Mainades
1
(Menadi)
7 gennaio 2001
Ci sono alcune notti
di guardia in ospedale considerate terribili e da evitarsi a
tutti i costi: sono le notti orgiastiche, o della
goduria obbligatoria, quelle alle quali le abitudini autolesionistiche
della nostra epoca sacrificano un numero indecente di vite umane:
Ferragosto, Carnevale, Capodanno e Pasquetta ne fanno parte.
Alle ore 3,40 il malcapitato collega di guardia ricovera una
sconosciuta , matura signora, in visita presso amici nella nostra
città, la quale, avendo brindato con uno spumantino
(dicono gli accompagnatori), versa in uno stato di grave disorganizzazione
ideativa e comportamentale.
Ma lalcolemia è irrilevante e giustifica solo in
parte la sintomatologia. Lindomani si riesce a sapere
che due anni prima la signora Menadi
2 ha subìto
un incidente stradale riportando un trauma cranico. Da allora
non sta bene, ha delle crisi, sinnervosisce.
Nelle giornate di degenza successive alla notte del ricovero
si presenta l episodio critico, similepilettico, ma con
caratteristiche spurie che autorizzano il dubbio di un compiacimento
somatico di tipo istrioniforme con un fondo di sofferenza organica:
la signora si scuote, non particolarmente rigida, non si ferisce,
ma si strappa i capelli e si graffia il viso manifestando uno
spiccato dermografismo: una vera Menade!
Ne ha le stimmate, la seduttività, il trasformismo, la
motricità forsennata, la correlazione con uso di alcolici
e la circostanza della festa scatenata del Capodanno.
Si registra persino la frequentazione di altri menadi
nel senso che il brutto incidente di cui sopra, ad esempio,
è stato determinato dalla guida in stato di ebbrezza
di un accompagnatore.
In tutta lEllade le Menadi erano una realtà storica
e non unidea astratta come il dio Dioniso del quale erano
le celebranti.
Il culto di questa divinità era stato introdotto in epoca
relativamente tardiva rispetto al Pantheon classico e fonti
ampiamente documentate (R. Graves, I miti greci.
A. Ferrari, Dizionario di mitologia classica) lo
fanno risalire allepoca della diffusione della coltura
della vite e, quindi, della produzione del vino, dalle sponde
meridionali del Mar Nero a Creta e in Grecia.
Il carattere e le imprese mitologiche di questo dio , le lotte
che ha dovuto condurre per la sua affermazione prima di risalire
a pieno diritto nellOlimpo, ricalcano le vie di diffusione
della coltura della vite fino in Oriente (India) e a Settentrione
(Inghilterra) lungo la via dellambra, soppiantando lentamente
luso della birra con quello del vino, bevanda ben altrimenti
inebriante e socialmente destabilizzante.
Si ha memoria più recente di un analogo fenomeno con
la storia degli Indiani dAmerica e del loro disgregarsi
anche per luso dei potenti alcolici ai quali non erano
abituati.
Euripide , nella tragedia intitolata appunto Le Menadi, narra
come Penteo, re di Tebe, essendosi opposto al culto di Dioniso,
sia stato indotto con linganno dal dio stesso ad assistere
ai riti orgiastici delle Menadi fra le quali erano la stessa
madre di Penteo, Agave 3
e le sorelle, che, tutte in preda alla furia dellestasi
bacchica, non riconoscono il loro congiunto e partecipano al
rito che vede il povero Penteo finire dilaniato e divorato,
destino terribile, adombrato già dal nome che significa
segnato dalla sofferenza .
Le molteplici rappresentazioni pittoriche delle Menadi stigmatizzano
la caratteristica intensa attività motoria di questi
personaggi che si agitano, gridano, copulano, dilaniano di notte,
in preda allebbrezza alcolica.
Facendo partecipare Agave e le sue figlie allomicidio
del loro congiunto, Euripide indica quale condizione di alterazione
delle funzioni psichiche sia indotta dallalcol: laffettività
è stravolta, la percezione inattendibile (le Menadi vedono
Penteo come un leone inferocito), la verbalizzazione ininfluente
e il passaggio allatto la regola.
Si configura cioè una regressione a stadi di sviluppo
arcaici nei quali lagito motorio è la modalità
espressiva prevalente e la senso-percezione è variata
in ragione di una sostanza che circola nel sangue, passa la
barriera emato-encefalica e altera la neurotrasmissione.
Questo discorso si può fare per ogni sostanza psicotropa
e specialmente in caso di uso non terapeutico.
Lostilità che iI culto di Dioniso incontrò
nella sua diffusione nel mondo classico fu determinata dagli
effetti socialmente destabilizzanti delluso rituale del
vino e delle abitudini orgiastiche delle Menadi, finché
non si trovò il compromesso nella regolamentazione del
rito: vedi ad esempio i Baccanali dellepoca romana, feste
delleccesso, consentite solo in certi periodi dellanno.
Semel in anno licet insanire! Ovvero: è consentito impazzire
solo una volta allanno.
Ai nostri giorni resta traccia evidente dei riti dionisiaci
nelle feste del Carnevale caratterizzato da cortei scatenati,
talvolta esplicitamente inneggianti a riti orgiastici: nelle
nostre città si usa ancora sfilare brandendo fasci di
agave 3
con esplicite verbalizzazioni falliche.
Lingresso della Menade in un reparto di psichiatria presenta
degli aspetti di originalità e di interesse legati a
più motivi.
Intanto non è frequente lincontro di casi da Salpêtrière
ai tempi di Charcot e viviamo sempre più unera
di forme miste in cui può essere fuori luogo irrigidirsi
su questioni di diagnosi differenziale.
La costellazione è polimorfa: elementi di conversione,
labuso di qualche sostanza cui spesso si aggiunge una
spina irritativa (quante anomalie aspecifiche della conduzione
dello stimolo allelettroencefalogramma!), il postumo
di un trauma stradale, una TAC con segni di atrofia o un piccolo
deficit involutivo che la solerzia testistica non esita a quantificare.
E, infine, la diagnosi: psicosindrome organica di grado non
psicotico in personalità istrionica. Due numeri di codice
nosografico ed è fatta.
Ma questo non toglierà né aggiungerà nulla
alla comprensione empatica e intellettuale delle sovradeterminazioni
che una celebrante di Dioniso, sfuggita attraverso lo spazio-tempo
alle celebrazioni del Monte Citerone, generosamente offre allosservazione
in una corsia, in ospedale, in Italia.
Nellanno 2OO1.
© Gioia Marzi
NOTE:
1
Dalla forma verbale mainomai
= divenire pazzo, infuriare ripetitivo e ossessivo; da cui il
termine: mania. back
2
Ovvie ragioni di segreto professionale mimpongono
la contraffazione del nome del paziente di cui parlo. Tuttavia
mi è stato possibile riportare, nel nome contraffatto,
la stessa pregnanza di quello originario che non nascondo essere
stato il primo ispiratore di queste riflessioni. back
3
Non ci sfugga lomonimia! Agave era
la Menade nella tragedia di Euripide e lagave è
il vegetale usato nel Carnevale odierno. Esso sostituisce il
tirso, sempre presente nelle raffigurazioni delle Menadi , che
era un ramo dabete avvolto in edera e ci ricorda luso
di una bevanda inebriante primitiva: la birra di abete rinforzata
con succo dedera addolcita con idromele (= miele fermentato,
cosiddetto nettare degli dei). back