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Psychophantasia sexualis – Indovina chi viene a letto? Il mondo segreto delle fantasie sessuali

5 novembre 2008

La mente d'ogni individuo, in maniera particolare durante l'attività sessuale, è percorsa da pensieri, immagini, o vere e proprie scene, che spesso si sviluppano da stimoli sensoriali appena ricevuti, per lo più visivi, ed a volte vengono elaborati in maniera piuttosto complessa. Possono scaturire dall'insoddisfazione sessuale, come possono essere espressione ludica di creatività e gioia di vivere. Una fantasia sessuale così definita va distinta dai cosiddetti sogni ad occhi aperti, dai monologhi interiori, dai preliminari o dai pensieri erotici passeggeri.
I sogni ad occhi aperti avrebbero la caratteristica di venire creati in maniera consapevole. Altre fantasie, soprattutto le sessuali, invece, risentono maggiormente dell'influenza di quelle profondità dell'inconscio destinate a rimanere inesplorate. Da qui la piacevolezza, la voglia d'evasione, come pure le manifestazioni distruttive provenienti da ambienti familiari punitivi o ipercompetitivi.
Le fantasie sessuali sono composte da un insieme di pensieri su immagini, scenari, rappresentazioni, perfino espressioni linguistiche, per cui si prova eccitazione ricorrendo alle volgarità di linguaggio, o addirittura cambiamenti di identità (travestitismo ed omovestitismo), grazie ai quali, non potendo essere quello che si vorrebbe, si diventa qualcos'altro. Tutto questo insieme di attività psichica si sofferma su contenuti sessuali, con il risultato di produrre sensazioni mentali gradevoli che raggiungono la stimolazione fisica. L'eccitazione si ripercuote sul corpo, nel senso di una preparazione all'atto, con ispessimento dei capezzoli,ed emissione di fluidi dai genitali. Paradossalmente, nello stesso tempo, a livello psichico, si possono provare sensazioni contrastanti, a seconda dell'ambivalenza di atteggiamento nei confronti delle pratiche sessuali. Si tratta del cosiddetto "paradosso masturbatorio". Da fugace interesse verso una qualche provocazione sensoriale, le fantasie si possono arricchire o complicare con una trama che presenta la tendenza a ripetersi.
La scuola di Anna Freud parla di "fantasia masturbatoria centrale", come di quella fantasia fondamentale alla quale si tende sempre a far ritorno e che potrebbe essere considerata il nucleo autentico della personalità. Ad essa verrebbe ricondotta la struttura stessa dell'immaginario, anche qualora dovesse dimostrarsi al massimo della fluidità e del trasformismo istrionico.
Le fonti delle fantasie sono le più disparate, ma sembrano riposare su esperienze precedenti e su impressioni che abbiano profondamene turbato il soggetto. La fantasia contribuisce grandemente alla stimolazione erotica, eccita e rende piccante una relazione, ma può costituire l'unica gratificazione, sia perché non si riescono a trovare partner consenzienti, sia per paura del contatto fisico e di un'eccessiva intimità psicologica. Le fantasie sessuali vanno comunque considerate attività normative, a partire dalle primitive fantasie infantili, e solo in talune particolari circostanze, in seguito ad un qualche evento della vita intimamente sconvolgente, rischiano di tradursi in atti inconsulti. Fattori disinibenti potrebbero tradurre ciò che prima era rimasto confinato a gradi diversi di consapevolezza in perversione posta in atto, anancasticamente o impulsivamente. Un primo, superficiale, livello di consapevolezza è fornito dalle confidenze che si possono fare "in camera caritatis" o da quanto si condivide in termini di preferenze, da quello che si pensa e si dice durante il rapporto carnale, sino alla più completa sceneggiatura pornografica che accompagna l'autoerotismo.
Una fantasia assolve ad una molteplicità di funzioni, ma, in linea di massima, potrebbe restare soggetta alla legge del contrappeso, in modo tale da restituire quanto prima è stato ricevuto. Individui che hanno subìto privazioni materne, proprio per la necessità di compensare, sono portati ad eccedere nell'immaginare seni più prosperosi, o molte paia di floride mammelle, fino alla rappresentazione di scene lesbiche.
Per gli analisti freudiani le fantasie sessuali risponderebbero al bisogno di soddisfare desideri inespressi , di superare esperienze traumatiche di origine infantile, di praticare una sorta di autoterapia antidepressiva, come pure possono essere il risultato dell'elaborazione ludica di una fonte di gioia e divertimento. Alcuni autori, come Robert Stoller, hanno ipotizzato di poter analizzare tali fantasie per dedurre da queste un qualche, eventuale, discriminante segno di anormalità.
Gli evoluzionisti sono del parere che qualsiasi fantasia, fornendo eccitazione, metterebbe semplicemente in gioco comportamenti riproduttivi e quindi tornerebbe utile alla procreazione e propagazione della specie. Tutti, del resto, abbiamo immaginari inconsci provenienti da tendenze inconsapevoli verso preferenze o modelli di comportamento predefiniti. Sarebbero questi gli schemi che trovano espressione nelle fantasie sollecitate dall'eccitazione. L'assenza di sogni diurni, ed in specie di fantasie erotiche, denota la prevalenza di meccanismi di difesa improntati alla repressione di pensieri inerenti al sesso, per via di accentuati sensi di colpa o di vergogna. Persino l'atto di confidare pensieri tanto intimi potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio, in quanto, da un lato contribuirebbe a rinsaldare un'unione affiatata, nel caso di una coppia davvero in sintonia, nel senso di una maggiore complicità, come, d'altra parte, potrebbe invece metterla totalmente in crisi, per un eccesso di invasione in quella sfera che avrebbe bisogno di mantenersi prudentemente vincolata ad un più stretto segreto individuale, da custodire gelosamente. Un conto è, poi, svelare la propria intimità al partner con il quale si vive in un coinvolgimento emotivo, altro è invece verbalizzare le proprie preferenze in ambiti in cui la partecipazione del privato è meno avvertita, e forse in qualche modo protetta da una esplicita volgarizzazione, o regressione. Confessare la predilezione femminile per gli uomini superdotati ingenera nel compagno sentimenti di inadeguatezza, almeno quanto il desiderio maschile di compiere uno stupro indignerebbe qualsiasi donna. Più sono primitive le fantasie più esse si scatenano di nascosto, in privato ed in solitudine. Esiste insomma uno spazio di segreto "incomunicato" che deve restare tale, che sarebbe opportuno non invadere, soprattutto se non si è preparati a tollerarne le inevitabili conseguenze, non necessariamente immediate. La rivelazione di fantasie incompatibili potrebbe incrinare drammaticamente i rapporti di coppia. Data la spiccata complementarietà, le fantasie sessuali possono rappresentare, a ben vedere, degli effettivi ed efficaci fattori di compatibilità tra partners. Non esistendo però leggi univoche in proposito, può accadere che pure analoghi interessi  dei partners rischierebbero di entrare in conflitto tra loro. Certo, ogni caso è a sé, e le persone coinvolte devono affrontare questo argomento con le dovute cautela e ponderazione, oppure scegliere di mantenere un legittimo segreto da rispettare per il superiore bene comune.
Donald Winnicott attribuiva un'importanza cruciale all'incomunicato. Questo sancta sanctorum del tutto personale non dev'essere mai forzato, né mai svelato il suo contenuto privatissimo. Si tratta di un fisiologico bisogno di segretezza, intimità, riservatezza che aiuta a meglio gestire tutta la psiche. Il mancato rispetto di questa norma verrebbe vissuto con maggiore sofferenza di qualsiasi altra violazione della privacy.
Occorre aggiungere, inoltre, che la dimensione delle fantasie sessuali risulta ancora più eccitante proprio in funzione del fatto che non verrà mai realizzata. Le fantasie "inseguite" e quelle "sopportate" rispondono ad esigenze differenti di intenzione e di abreazione. Quando i margini di controllo sarebbero da ritenersi strutturalmente più labili, stabilità e ricorrenza delle fantasie costituirebbero premessa di un probabile passaggio all'atto. Mentre un'accentuazione di pensieri autodistruttivi influisce sempre negativamente sull'equilibrio mentale. In linea di massima, il grado di semplicità o di complessità delle fantasie dovrebbe essere proporzionato alla capacità di elaborazione ideativa riscontrabile negli atteggiamenti quotidiani, già a partire dall'eloquio. Come nel test di Rorschach, un disagio psichico si manifesterebbe nella banalità, concretezza, incomprensibilità, dispercezione, intuizione delirante, mancata empatia, ecc. dell'eidetismo immaginifico.
Eppure alle fantasie sessuali va sicuramente attribuito un ruolo importantissimo di contenimento, nella sfera della rappresentazione mentale, degli aspetti più oscuri e distruttivi della personalità. Si tratti di erotizzazioni di eventi traumatici con contenuti coincidenti con quelli dell'episodio traumatico subìto intorno alla pubertà, oppure di esperienze del tutto infantili, sia pure di segno positivo; è sempre un ritorno di quell'influenza di tutto ciò che avviene in età prepubere a pesare sullo sviluppo della personalità adulta.
L'incapsulamento di determinate preferenze, specie se si tratta di traumi irrisolti, o non elaborati, aiuterebbe, in linea di massima, le relazioni interpersonali. Chi ha subìto premature esperienze dolorose di abusi sarebbe più portato, ad esempio, a sviluppare tendenze sadiche, e, se non le manifesta nell'immaginario, è proprio perché probabilmente le esprime già nei comportamenti quotidiani. L'istinto aggressivo, in ogni caso, indipendentemente dalle esperienze infantili, può scaturire nella creatività da un certo coefficiente di regressione a stati mentali primitivi; in tal modo si evita che compaia nella condotta sociale. Quest'inconscia libertà di movimento proviene dallo sviluppo avanzato di quella facoltà di espandere la mente, aprendola in maniera anticipatoria anche alle esperienze che poi non verranno mai poste in essere.
Sembra che la tipologia di fantasie sessuali, per lo più, rimanga genericamente immutata nel corso del tempo, con una lieve variazione di incidenza inversamente proporzionale al coinvolgimento emotivo che alimenta un'eventuale relazione. La turbolenza dei rapporti, come la noia, incrementa la frequenza delle fantasie. Jerome L. Singer, autore di "Daydreams, the stream of consciousness and self-representations" (1998), ha individuato delle differenze di frequenza, di tipo etnico, tra popolazioni di afroamericani e di ebrei, e di tipo sociale, tra chi vive in città molto affollate e chi si trova emarginato in periferia.
Gli eventi della vita possono riattivare fantasie quiescenti. Qualora le fantasie fossero capaci di rievocare gli abusi oppure contravvenissero a divieti, sarebbero destinate a riemergere dal magma della rimozione. Solitamente, infatti, le fantasie non si padroneggiano e sarebbero rari coloro i quali sono in grado di dichiarare di essere gli artefici del proprio immaginario, o i registi di queste private sceneggiature.
Brett Kahr, nel suo "Sex & the Psyche" (trad. it. : "Indovina chi viene a letto? Il mondo segreto delle fantasie sessuali", Ponte alle Grazie/Salani, Milano 2007) definisce le fantasie sessuali "le segrete impronte digitali psicologiche della nostra mente", oppure "il cinema segreto delle nostre menti", proprio perché le fantasie si possono orchestrare come registi, sceneggiatori, addetti al casting organizzano un film imponendo i protagonisti, senza nemmeno doverli concordare con la produzione. Pensieri, immagini, scene, ancor più se di natura sessuale,  devono inserirsi in uno schema narrativo tant'è che, anche linguisticamente, le relazioni  reali che si intrattengono in piena spontaneità vengono definite come "avere delle storie" con qualcuno.
A guidare la fantasia è la trasgressione, poiché quello che si può fare ovviamente lo si fa senza doverci pensare sopra ed a lungo. La fantasia svolge la sua funzione soltanto se consente il massimo dell'appagamento dei desideri, ed ancor meglio se riesce a prendere i cosiddetti "due piccioni" con un'unica "fava", soddisfacendo cioè ad un tempo sia gli stimoli erotici che quelli aggressivi, normalmente repressi dalle norme sociali. Secondo la teoria del doppio istinto, l'eccitazione è maggiore se contiene contemporaneamente entrambe le componenti di sesso e violenza. Nella fantasia pure il linguaggio può galoppare liberamente sino a divenire volgare e denigratorio, mentre la ricerca di umiliazioni e dolore resta pur sempre senza conseguenze. Le fantasie di perversione, se vanno considerate anch'esse delle perversioni, lo sono ad un livello morale o psichico, poiché i veri perversi psicopatici le loro fantasie le compiono, cioè prima o poi mettono in atto quello che pensano o che hanno immaginato. Quando si mescolano elementi diversi di sessualità e violenza, c'è allora da chiedersi quale evento potrà rompere l'equilibrio precario della salute mentale e consentire il patologico passaggio all'atto.
Non vi sono pareri univoci circa l'evoluzione di immagini, o pensieri, di natura sessuale persistenti, o inseguiti, per tutta la durata di una vita. E' però molto probabile che sull'argomento esista una certa reticenza, oppure della dissimulazione, fino alla negazione assoluta o alla menzogna, pure all'interno di una relazione molto intima, e questo per via dei contenuti troppo espliciti ed ovvi, che non hanno necessità del ricorso ad un'interpretazione cervellotica. Tra i vari stati di coscienza, diurni o notturni, consci ed inconsci, di veglia e sogno, potrebbe in certo qual modo rintracciarsi come una sorta di continuità, che rende appagante la fantasia, almeno quanto l'attività onirica. La complessità della fantasia diventerebbe così funzione della durata di un rapporto concreto, sia pure in assenza di partner. Brett Kahr definisce relazioni "intraconiugali" quelle private ideazioni che ci permettono di avere rapporti reali con qualcuno, mentre l'interesse erotico viene rivolto a qualcun altro.
Le fantasie potrebbero collocarsi lungo delle scale misuratrici di alcuni continuum dimensionali, come appunto: complessità semplicità, attività passività, costanza variabilità oggettuale, egosintonicità egodistonicità, sadismo masochismo, ecc. . Coinvolgimento ed apertura dipendono dal grado di interazione con persone reali; ritrosia, chiusura, riluttanza mettono in gioco oggetti e fantasmi; la fluidità esplora le novità, la rigidità mantiene invece immutata quella che si potrebbe configurare come una perversa ossessione. L'abilità di far emergere i contenuti inconsci contrasta con la rimozione di ciò che non è ben accetto e che quindi non viene integrato nella personalità. La capacità di tollerare a lungo una fantasia è proporzionale a quell'espansività che predispone all'esplorazione ed all'elaborazione ludica.
Un alto livello di sadismo, associato ad un altrettanto elevato grado di attività e di egosintonicità, assieme a ritrosia, chiusura, inconsapevolezza, e variabilità oggettuale si prefigurano, prima o poi, quali ottimi predittivi di eventuali probabili passaggi all'atto.
La maggior parte degli individui si colloca a metà strada fra gli estremi di logica irreprensibilità e quelli di apparente incomprensibilità, equivalenti da una parte a ciò che consideriamo salute mentale e dall'altra ad una sorta di caos ideativo. Robert Stoller ha enunciato l'equazione: perversione erotizzazione dell'odio. Qualsiasi circostanza nella quale un individuo trae piacere erotico nell'infliggere sofferenza potrebbe contrassegnare meglio la posizione sadomasochistica ed induttivamente non occupare quegli spazi in cui il bisogno di gratificazione viene soddisfatto senza quella particolare coloritura.
Robert Stoller (1924-1991) è autore di "Sex and Gender" (1968), in cui espone la sua originale ipotesi di "femminilità primaria", quale orientamento biopsicologico iniziale. Le perversioni andrebbero a costituire delle vere e proprie difese verso quelle minacce all'identità di genere, vissute come minacce al sentimento stesso del Sé. In "Perversion" (1975), la perversione comporta un'espressione di quella aggressività inconscia sviluppata nel senso di una rivalsa nei confronti di chi, in età infantile, avrebbe rappresentato una qualche minaccia al cuore stesso dell'identità di genere, sia sotto forma di conclamato trauma, sia nei termini di una frustrazione del conflitto edipico. "Sexual excitement" (1979) arriva a rintracciare queste medesime dinamiche perverse in ogni forma di eccitazione sessuale, quasi ci si trovasse di fronte ad una sorta di continuum che va dalla palese aggressione alla impalpabile fantasia. Oltre a far rientrare l'omosessualità all'interno di una vasta gamma di espressività diverse dalla banale eterosessualità, in "Observing the erotic imagination" (1985), propone una modalità di analisi delle dinamiche mentali della sessualità che diano minore rilievo alla franca patologia comportamentale e maggiore risalto alla produttività ideica.
Per Estela Welldon, autrice di "Mother, Madonna, Whore", una lettura psicoanalitica delle perversioni femminili, e di "Sadomasochism", in cui esplora le dinamiche inconsce all'origine della perversione psicopatica, i criteri di definizione delle perversioni sono molto più complessi di quanto si potrebbe dedurre dalla semplice equazione: perversione erotizzazione dell'odio. La compulsione psicopatica si manifesta nei confronti di un oggetto parziale verso il quale non si prova attaccamento; la reiterazione si pratica in segreto ed è inspiegabile se non come una forma di sfogo di paure represse. L'atto sessuale non sarebbe motivato da sentimenti e non risponde al bisogno di entrare in intimità con il partner, ma appare dettato tanto dall'odio quanto dall'inganno e dalla volontà di violare i confini corporei della "vittima". Si configurerebbe così quasi una difesa maniacale contro la depressione alimentata dall'incapacità di elaborare il lutto relativo alle perdite infantili.
La vera perversione è l'atto di mettere in pratica quella che deve restare nella dimensione delle fantasie, soprattutto qualora attenti all'incolumità fisica di altre persone. Poiché una fantasia che rimane tale, sia pure di una scena orribilmente perversa, funge da valvola di sfogo di quell'ancestrale aggressività che altrimenti rimarrebbe pericolosamente inespressa. La fantasia va, dunque, giudicata patologica soltanto nel caso in cui dovesse divenire talmente invasiva da interferire con gli altri ambiti esistenziali.

© Giuseppe M. S. Ierace

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Bibliografia :

Ierace G. M. S.: "Magia Sessuale", Armenia, Milano, 1982
    ,,               ,,     "Quel gran demone di Eros", di prossima pubblicazione
Kahr B. : "Indovina chi viene a letto? Il mondo segreto delle fantasie sessuali", Ponte alle Grazie (Salani), Milano 2007

 

     
 

 
 
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