Effetti dello stress
sull’insorgenza e sulla diffusione dei tumori
25 ottobre 2008
Riportiamo il comunicato stampa ricevuto dalla SIPNEI.
Tra
qualche settimana avremo il piacere di ospitare un articolo del Prof. Tullio Giraldi sull’argomento.
Comunicato stampa
Stress e depressione peggiorano la prognosi del tumore al
seno. Il neurofarmacologo Tullio Giraldi al Congresso della Società italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia (24-26 ottobre a Roma) presenterà i risultati di una ricerca in corso.
L’ordinario di Farmacologia dell’Università di Trieste,
Tullio Giraldi, da anni studia sia sugli animali sia
sugli umani gli effetti dello stress sull’insorgenza e sulla diffusione dei
tumori. Sull’animale ha ripetutamente documentato che situazioni stressanti favoriscono
l’insorgenza dei tumori, la loro diffusione (metastatizzazione)
una volta insediati e la riduzione dell’efficacia delle terapie.
Al Congresso
della Società Italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia,
previsto a Roma dal 24 al 26 ottobre, presenterà i dati preliminari di una
ricerca in corso su donne operate per tumore al seno. La ricerca riguarda 145
pazienti (età media 55 anni) con tumore della mammella, reclutate presso il
servizio ambulatoriale e il day-hospital della
Struttura Complessa di Oncologia Clinica dell’Azienda Ospedaliero
-Universitaria Arcispedale S. Anna di Ferrara.
“Dai dati che
stanno emergendo dallo studio - ha dichiarato il prof. Giraldi - appare con adeguata evidenza che eventi di vita stressanti, e tra questi
certamente la difficoltà di adattamento mentale al cancro che fa seguito alla
diagnosi e all’inizio della cura, possono modificare l’evoluzione della
malattia, non solo in termini di aumentata crescita neoplastica, ma anche di
maggiore diffusione metastatica, e soprattutto di minore risposta al trattamento
chemioterapico, la cui efficacia può essere addirittura abolita dallo stress e
dalla depressione”. Questi dati indicano inoltre che fattori genetici
costitutivi dei singoli soggetti, quali il cosiddetto “polimorfismo del trasportatore
della serotonina” (il neurotrasmettitore del buon umore), possono aumentare la
vulnerabilità alla sofferenza mentale causata dalla diagnosi e dalle terapie
della mammella. Ciò apre interessanti prospettive per l’impiego, nei soggetti
geneticamente predisposti, di farmaci antidepressivi scelti anche in base allo specifico
assetto genetico del paziente. “L’integrazione di questi approcci ai
trattamenti standard - ha concluso lo scienziato - potrà così consentire una
maggiore attenzione ed una più agevole identificazione della sofferenza mentale
delle singole persone, il cui trattamento neuropsicofarmacologico potrà essere individualizzato aumentando la possibilità di ottenere evidenti
riposte terapeutiche”.
Per il programma completo: www.sipnei.it
© Federico Spanò
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