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Le cellule ostinate 16
giugno 2001 Nei delicati meccanismi
biologici accade spesso di assistere ad alcuni fenomeni che sembrano prodotti
dal caso. Anche il movimento di crescita cellulare se osservato a livello microscopico
appare molto simile a quanto si verifica per esempio nei movimenti fluidodinamici
che producono delle turbolenze: basti pensare alle scie di gas che fuoriescono
dalle turbine degli aerei, dalle marmitte delle automobili oppure da una comunissima
pentola a pressione. Tuttavia le cellule in moto nel loro percorso di crescita
cambiano direzione meno spesso del previsto ed il loro movimento che potrebbe
sembrare ostinato gioca in realtà un ruolo centrale nei processi morfogenetici
e di cicatrizzazione delle ferite. Due ricercatori tedeschi sostengono oggi
di poter spiegare questa tenace perseveranza. La determinazione apparente delle
cellule di spingere in avanti deriva spontaneamente dal loro sistema di propulsione
proteica, piuttosto che da un meccanismo centrale separato, dicono i biofisici
Ralf Sambeth e Arthur Baumgaertner del Forschungszentrum di Jülich.
1 Proprio come
non si può costruire una casa gettando alla rinfusa i mattoni luno
sullaltro, così non si potrà ottenere un organismo pluricellulare
come quello di una persona senza mettere le cellule attentamente al posto giusto.
Le cellule però, a differenza dei mattoni, si muovono da sole. Per
molto tempo si riteneva che le cellule fossero omogenee nel loro interno, ma la
scoperta di una serie di organelli membranosi modifica tale rappresentazione interpretando
gli organelli come strutture sospese in un citoplasma più o meno omogeneo
e privo di struttura. Ma è soprattutto nel corso degli ultimi decenni che
le osservazioni al microscopio elettronico mostrano un citoplasma tuttaltro
che informe od omogeneo. Le cellule eucariote contengono una ricca trama di sistemi
filamentosi, collettivamente chiamati citoscheletro, che creano la forma,
generano il movimento ed integrano lattività degli altri organelli.
Alcune ragioni hanno rallentato la scoperta di tali strutture semplicemente perché
alcune componenti del citoscheletro sono così tenui che venivano facilmente
mascherate da strutture di più grandi dimensioni, inoltre esse si degradano
facilmente quando la cellula viene uccisa e preparata per lesame microscopico. I
principali componenti del citoscheletro sono microfilamenti e microtubuli di pochi
nanometri di diametro formati da molecole proteiche (tra le più diffuse
troviamo la tubulina, lactina e la miosina). Gli scienziati parlano di
una "cinetica della polimerizzazione autocatalitica" della rete
di actina del citoscheletro, che fornisce il meccanismo di base per il cammino
casuale costante di una cellula che procede lentamente. Le ricerche mostrano che
il rimodellamento a rete dei processi di ramificazione vicino alla membrana cellulare
è essenziale per la stabilità spaziale bimodale della rete che induce
una spontanea rottura del movimento cellulare isotropico. In altre parole,
le molecole di actina simili a gocce, si legano insieme (polimerizzazione) come
perle di una collana, formando filamenti di actina, che durante la crescita spingono
contro la membrana. Se i filamenti sono troppo lunghi, diventano troppo flessibili
per esercitare molta forza. Per impedire che ciò avvenga, essi ripetutamente
si dividono in due quando si avvicinano alla membrana, creando una densa rete
di corti rami come quelli di un albero. Siccome i legami tra le sub-unità
di actina e le diramazioni dei filamenti sono casuali, dovremmo aspettarci che
le spinte sulla membrana della cellula siano semplicemente altrettanto casuali.
Ma Sambeth e Baumgaertner, usando un modello di simulazione al computer del processo
in analisi, ci mostrano che la spinta tenderà a rimanere nella stessa direzione
per lunghi periodi di tempo, prima di trasformarsi in casuale. Questo perché
la polimerizzazione di actina alle terminazioni dei filamenti vicini alla membrana
è di tipo auto-amplificante: più si verifica più viene stimolata.
Tale meccanismo aumenta le probabilità per il filamento di crescere e ramificarsi
nella direzione corrente piuttosto che in altre direzioni casuali, così
i cambiamenti diventano più rari. Alla scala microscopica, il movimento
casuale è la norma. E facile che in un oggetto piccolo come una cellula
si producano dei movimenti casuali: i grani di polline sospesi nellacqua
si muoveranno a caso, come se sferzati dai movimenti dellacqua. Il movimento
casuale delle cellule unito alla loro riluttanza a cambiare direzione è
chiamato "cammino casuale costante" e sembra sia una caratteristica
essenziale del modo in cui le cellule procedono lentamente verso le loro corrette
posizioni. © Alessandro Mura NOTE: 1
- Sambeth, R. & Baumgaertner, A. Autocatalytic polymerization generates persistent
random walk of crawling cells. Physical
Review Letters , 86, 5196-5199 (2001). back |
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