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In analisi da Freud
18 novembre 2003
Negli anni che stiamo considerando,
Freud pubblicò sei casi clinici dei quali vorrei proporre,
per ora, solo una sintesi.
Il primo lavoro che esporrò é Frammenti dellanalisi
di un caso di isterismo, noto comunemente come il caso
di Dora, definito un frammento poiché
lanalisi rimase incompiuta ed il trattamento durò
solo undici settimane. Nella storia di Dora emerge la presenza
di una madre poco gratificata dalle attività domestiche
che esprimerà la sua insoddisfazione rendendo, per quanto
possibile, la vita difficile al marito. Il padre di Dora aveva
intrapreso una relazione con la moglie di un suo amico, la quale
aveva stabilito con Dora un tipo di rapporto fortemente connotato
da un interesse omosessuale. Lamico del padre arriverà
a corteggiare Dora, alla quale rivelerà, una volta compiuti
diciotto anni, il suo desiderio di sposarla una volta ottenuto
il divorzio. Dora confessò laccaduto ai genitori,
pretendendo da questi limmediata rottura con la coppia in
questione.
Oltre allo studio del caso, nel saggio Freud trattò di
vari argomenti di psicopatologia: una descrizione delle varie
sfaccettature dellisterismo, la sua base organica, il rapporto
tra sintomi nevrotici e perversioni sessuali.
Lo scopo principale di Freud nel pubblicare il saggio fu quello
di voler sottolineare limportanza che riveste linterpretazione
dei sogni nel lavoro psicoanalitico.
Il secondo caso clinico è la prima relazione scritta di
unanalisi infantile: Analisi di una fobia in un bambino
di cinque anni ed è conosciuta come il caso
del piccolo Hans. I genitori erano stati allievi di Freud:
egli aveva curato la madre prima che si sposasse, ed il padre
di Hans aveva seguito tutte le lezioni del Maestro. Fu appunto
il padre, e non Freud, ad analizzare il bambino, ma durante il
lavoro analitico le consultazioni furono frequenti.
Il caso tratta di una fobia che si era innestata su uno stato
di angoscia manifestatasi verso i quattro anni e mezzo, dopo circa
nove mesi dalla nascita della sorellina. Il bambino aveva la fobia
di attraversare le porte, poiché temeva che una volta uscito
potesse essere morso.
Il padre condusse lanalisi effettuando domande dirette al
bambino, trovandosi anche nella condizione di dover tradurre ciò
che al bambino risultava difficile esprimere. Freud dovette difendersi
dallattacco di coloro che affermarono che le conclusioni
raggiunte fossero dovute solo ai suggerimenti del padre, ponendo
però laccento sul cambiamento di opinione che si
era verificato nei riguardi della suggestione. Infatti, mentre
negli anni tra il 1887 e il 1889, Freud, insistendo sullimportanza
della suggestione, aveva incontrato lopposizione della classe
medica del tempo, ora paradossalmente questultima attribuiva
enormi potenzialità alla metodo suggestivo.
Freud ritenne allora opportuno effettuare un esperimento: non
volle rivelare al padre alcune importanti associazioni che aveva
colto nel materiale. Il padre si trovò a lavorare senza
cognizione di causa, finché fu il bambino stesso a chiarirle.
Freud rimase soddisfatto dai risultati dellanalisi, la fobia
scomparse, e, a distanza di anni, ebbe la grande e gradita sorpresa
di ricevere presso il suo studio un giovane di quattordici anni,
alto e robusto, che presentandosi disse: Ich bin der
kleine Hans (Sono il piccolo Hans).
Freud introdusse nel lavoro unimportante osservazione sulla
paura di castrazione, che riprese nel 1923, avanzando lipotesi,
più volte suffragata dai dati clinici, che questa potesse
insorgere senza che vi fosse stata una minaccia reale.
Poco dopo la pubblicazione del suo lavoro sullo Jahrbuch,
rispondendo ad una lettera di Jones, gli scrisse: Sono
contento che Lei abbia capito limportanza del kleiner Hans.
non ho mai guardato con maggiore perspicacia nellanima di
un bambino. 1
Malgrado il successo raggiunto con questa analisi, Freud fu molto
prudente, tanto da non considerare che si era aperto unimportante
campo di intervento per la psicoanalisi: quello dellanalisi
infantile. Infatti Freud nel paragrafo introduttivo espresse addirittura
dei dubbi rispetto alla possibilità di intervento in età
infantile, fortunatamente smentita dai successi terapeutici che
successivamente tale tipo di intervento produsse: Secondo
me, nessun altro sarebbe riuscito a far fare al bambino simili
ammissioni. Le conoscenze particolari grazie alle quali il padre
è stato in grado dinterpretare le osservazioni del
figlio cinquenne, erano indispensabili e senza di esse le difficoltà
tecniche che la psicoanalisi di un bambino così piccolo
presenta, sarebbero state insormontabili. E solo perché
lautorità del padre e di medico si fondevano in una
persona, e perché in essa si combinavano linteresse
affettivo e quello scientifico, che è stato possibile in
questo caso particolare applicare il metodo ad uno scopo cui esso
di solito non si presta. 2
Il terzo caso di questa serie si basò su una relazione
sommaria e frammentaria di un difficile caso di nevrosi ossessiva.
Il paziente era un avvocato di circa trentanni che aveva
sofferto fin dalla prima infanzia di impulsi ossessivi, che si
erano aggravati negli ultimi quattro anni, compromettendo sia
la vita privata che quella lavorativa. Il caso in questione è
conosciuto come luomo dei topi. Lanalisi
iniziò il 1 ottobre del 1907 e durò solo undici
mesi con un risultato brillante. Freud presentò il caso
fin dallinizio del lavoro analitico, con due serate alla
Società di Vienna, il 30 ottobre ed il 6 novembre, aggiornando
successivamente tutti i membri dei progressi che man mano si consolidavano.
Nel congresso di Salisburgo, il 27 aprile del 1908, circa sei
mesi dopo la presa in carico del paziente, espose in maniera più
approfondita e completa il caso.
Nel suo lavoro, Freud oltre che esporre commenti di ordine generale,
introdurrà un capitolo teorico che rappresenterà
un prezioso contributo. Distinse, infatti, le diverse forme di
rimozione che operano rispettivamente nella nevrosi ossessiva
e nellisterismo. Indicando nellisteria il manifestarsi
dellamnesia dei complessi più importanti, indipendentemente
dal fatto che i sintomi che ne derivano siano fisici o psichici,
mentre nella nevrosi ossessiva la caratteristica è la permanenza
del complesso rappresentazionale nella coscienza, privato però
della sua carica affettiva. Sottolineerà anche unaltro
meccanismo tipico che è quello che determina lelisione
di un importante pensiero intermedio che spezza la concatenazione
tra due pensieri, rendendoli incomprensibili.
Freud effettuerà unutilissima distinzione tra le
difese primarie e secondarie che si strutturano nel corso di una
nevrosi. Il processo nevrotico è costellato di idee razionali
che si mescolano continuamente ad idee illogiche, caratteristiche
dellinconscio. Gli ossessivi sembrano attratti dallincertezza,
ed è questa la ragione per cui la loro ideazione ossessiva
riguarda argomenti come la morte o limmortalità.
Freud espose due criteri utili per poter accertare la forma precisa
dei pensieri ossessivi. Il primo è che nei sogni il contenuto
appare manifesto, laltro è che quando i pensieri
ossessivi si susseguono essi hanno essenzialmente il medesimo
significato, anche se sembrano diversi; il primo di essi è
probabile che rappresenti la forma originaria. Freud spiegherà
come la tendenza al dubbio ed il continuo senso di compulsione
siano luno il completamento dellaltro. Egli considera
come una delle principali caratteristiche di questo tipo di nevrosi,
la netta scissione di questi due tipi di atteggiamenti emotivi.
Il dubbio risulta dalla profonda ambivalenza tra odio e amore
che domina la vita del paziente. Freud sottolinea la componente
sadica dellodio, ma solo quattro anni dopo tratterà
con maggiore chiarezza tali tendenze che definirà sadico-anali.
Il senso di compulsione deriva dal tentativo di ipercompensare
il dubbio e lincertezza: quando un impulso riesce ad esprimersi,
esso viene rinforzato da tutta lenergia incistata nelle
incertezze inibitrici, quindi deve realizzarsi ad ogni costo,
poiché in caso contrario si manifesterebbe un insopportabile
stato di angoscia. Gli impulsi, sia psichici che fisici, rappresentano
sempre un atto erotico oppure la sua proibizione diretta. Altra
caratteristica di questo tipo di nevrosi è la regressione
dallazione al pensiero, la stessa attività di pensiero
si sessualizza, così da rappresentare una parte dellattività
sessuale del paziente. Freud si soffermerà anche sul tema
dellautoerotismo, poiché la maggior parte dei pazienti
nevrotici tende ad imputare i loro disturbi alla masturbazione
adolescenziale.
Sottolineerà come sia importante considerare le fantasie
legate allatto masturbatorio, e poco tempo dopo attribuirà
grande importanza alla distorsione regressiva che la masturbazione
nell adolescenza comporta. Essa in definitiva determina
una reinterpretazione dei ricordi infantili con gli strumenti
delladulto, dandone un significato che allora non avevano.
Il quarto studio, pubblicato nel 1911, si fonda sullo studio che
Freud effettuò su un libro di un paziente che era parzialmente
guarito da un disturbo di paranoia. Egli era venuto a conoscenza
dellautobiografia di Schreber nel 1910, sette anni dopo
la pubblicazione, e durante una vacanza in Sicilia discusse del
caso con Ferenczi. Tornato a casa scrisse ad Dottor Stegmann di
Dresda, chidendogli di inviargli tutto il materiale che gli era
possibile reperire. Continuò quindi a studiare il caso,
finché scrisse il saggio nella prima metà di dicembre.
Il protagonista del saggio era il dr. Schreber, che aveva sofferto
nel 1885 di una malattia nervosa per la quale venne seguito per
quindici mesi in una clinica, da un noto psichiatra, il prof.
Flechsig di Lipsia. La diagnosi al momento della dimissione era
stata di ipocondria. Quando presentò la seconda
crisi i sintomi furono più gravi. La malattia si presentò
in due fasi distinte: nella prima, che durò circa un anno,
il paziente mostrava idee deliranti il cui contenuto si riferiva
ad aggressioni omosessuali da parte del suo precedente medico,
il prof. Flechsig, a sua volta sostenuto da Dio in persona. Nella
seconda fase, la sintomatologia condurrà Schreber allaccettazione
del suo destino perché voluto da Dio. A tutto questo si
aggiungevano altre idee religiose e megalomaniche, secondo le
quali egli sarebbe diventato un salvatore del mondo sotto spoglie
femminili, che avrebbe creato una razza di esseri umani superiori.
Freud espresse il netto rapporto, che aveva per altro osservato
in casi analoghi, tra lomosessualità rimossa e la
paranoia, esaminò i rapporti tra quattro tipici deliri
della paranoia e i corrispondenti complessi, arrivando alla conclusione
che i primi rappresentano una negazione dei complessi o una difesa
contro di loro (
Mostra il quadro sinottico ).
Partendo dalla formula Io amo lui (nel caso
di un uomo), Freud esplicherà le tre forme più tipiche
delle idee deliranti paranoidi, dove ognuna delle tre parole può
venir negata separatamente. Se nella proposizione si nega il verbo,
si avrà Io non amo lui - io odio lui,
che però nel delirio paranoide si trasformerà ulteriormente,
per via del meccanismo della proiezione verso lesterno,
sotto forma di Egli odia (e perseguita) me;
in tal caso si è di fronte al delirio paranoide più
diffuso, quello di persecuzione.
Se invece nella proposizione si nega loggetto, avremo Io
amo non lui - io amo lei che proiettato diventerà
Ella ama me, noto come delirio erotico, per
cui il malato crede che ogni donna sia innamorata di lui.
Abbiamo poi il caso in cui nella proposizione si nega il soggetto,
Non io amo lui - Ella ama lui cioè il
tormentoso delirio di gelosia. In questo caso non entrerà
in gioco la proiezione perché il meccanismo interesserà
lesterno, mentre nei primi due casi, poiché si entra
in contatto con la propria percezione interiore, si effettua la
proiezione allesterno. Vi è infine la possibilità
che tutte e tre le parole vengano negate, con il seguente risultato
Io non amo affatto; io non amo nessuno. Poiché
la pulsione erotica deve riuscire ad esprimersi, essa ricade sul
soggetto e lo investe libidicamente. Il risultato è la
megalomania, che in forma più o meno marcata è presente
in tutti i casi di paranoia. Freud userà anche il termine
narcisismo, a cui era ricorso nel suo libro
su Leonardo da Vinci (1910), ma che ancor prima, il 10 novembre
1909, aveva trattato presso la Società di Vienna, descrivendolo
come uno stadio intermedio, necessario nel passaggio dallautoerotismo
allalloerotismo, per poi successivamente collocarlo come
uno stadio fisiologico dello sviluppo erotico.
Freud aggiungerà che nella paranoia il ritiro dellamore
dal suo precedente oggetto è sempre accompagnato da una
regressione, che secondo il Maestro porterebbe dallomosessualità,
precedentemente sublimata, al narcisismo. In questo saggio Freud
distinguerà le diverse forme di repressione, che poi chiamerà
difese. Egli ritiene che il tipo di repressione operante sia più
strettamente legato alle fasi dello sviluppo libidico: nessuna
repressione potrebbe aver luogo se non in rapporto con una precedente
fissazione, che rappresenta limpossibilità
da parte dello stimolo istintuale, a superare un dato stadio di
sviluppo. Le fasi della repressione sono tre:
- la fissazione iniziale
- la repressione vera e propria e
- il crollo di questa repressione con il ritorno del rimosso.
In psicopatologia questultima fase riveste il ruolo più
importante.
Nel quinto caso clinico il paziente soffriva di una nevrosi particolarmente
grave, che gli impediva di occuparsi anche delle attività
più semplici. Si era sottoposto a varie cure, aveva frequentato
varie cliniche, consultato il prof. Ziehen di Berlino ed il prof.
Kraepelin di Monaco, due tra gli psichiatri più famosi
dellepoca. Poiché le cure erano risultate vane, fece
ritorno a casa sua ad Odessa dove incontrò il Dr. Drosnes,
entusiasta della psicoterapia. Il medico si offrì di accompagnarlo
a Berna per consultare il Dr. Dubois, ma quando durante il viaggio
si fermarono a Vienna, decisero di consultare Freud. Il Maestro
fece unottima impressione al paziente che decise su suo
consiglio, non potendo nellimmediato accoglierlo, di ricoverarsi
presso la clinica di Cottage, dato che Freud vi si recava ogni
pomeriggio per visitare un paziente. Questo caso clinico è
noto come quello dello uomo dei lupi. Esso rappresenta
lo studio di una nevrosi infantile fatta attraverso lanalisi
della successiva nevrosi adulta. Il paziente quando giunse allosservazione
di Freud, allinizio di febbraio del 1910, era un giovane
disperato di ventitré anni, costantemente accompagnato
da un medico e da un cameriere personale, perché incapace
persino di vestirsi. Freud lavorò per quattro anni senza
che importanti progressi fossero raggiunti, finché adottando
un procedimento molto rischioso, annunciò al paziente che
avrebbe interrotto la cura allinizio delle vacanze estive,
nel luglio del 1914. La decisione ottenne il risultato di vincere
le resistenze, tanto che una parte importante dellanalisi
terminò ai primi di luglio. Il paziente fece ritorno in
Russia potendo occuparsi di sé e della sua vita. Questi
era il figlio di un avvocato russo di Odessa, ricco proprietario
terriero, morto nel 1907. Con la rivoluzione bolscevica vennero
spogliati di tutte le loro ricchezze, il paziente riuscì
a fuggire nel 1919 con la moglie facendo ritorno a Vienna, dove
Freud lo analizzò per altri quattro mesi, dal novembre
1919 al febbraio 1920. Il paziente poté vivere adeguatamente
per circa dodici anni dopo il trattamento con Freud; successivamente
venne seguito da Ruth Brunswick, dallottobre 1926 al febbraio
1927, per uninsorta psicosi paranoide. Le ultime notizie
a disposizione risalgono al 1940, epoca in cui il paziente non
presentava ormai più alcun problema. Freud cominciò
a scrivere il resoconto del caso al principio dellottobre
del 1914, dopo tre mesi dal termine dellanalisi delluomo
dei lupi. Alla fine del mese aveva scritto 54 pagine e allinizio
di novembre tutte le 116 pagine. Sarebbe stata sua intenzione
pubblicarlo sullo Jahrbuch , ma la guerra determinò
la chiusura prematura della rivista e poiché era un lavoro
troppo lungo per la Zeitschrift, Freud lo ripose nella
speranza che dopo la guerra lo Jahrbuch potesse uscire
di nuovo. Quando però, alla fine della guerra, quelle speranze
svanirono, lo pubblicò nella quarta serie della sua Sammlung
kleiner Schriften, nel 1918.
Lultimo caso Psicogenesi di un caso di omosessualità
femminile riguardò una paziente di diciotto anni
la cui analisi fu breve. La ragazza era innamorata di una signora
di molti anni più anziana di lei; dopo un litigio con questultima
la paziente tentò il suicidio, atto che spinse i genitori
a rivolgersi a Freud. Il maestro aveva intuito che la ragazza
aveva un motivo profondo per conservare lomosessualità
nel tentativo di vendicarsi del padre, quindi interruppe la cura
e consigliò alla paziente di farsi analizzare da una donna.
Nellinfanzia la ragazza aveva attraversato una conflittuale
fase edipica che si era risolta in modo non fisiologico: non riuscendo
a trasferire il proprio amore su un sostituto del padre superando
la rivalità e lostilità nei confronti della
madre, si era identificata con loggetto perduto. Secondo
Freud questo è uno dei tipi di regressione al narcisismo
, che ha il vantaggio di evitare i conflitti con la propria madre.
Freud colse loccasione per fare unaffermazione di
carattere generale sul suicidio, alla quale aveva accennato in
altri scritti: Forse nessuno riuscirebbe a trovare lenergia
psichica sufficiente ad uccidersi se insieme a se stesso egli
non uccidesse in primo luogo qualcuno con cui si è identificato,
cioè se non dirigesse contro se stesso un desiderio di
morte che aveva precedentemente diretto contro questo qualcuno.
3
Concludo sottolineando che nel trattare lomosessualità
Freud non ha più abbandonato il concetto, acquisito da
Fliess, sulla naturale bisessualità non solo di tutti gli
esseri umani, ma di tutte le creature viventi.
© Rossana Ceccarelli
Voyez la version française...
Note:
1
Ernest Jones Vita e opere di Freud, 2 gli anni della maturità
1901-1919 Il Saggiatore.
2
Ernest Jones Vita e opere di Freud, 2. gli anni della maturità
1901-1919 Il Saggiatore.
3
Ernest Jones Vita e opere di Freud, 2. gli anni della maturità
1901-1919 Il Saggiatore.
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