Va ad Home
Direttore scientifico: Prof. Nicola Peluffo | Direttore editoriale: Dott. Quirino Zangrilli 
Scienza e Psicoanalisi
 SCIENZA
Le novità della Scienza
Articolo di Roberto Calistti  
Home > Indice Scienza >  Questo articolo < indietro
 

Amianto e parola. Il filo del discorso, il senso nel senso della fibra

16 novembre 2009

Premessa

amiantoL’espressione alla fine preferita da Einstein per ciò che in fisica è nota come la sua teoria della relatività è quella di “teoria dell’invarianza”: pare che Einstein prendesse lo spunto per questa espressione dall’oggetto della tesi di dottorato di un suo insegnante (Jost Winteler, presso il quale soggiornò a lungo ad Aarau in Svizzera), il quale designava con essa una sua teoria del linguaggio intitolata alla “relatività delle situazioni” ma fondata per l’appunto sull’invarianza del complesso dei suoni caratteristici usati per comporre frasi significanti in una lingua, quale ne fosse l’evoluzione dalle origini in poi. Stabili e costanti, quindi, sia il bilancio totale di massa ed energia nell’universo chimico-fisico, sia il bilancio totale dei suoni che vibrano nell’universo di un linguaggio, con qualcosa che assimila i due universi in apparenza privi di relazione.
Sia la chimica-fisica sia il linguaggio si basano, in effetti, su elementi costitutivi definiti in numero relativamente limitato (verrebbe da dire povero) e su sistemi di relazioni complessi e mutevoli nel tempo (legami e rotture di legami, con acquisizioni e liberazioni di massa ed energia) che in entrambi i casi configurano, in mezzo al frastuono, anche un ritmo e finanche dei discorsi.
Per discorso non si intende, ora, una relazione comunicativa necessariamente instaurata tra due individui pensanti; discorrono anche un mare e una costa. “Significante” non vuol dire necessariamente “generato da intenzione e portatore di intenzione”: il concetto di “significante” porta però in sé caratteri quali la fissazione del segno, duratura nel tempo (un marchio nel più elementare dei casi, anche solo l’impronta di un’entità materiale o di parte di essa come la punta di un dito che conferisce ad un impasto di argilla ed acqua identità e, di fatto, nome), il trasferimento di tale segno da un luogo a un altro, l’assunzione di una forma definita e dotata di alcuni elementi costanti e collegati (quindi assurta a struttura), forma che è un “in più” rispetto alla semplice somma di tutti i singoli elementi costitutivi. Il segno può essere parola.
Ma se il segno - parola aggiunge qualcosa che prima non esisteva, o per lo meno è “in più” rispetto alla relazione tra massa ed energia (trascurando per il momento di valutare chi sia comparso prima tra parola, massa ed energia), cosa c’è che sia costante nell’universo ? Per Lavoisier è il bilancio della massa complessiva esistente che si conserva sempre in pareggio. Con Einstein è il proprio bilancio complessivo tra massa ed energia che resta sempre in pareggio e nella sua elaborazione irrompe anche l’elemento aggiuntivo del tempo (la velocità della luce), affiorano anche gli ulteriori elementi aggiuntivi del pensiero e del linguaggio che lo formula. Forse è il bilancio complessivo tra massa, energia e parola (non necessariamente parola umana, non necessariamente organizzata in e da un pensiero consapevole) che mantiene una costanza e un equilibrio dell’universo, nei secoli dei secoli.

Materiali preliminari

Il termine amianto si applica a una serie di minerali del gruppo dei silicati, accomunati da una peculiare fibrosità; la fibra di amianto mantiene la sua caratteristica di “struttura lunga” anche quando la si sminuzza, perché si rompe principalmente nel senso della maggior dimensione anziché trasversalmente. In altri termini, avviene normalmente che un minerale ad abito allungato si frantumi, quando sottoposto a una sollecitazione meccanica, in senso trasversale, dando luogo a cilindretti via via più corti e tozzi. La fibra di amianto si suddivide nel senso della lunghezza, dando luogo a fibrille via via anche un po’ più corte, ma soprattutto molto più sottili.
Si dovrebbe parlare, in effetti, di amianti: da un lato il crisotilo ovvero “amianto di serpentino” (sinuoso, flessibile: fili), dall’altro gli anfiboli (diritti e rigidi: aghetti). Tutti sono sclerogeni per il tessuto polmonare e la pleura, tutti sono cancerogeni quanto meno per il polmone e la pleura. Per semplicità, nel seguito si continuerà a parlare di amianto al singolare.

A tutt’oggi non appare chiaro quale sia il meccanismo dell’azione cancerogena dell’amianto, tanto più se si vuole ridurlo al modello classico “un agente, uno e uno solo è il suo meccanismo d’azione”. L’amianto fa un po’ di tutto, ossida il DNA, disturba il fuso mitotico, induce risposta infiammatoria e tutto ciò (forse altro ancora) ha rilievo nella genesi del cancro: l’amianto si comporta come un vivente indisciplinato e ingovernabile, sbraccia in tutte le direzioni ma è chiaro che tutto ciò che fa consegue a un’emissione di sequenze significanti, e ad un’emissione di sequenze che hanno un ritmo, vale a dire la ripetizione in qualche misura sistematica (come ogni discorso è un po’ oscillante nel tono e nel volume) dei gruppi chimici innestati sulla struttura portante di atomi di silicio. L’iterazione (insistenza) del modello principale delle sequenze significanti (più volte lungo una fibra, per tante fibre, per tanto tempo) associata alle piccole variazioni irregolari di composizione chimica che caratterizzano parti diverse di qualsiasi corpo minerale presenta un profilo discorsivo. Il silicio fa con l’amianto, rispetto a tanti altri minerali, un salto di qualità: nemmeno più il reticolo ripetitivo e instancabile del quarzo, ma una realtà modulata attorno ad un profilo tipico (tanto che esistono forme di crisotilo molto diverse tra loro per colore, flessibilità, lunghezza delle fibre macroscopiche e loro disposizione – parallela o ortogonale – rispetto all’andamento della roccia serpentinitica matrice ed incassante).

Svolgimento

L’amianto ha una potenzialità comunicativa, non solo genericamente interattiva. L’amianto è parole, la fibra di amianto è parola, l’amianto è linguaggio. La sequenza spirale degli atomi di silice (l’ossatura) e dei gruppi ossidrile (avvolgimento dell’ossatura), variegata dalla presenza di altre specie chimiche più o meno alteranti il messaggio tra cui il ferro, equivale a una sequenza modulata di suoni che ritorni più volte su sé stessa, secondo un ritmo ondulante ma riconoscibile; equivalenti a pause del suono sono i valli che si creano tra una fibra e l’altra, in natura o sotto sollecitazioni umane. Vibrano le fibre come vibrano dei toni musicali e trasmettono l’energia della loro vibrazione con maggiore efficienza alle strutture fibrose, pur del tutto eterologhe, che sono in grado di entrare con esse in risonanza tra cui diverse della biologia umana; come una voce, la fibra di amianto impatta su tutto ciò che incontra e che è in grado ricevere in sé quell’energia.

Conclusioni

La fibra di amianto costituisce un punto di confine tra biotico e abiotico, molto più le fibre flessibili e sinuose (in buona misura imprevedibili) del crisotilo che le fibre rigide degli anfiboli il cui canto è monotonico. La fibra di amianto richiama molto le molteplici “strutture lunghe” sub-cellulari degli esseri viventi (DNA, RNA, proteine) e con esse da milioni di anni è in grado di entrare in rapporto, forse anche in competizione; certo è che nella storia dell’universo la fibra di amianto compare molto prima di quando appaiano le prime sequenze significanti che si interpretano come vita e il suo primato cronologico va in qualche modo considerato. Un grande vecchio (l’amianto) portato sulla piazza eccezionalmente da eventi naturali come l’erosione delle rocce, molto di più da molteplici attività umane parla alle giovani strutture biologiche un linguaggio arcaico in cui le sequenze comunicative recano significati diversi da quelli recenti. Provoca, l’amianto, nei tempi della pienezza della vita, anche il cancro: cioè una proliferazione disordinata di cellule e un disequilibrio dei loro componenti (molto meno il crisotilo dei suoi simili - non identici - anfibolici), ma quando compare sulla Terra non ha a che fare con strutture vitali di alcun genere. E’ forse esso che per primo prova ad essere vitale, rimanendo a lungo assiderato nella sua roccia-madre: ma giungendo a contatto con l’acqua che scorre lungo le montagne e i grandi plateau fino agli oceani…

 

© Roberto Calisti

 

     
 
   
 
 

 
     
 

  ATTENZIONE:  L'intero contenuto del sito è tutelato da copyright: ne è vietata la riproduzione sotto qualsiasi forma.

Wikipedia Wikipedia può utilizzare l'intero contenuto rispettando le specifiche dell'autorizzazione concessa.

Per eventuali autorizzazioni scrivere al Direttore Editoriale.

 
     
 

 
 
   
EDITORIALE
ATLANTE
PSICOSOMATICA
FREUD
INFANZIA
NEUROSCIENZE
OSSERVATORIO
scienza
PSICHIATRIA
Psicologia
etnopsicoanalisi
ScienzaNews
Scienze Biologiche
Newsletter
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
 
 
 
 
 
incontro