Ipocondria: paranoia
nel soma
27 gennaio 2001
Lipocondria sembra
essere una galassia inesplorata nelluniverso psicoanalitico:
la sua definizione non esiste nellEnciclopedia della psicoanalisi
di Laplanche e Pontalis e lo stesso Freud ne fece menzione in
un solo contesto, in Introduzione al Narcisismo
del 1914, peraltro, dicendo, con la sua consueta geniale grandezza,
tutto lessenziale.
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Come è noto, quella che spesso si definisce come nevrosi
ipocondriaca (ma vedremo come il termine nevrosi sia inadeguato,
per lo meno nel descrivere la gravità della sindrome),
è caratterizzata da una eccessiva preoccupazione per
il corpo e le forme patologiche che possono interessarlo. Lipocondriaco
non è in allarme solo in situazione di squilibrio psico-fisico,
ma attribuisce unattenzione costante e morbosa al funzionamento
del corpo, con unattività di osservazione di se
stesso e del suo stato fisico incessante ed una tendenza ad
amplificare il minimo sintomo, anche se insignificante. Dal
punto di vista del profilo di personalità il paziente
ipocondriaco è tipicamente egocentrico, tende ad isolarsi,
spesso in modo mascherato (un atteggiamento snobistico verso
la massa, la frequentazione di élites intellettuali,
etc.) e, nei momenti di acuzie, è quasi monomaniaco nellattenzione
che rivolge al proprio corpo. I suoi principali contatti con
lambiente assumono spesso una connotazione somatica, con
conoscenze mediche che superano quelle degli specialisti (la
passione vince sullapplicazione intellettuale!), eventualmente
cultore di medicine alternative (nessuna è convincente
per lipocondriaco, sempre alla ricerca di qualcuno che
lo stia veramente a sentire) continua senza sosta a consultare
il medico di famiglia e qualunque altro specialista sia disposto
ad esaminarlo. Non tollera alcuna alterazione dellintegrità
corporea, fa collezione di piccoli interventi di exeresi di
cisti, nodulini, fibrometti, etc.
In molti casi la preoccupazione costante per il proprio stato
di salute conducono lipocondriaco alla scelta della professione
medica (sic!), o di professioni affini, farmacista, erborista,
etc. o può divenire un fanatico della salute. Nel caso
in cui a prevalere sia la formazione reattiva
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, vi sarà lassunzione di un comportamento manifesto
opposto che può sfociare nella più assoluta indifferenza
per il proprio stato di salute.
Il nome della sindrome si deve agli antichi greci che attribuivano
la malattia a disturbi dei visceri posti al disotto della cartilagine
xifoidea, da cui il termine ipocondria.
La prima edizione del DSM non comprendeva lipocondria
come malattia separata, limitandosi a citare la preoccupazione
ipocondriaca come uno dei sintomi maligni osservati nella
depressione psicotica; la sindrome fu inclusa nel DSM-II come
nevrosi ipocondriaca e nel DSM-III e DSM-III-R come ipocondria.
Per quanto riguarda la sua gravità, probabilmente non
a caso Freud affrontò largomento parlando delle
parafrenie, termine inizialmente impiegato allinizio dellOttocento
per indicare la follia, e utilizzato da Freud per distinguere
la schizofrenia (parafrenia) dalla paranoia.
Per Freud lipocondriaco ritira dagli oggetti del mondo
esterno interessi e soprattutto la libido e li concentra entrambi
sullorgano che lo interessa. Per Freud, come è
noto, lerogenicità
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è una caratteristica generale di tutti gli organi ed
apparati ed unalterazione della funzione erotogenetica
di un organo o apparato corrisponderebbe ad una alterazione
dellinvestimento libidico dellIo.
In parole povere, lipocondriaco è una persona che
lintervento di varie concause (il terreno ed un ambiente
familiare falsamente presente) conduce al ritiro dellinvestimento
libidico dal mondo degli oggetti per riversarlo sullIo.
Argomentando sul perché lingorgo libidico nellIo
debba essere avvertito necessariamente come spiacevole Freud
scrive: ...possiamo addirittura porci il problema di
dove sorga la necessità per la nostra vita psichica di
andare oltre le frontiere del narcisismo e di applicare la libido
agli oggetti. Attenendoci al nostro orientamento di pensiero
dovremmo rispondere ancora una volta che tale necessità
interviene quando linvestimento dellIo con libido
ha oltrepassato una certa misura. Un forte egoismo instaura
una protezione contro la malattia; tuttavia, prima o poi bisogna
ben cominciare ad amare per non ammalarsi e se, in conseguenza
di una frustrazione, si diventa incapaci di amare, inevitabilmente
ci si ammala. Le cose si svolgono allincirca secondo il
modello immaginato da Heine per la psicogenesi della creazione
del mondo: [Fu malattia ciò che mi diè/Lintimo
impulso creativo./ Creando vidi che guarivo,/ Creare fu guarir
per me].
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E qui subentra il genio di Freud ed egli traccia un parallelo
illuminante tra lipocondria e la parafrenia (schizofrenia)
da una parte e tra le nevrosi attuali e le psiconevrosi (isteria
e nevrosi ossessiva) dallaltra.
Freud indicava con il termine di nevrosi attuale sindromi dovute
a cause somatiche presenti, soprattutto a carico della funzione
sessuale (astinenza forzata, eccitazione sessuale forzata, coito
incompleto o interrotto, scarica sessuale resa inadeguata da
conflitti) mentre faceva risalire lorigine eziologica
delle psiconevrosi in esperienze infantili traumatiche, generatrici
di rimozione. che tornava a manifestarsi in modo mascherato,
per coazione a ripetere, negli avvenimenti attuali. I sintomi
delle psiconevrosi (o nevrosi di traslazione) sarebbero dovuti
ad un ingorgo della libido oggettuale (desidero sessualmente
mia madre, scatta linterdetto edipico-incestuoso, linvestimento
libidico su mia madre, inevaso, rimane legato a quelloggetto
ed andrà incontro a diverse possibili elaborazioni sintomatiche)
mentre quelli dellipocondria e della parafrenia sarebbero
dovuti ad un ritiro dagli oggetti per tornare ad investire lIo.
A seconda del terreno personale, aggiungo io, la libido resterà
fissata sullIo ipertrofizzandolo (delirio megalomanico
paranoico), sarà proiettata su un oggetto attuale esterno
(paranoia erotomaniaca o delirio di persecuzione, a seconda
dellintonazione), potrà determinare processi di
scissione dellIo (schizofrenia) o investirà il
soma: ipocondria.
Come si vede una sindrome grave, propriamente uno stato borderline
piuttosto che una nevrosi.
Una donna di circa 40 anni deteneva tutte le stigmati di terreno
della falsa presenza familiare: madre psicotica, un padre assente,
succube della madre, vari consanguinei portatori di sindromi
borderline o nevrotiche. Aveva vissuto tutta la sua infanzia
abbandonata a se stessa e solo un intenso rapporto affettivo
con una persona vicina allentourage familiare, che le
aveva permesso un abbozzo di relazione doggetto, laveva
probabilmente salvata da un ricorso massiccio all'identificazione-proiezione
ad un ambiente assente o falsamente presente che avrebbe riempito
il suo Io di oggetti persecutori condannandola a vivere in una
dimensione di limbo vuoto strutturando una sindrome paranoica
franca. La donna era rimasta a mezza strada, strutturando una
grave nevrosi di carattere alternata a periodi in cui, soprattutto
in concomitanza con situazioni di allontanamento dagli oggetti
familiari, scivolava nellipocondria, con oggetto il suo
corpo e quello dei suoi familiari: era la madre meticolosa ed
efficiente che conta tutte le tue efelidi, ogni tanto ti visita
per vedere se tutto va bene, prende lappuntamento con
questo o quel patologo e che, se non stai attento, suo malgrado,
prima o poi farà di te una cavia.
Il nevrotico caratteriale non presenta alcun sintomo ben definito
ma il suo comportamento è frequentemente coatto: la nevrosi
è, secondo la felice espressione di Jones strutturata
dentro il carattere
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, producendo uneccessiva pedanteria, una meticolosità
dellorganizzazione della vita ed un sadismo di tipo intellettuale.
La paziente aveva operato un massiccio processo di diniego della
situazione infantile preservando, nel suo inconscio, degli oggetti
idealizzati e spostando tutta la sua aggressività nel
rapporto coniugale. Nemmeno un tentativo di annientamento sociale
agito dallintero gruppo familiare dorigine nei suoi
confronti aveva sortito leffetto di un seppur minimo contatto
con la realtà.
Viveva al momento della prima osservazione in uno stato di guerra
agita ma non riconosciuta con il partner ed interveniva, fin
nelle più recondite pieghe della vita quotidiana, nellorganizzazione
minuziosa della vita dei figli.
Le manifestazioni ipocondriache erano imponenti, così
come una serie di disturbi somatici che la tormentavano (vale
appena la pena di ricordare che linvestimento libidico
del soma è un investimento energetico; provate a mettere
un tessuto corporeo sotto una lampada, apparentemente innocua,
per anni: il minimo che possa fare è bruciarsi)
Un lungo lavoro di micropsicoanalisi le consentì di prendere
coscienza della situazione abbandonica infantile riconducendo
in gran parte la spinta aggressiva verso gli oggetti e le vicende
infantili, liberando il presente dallo stato di guerra. Il suggello
finale alla presa di coscienza era stato stimolato dalla visione
di un servizio televisivo che mostrava le colline desertiche
che circondano Gerusalemme: la paziente aveva affermato: Ma
questi due popoli si stanno scannando per un deserto?
Tra lapproccio proiettivo al problema e la presa di coscienza
del deserto affettivo della sua vita il passo fu breve. Di pari
passo le caratteristiche altamente patologiche della nevrosi
di carattere vennero ridimensionate ma la paziente riuscirà
a prendere contatto con la sua spinta ipocondriaca confrontandosi
con un sogno rivelatore.
Nella seduta in cui viene portato il sogno, la Signora esordisce
dicendo che i disturbi somatici e le manifestazioni ipocondriache
che da tempo si erano dissolte sono riprese da qualche giorno
e racconta il sogno seguente:
Sono nella stanza di un malato, forse uno dei miei figli
e sento nella stanza un odore orribile, come di una ferita che
va in suppurazione, un odore di morte.
Cerco di areare la stanza aprendo la porta e di farmi forza,
ma lodore continua ad essere pesante.
Allinizio interpreta il sogno in modo ipocondriaco affermando:
Se linconscio è in grado di captare quello
che avviene nel soma, non è che mi sta avvertendo che
ho un brutto male? - poi aggiunge - Prima di avere di nuovo
quei dolori ho avuto come un senso di amaro in bocca.
Indugia ancora sulla descrizione delle sue sensazioni corporee
ma poi mi è sufficiente farle osservare che avere
lamaro in bocca è unespressione che
descrive uno stato danimo ben preciso, per attivare lelaborazione.
La paziente inizia a parlare, con notevole coinvolgimento affettivo,
del deserto che si sta riproducendo nella sua vita: la dissoluzione
del rapporto coniugale, lallontanamento dei figli che
(finalmente) possono fare la loro strada, la partenza di altre
figure a lei vicine. Per coazione a ripetere metteva in atto lo stesso tentativo di diniego posto in essere nell’infanzia: non vedeva il deserto, ma era costretta a gestire un brusco ritorno di libido ritirata dagli oggetti, libido che, in base alle caratteristiche del suo terreno, non riusciva a trovare la strada dell’elaborazione psichica, riversandosi sul soma. Il suo mondo era in putrefazione,
ma lei era cieca e preferiva vedere andare in sfacelo il suo
corpo piuttosto che confrontarsi con i vissuti di abbandono
e solitudine che lavrebbero, a loro volta, messa di fronte
al deserto della sua infanzia.
Per questo lipocondria potrebbe essere definita una paranoia
nel soma: lIo rigetta un vissuto, ma anziché
farlo sul piano psichico (proiezione -> paranoia) lo fa investendo
il soma, sviluppando, nel caso in esame, la preoccupazione ipocondriaca
che quel tessuto stia andando a male.
Written by: Quirino
Zangrilli © Copyright
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NOTE:
1
Sigmund Freud, Introduzione al Narcisismo, Opere, Boringhieri,
Vol 7, pag. 452-461. back
2
La formazione reattiva è uno dei meccanismi
di difesa dellIo che si difende dallemergenza di
un desiderio rimosso sistematizzandone il contrario in determinati
comportamenti o tratti del carattere. Per esempio un bambino
che abbia sentimenti di odio rimossi nei confronti della madre
può sviluppare una estrema preoccupazione e sollecitudine
per il suo benessere. back
3
Erogenicità: capacità di unarea corporea
di inviare alla psiche stimoli sessualmente eccitanti. back
4
Sigmund Freud, Introduzione al Narcisismo, Opere, Boringhieri,
Vol 7, pag. 452-461. back
5
Ernest Jones, Teoria del simbolismo ed altri saggi, Astrolabio,
1972. back