibile. Per esempio la vocazione
ad ascoltare con pazienza, neutralità e benevolenza, è
una delle condizioni necessarie per diventare uno psicoanalista.
Anche un confessore ascolta con pazienza, però giudica,
condanna o assolve; lo psicoanalista è neutro ascolta e
analizza; al limite, quando è necessario, fa qualche ricostruzione
e qualche chiarificazione interpretativa.
Che cosè una vocazione?
Come può un giovane rendersi conto di possederne una ?
6)
Ho spiegato ciò che intendo per vocazione. Un giovane non
può, a priori, essere sicuro di averne una. Può
solo desiderarlo. Lidentificazione ai maestri farà
il resto. La componente filogenetica è importante come
si può verificare in certe famiglie, specialmente di musicisti
o medici, orafi ed esperti artigiani in cui la frequenza del discendente
che continua il lavoro dellantenato è significativamente
più alta che nella media della popolazione.
Lei ha fiducia nei giovani
? Qual è la loro forza ? Quale la loro debolezza ?
7)
La forza psichica del giovane (non la forza fisica) è la
stessa di quella del vecchio. La loro forza o debolezza è
misurata dal grado di conflittualità tra i processi primari
e quelli secondari. Per entrambe le categorie lostacolo
maggiore alla libera trasformazione delle loro potenzialità
in atti produttivi è costituita dalla coazione a ripetere.
Cioè dalla necessità inconscia di rimettersi in
situazioni umilianti, dolorose, fallimentari che alleviano i loro
sensi di colpa per fatti, degni di espiazione, che non hanno mai
commesso ma che derivano da traumi psichici filogenetici.
Non posso avere fiducia in nessuno perché i fatti si compiono
o meno, per conto loro. Il consiglio che, tuttavia, posso dare
ai giovani è quello di impadronirsi a fondo dei codici
espressivi che rendono il pensiero raffigurabile ed intelligibile,
e di costituirsi un solido sistema di definizioni su cui e con
cui operare. La loro debolezza è quella di tutti: l ignoranza.
(parte specifica)
Perché
si è dedicato alla psicoanalisi ?
8)
Trovare il perché non è possibile. Per ciò
che riguarda il come mi sono già, in parte espresso. Le
strade che ho percorso, da un punto di vista sia culturale che
esperenziale sono state tre: la psicoanalisi, la psicologia infantile,
la ricerca epistemologica.
La formazione psicoanalitica, micropsicoanalitica ed epistemologica
è avvenuta tutta in Svizzera. Nella prossima risposta continuerò
questo argomento.
Secondo Lei,
è corretto definire gli psicoanalisti medici dellanima
?
Che cosè lanima per uno psicoanalista ?
9)
Questa domanda viene rivolta sovente agli psicoanalisti. La risposta
è complicata: medico è colui che cura, Freud era
certamente un medico e ha cercato di trovare un rimedio che eliminasse
o diminuisse la sofferenza in persone che erano portatrici di
sintomi sine materia, cioè senza cause organiche
riconoscibili. Per riuscire nel suo scopo ha cercato di unire
gli insegnamenti di Breuer e dei grandi maestri dellipnosi
(Charcot, Bernheim, Libeault, etc.) ai suoi studi di egregio sperimentalista
della medicina, applicando alla psiche il metodo della scomposizione,
cioè, lanalisi.
Ha scoperto così la psico-analisi (psychoanalyse) e ha
potuto delineare una descrizione topico-dinamica e genetico-economica
dellapparato psichico. Cioè ha descritto la forma
materiale e il funzionamento di unentità indefinita:
lanima.
In questo senso la psicoanalisi è una ricerca che prosegue
e la micro-psico-analisi ne è la continuazione, che esplora
il dettaglio dellapparato psicobiologico (come la micro-fisica
per la fisica e la micro-biologia per la biologia, la micro-storia
per la storia, etc.). Ad ogni nuova scoperta il concetto di anima
viene meglio definito .
La psicoanalisi
ha avuto considerazioni contraddittorie da parte della società.
Perché alcuni tendono a non considerarla scientifica ?
10)
Forse perché ha a che fare con lanima
o lo spirito; parole sospette per gli intellettuali
che non ne conoscono il significato analitico.
Per quanto riguarda lopposizione verso la psicoanalisi,
come diceva Freud, lo studio analitico del proprio apparato psichico
ingenera enormi resistenze. E comprensibile. Si disfa unequilibrio
instabile, nevrotico, ma pur sempre equilibrio. Se una goccia
di sangue potesse esprimere il suo parere mentre viene analizzata,
cioè scomposta nelle sue componenti elementari per verificarne
la qualità e le proporzioni di combinazione tra codeste
componenti, probabilmente si opporrebbe in preda ad unangoscia
di smembramento che le sembrerebbe irreversibile. Ecco perché
sia lindividuo che la società si oppongono con vari
mezzi alle prove di scientificità della psicoanalisi, pur
subendo inconsapevolmente la legge della coazione a ripetere che
porta al fallimento continuo dei tentativi più nobili,
per esempio, quelli di ottenere la pace. Lumanità
ha subito troppi traumi per poter rinunciare a cercarne degli
altri.
La micropsicoanalisi,
cioè il movimento di cui il dottor Fanti e Lei siete stati
fondatori, si pone in linea di continuità o di rottura
rispetto alla teoria freudiana? In che cosa si differenzia dalla
psicoanalisi classica?
11)
La micropsicoanalisi continua la ricerca di S. Freud. Le differenziazioni
tecniche, salvo la seduta lunga, sono supporti pratici utili ma,
teoricamente, poco significativi. La seduta lunga e frequente
che studia a fondo la sovradeterminazione associativa (verbale
e comportamentale) e il sogno è la vera novità.
Il mezzo che permette lapprofondimento metapsicologico delle
riflessioni di Freud. Freud, ha scoperto lesistenza della
pulsione di morte. La spinta coatta dellessere umano a rimanere
o a rimettersi, come stato di passaggio, in situazioni distruttive
e di sofferenza, situazioni in cui la tensione è massima.
Il Maestro, ha fatto dipendere questo fenomeno dalla profonda
necessità della materia organica di ritornare alla pace
dello stato inorganico. Per la micropsicoanalisi, questa necessità
mortifera di stasi, è da ricercare nella spinta alla scomposizione
totale della materia sino alle particelle elementari che si ricompongono,
a caso, nel vuoto.
Una persona che
si sia sottoposta a unanalisi è diversa da prima
(dalle altre?). In che cosa ?
12)
Una persona che porti a termine una psicoanalisi, ed a maggior
ragione una micropsicoanalisi, è certamente diversa dal
suo modo di essere pre-analitico e dalle altre persone.
La psicoanalisi elimina i conflitti principali e disattiva le
coazioni a ripetere. In parole povere, il soggetto, può
essere consapevole delle basi inconsce dei suoi pensieri e comportamenti
quindi può fare quello che desidera quando e come lo desidera
sempre in coerenza relativa con il principio di realtà.
La micropsicoanalisi avanzando oltre allinconscio sino alle
matrici energetiche e pulsionali dellessere umano, lo mette
in contatto con la sua filogenesi umana e animale (e oltre) e
relativizza tutte le ideologie comprese quelle religiose, che
riveleranno la loro componente animistica. In altre parole una
micropsicoanalisi portata a termine permette la neutralizzazione
delle fasi di fissazione filo-ontogenetiche che guidano i comportamenti
regressivi mentali e comportamentali dellindividuo e della
società, e da la possibilità allessere umano
di essere pienamente consapevole di se stesso, di operare nei
limiti delle sue possibilità e di affrontare serenamente
e neutralmente l'ineluttabilità attuale di certi fatti.
Unaltra acquisizione fondamentale è quella di poter
eliminare certe difese come, il diniego, la negazione, la scissione
dellio e quella delloggetto che assieme allisolamento
gli impediscono di prendere contatto con ciò che pensa,
dice e sente e lo obbligano a vivere di proiezioni sugli altri;
cioè di attribuire ad un nemico sociale, ad un avversario
(il diavolo) la responsabilità di tutto.
|
|