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Il Mnemonista
Il Sig. Serasevskij e la psicoanalisi *
23 giugno 2003
Nel bellissimo lavoro di Aleksandr
Romanovic Lurija, dedicato al caso del mnemonista Serasevskij,
il piccolo paragrafo di commiato (Uno sguardo al futuro) contiene
alcune affermazioni che mi hanno colpito ... (La psicologia)
non è ancora giunta...al punto di poter descrivere la natura
della personalità, in modo tale che ogni funzione possa
essere vista nella sua relazione con la struttura totale, e le
leggi della sua formazione divengano altrettanto nette e precise
quanto quelle della sintesi dei corpi chimici composti.
1
Nella Prefazione allopera, Alberto Oliverio, mette in risalto
come, nel saggio-romanzo di Lurija, le conoscenze neuropsicologiche
siano ferme agli anni sessanta e riflettano lisolamento
della psicologia sovietica rispetto a quella occidentale. E come,
aggiungo io, non vi si trovi traccia alcuna delle feconde scoperte
di Freud sui processi psichici inconsci: come sappiamo la psicoanalisi
fu messa al bando dallo stato sovietico nellanno 1936, sorte
inevitabile per qualsiasi attività umana che abbia come
fine la ricerca della verità, al di là del delirio
sociale delle proiezioni e delle illusioni; in questo i due totalitarismi
di opposto segno raggiunsero una perfetta concordanza di intenti.
Lurija era entrato, addirittura, nel 1921, a far parte del ristretto
gruppo dei sostenitori della psicoanalisi in Russia ma, sotto
il feroce controllo delle strutture sovietiche, abiurò
completamente la sua fede scientifica, facendo in pratica tabula
rasa dei principi psicoanalitici.
Lurija invoca la precisione delle leggi che regolano i processi
chimici. Spesso mi sono trovato a riflettere in seduta che la
scienza che pratico (non uso il termine a caso) sia vicina allalgebra,
tanto inconfutabili siano le risultanti di un lavoro che, neutralizzando
le incognite, addiviene ad un risultato verificabile con più
metodiche.
E ovvio che non posso pensare che la psicoanalisi permetta
la dissoluzione di qualsiasi dubbio, ma trovo incomprensibile,
se non come risposta aggressiva angosciosa coatta del corpo sociale,
la continua opera di diniego che incessantemente la scienza di
Freud abbia subito fin dai suoi albori.
Uno psicoanalista avrebbe potuto aggiungere qualcosa allinarrivabile
chiarezza analitica della fenomenologia psicologica mostrata da
Lurija? Credo di si.
Intanto
possiamo partire da una riflessione che può sembrare banale:
non esiste psicoanalisi o micropsicoanalisi nella quale lanalizzato
non affermi con preoccupazione: Ma dottore, io parlo ormai
da centinaia di ore e lei non prende che pochissimi appunti: come
farà a ricordare le mie cose? Oppure, sullaltro
versante, esprima le lodi del suo terapeuta: Mi rendo conto
che non le sfugge niente, anche quando riprendo qualche dettaglio
affrontato anni fa, capisco dal contenuto dei suoi interventi
che lei ricorda esattamente quello che era stato detto.
Chiunque svolga questo lavoro con la dovuta perizia sa che le
cose stanno esattamente in questo modo. Gli psicoanalisti sono
tutti mnemonisti? Evidentemente no.
Nella vita di tutti i giorni ritengo di avere una memoria normale.
Il fatto è che lanalista, si conforma al rispetto
della Regola analitica fondamentale che, mentre per lanalizzato
consiste nel verbalizzare qualsiasi cosa arrivi alla sua mente,
senza operare alcun processo di discriminazione logica, per lanalista
consiste nellascolto neutro delle libere associazioni del
suo paziente in uno stato di attenzione cosiddetta fluttuante.
In altri termini analista ed analizzato cercano di conformarsi,
quanto più possibile, alle leggi dellinconscio regolate
dal processo primario.
Mi sembra che ogni analizzato faccia quotidianamente lesatto
percorso opposto a quello del mnemonista. Lanalizzato ignora
cosa deve trovare, o meglio sa che nella rete estesissima della
sua mente, nel compartimento inconscio, esistono delle memorie
che deve raggiungere. Per conseguire questo scopo, non senza grandi
resistenze, accetta di verbalizzare una massa apparentemente inutile
di dettagli, connessi da legami associativi, più o meno
espliciti, che pian piano lo condurranno al ricordo perduto. Non
sfuggirà al lettore che il Sig. Serasevskij compisse il
cammino opposto: da un dato certo (la nozione da ricordare) creasse
delle storie figurate, spesso assolutamente prive di senso logico,
che servivano da cammino associativo per recuperare la nozione
proposta. Chiunque conosca la concezione psicoanalitica del sogno
può rendersi conto che il Mnemonista costruisse dei sogni
ad occhi aperti.
I sogni sono in effetti delle sofisticate e ridondanti apparecchiature
di memorizzazione. Seguendo il pensiero di S. Fanti, di N. Peluffo,
di M. Jouvet sono assolutamente convinto che i sogni siano lo
strumento di memorizzazione cibernetica delle esperienze ancestrali
dei nostri avi. In uno strato più profondo, rispetto a
quello che quotidianamente lavoriamo,
corrispondente allelaborazione del conflitto attuale, durante
il periplo onirico, si realizza incessantemente una sistematica
opera di riprogrammazione cibernetica che realizza la continuità
formale del tentativo umano.
Il grande studioso di psicosomatica U. Piscicelli arriva ad affermare:
lambiente in cui il feto costruisce le proprie esperienze
ontogenetiche viene confrontato tramite il lavoro REM con lintera
generazione delle esperienze filogenetiche ereditata dai genitori
2 .
Questo quanto alla capacità rimemorativa onirica.
Cosaltro ha da dirci la psicoanalisi sulla struttura del
pensiero del Mnemonista? Un dato coerente con il precedente: il
Sig. Serasevskij vede cose, non parole.
Esprimendoci con i concetti dellepistemologia genetica di
Piaget, diremo che la sua mente, o per essere più precisi,
i processi mentali di cui il Mnemonista si serve per ritenere
le sue memorie, si arrestano sulla soglia della seconda fase dellinfanzia
propriamente detta, allo stadio dellintelligenza intuitiva.
Come è noto Piaget ha studiato in modo sperimentale la
rappresentazione mentale che i bambini si fanno della realtà
costruendo una psicologia per stadi (genetica) in cui si passa
dal concreto allastratto (ipotetico-deduttivo) dando una
conferma sperimentale allipotesi freudiana de In principio
tutto era les che sottintende uno sviluppo per differenziazione,
specializzazione e perdita di totipotenza, analogamente a quanto
succede per il soma (le cellule progenitrici sono totipotenti,
cioè posseggono le memorie per produrre qualsiasi cellula
di qualsiasi distretto dellorganismo).
Fin verso i sette anni il bambino resta un essere prelogico, e
supplisce alla logica attraverso il meccanismo di intuizione,
semplice interiorizzazione delle percezioni e dei movimenti sotto
forma di immagini rappresentative e di esperienze mentali che
prolungano i precedenti schemi sensomotori senza alcuna coordinazione
razionale e senza possibilità di astrazione. 3
Freud avrebbe detto che il pensiero del Mnemonista era prevalentemente
fissato alla rappresentazione di cosa. Nei suoi scritti
metapsicologici, il Maestro, ha distinto due tipi di rappresentazioni,
quella, essenzialmente visiva che deriva dalla cosa e quella essenzialmente
acustica, che deriva dalla parola. Per Freud, mentre il sistema
preconscio-conscio è caratterizzato dal legame tra la rappresentazione
di cosa e la rappresentazione di parola corrispondente, fattore
che determina la possibilità di realizzare il processo
di astrazione e di simbolizzazione, il sistema inconscio comprenderebbe
soltanto rappresentazioni di cosa.
Jung in questo senso usa il termine concretismo nel
suo Dizionario di psicologia analitica, porgendoci un notevole
contributo sul versante clinico: Per concretismo intendo
una determinata peculiarità del pensare e del sentire che
rappresenta l'opposto dell'astrazione...Non è un concetto
differenziato, ma è ancora materiale d'intuizione fornito
dai sensi. Il pensare concretistico si muove fra concetti e concezioni
esclusivamente concreti ed è sempre in rapporto con le
impressioni fornite dai sensi. Così anche il sentimento
concretistico non è mai disgiunto da un riferimento sensoriale.
4
Vedendo la splendida rappresentazione filmica che il regista Paolo
Rosa ne ha fatto, si scopre della straordinaria capacità
sinestetica del protagonista. Lurija ricorda che le sinestesie
del mnemonista si potevano reperire in lui fin dalla più
tenera infanzia: Allorché (avrò avuto due
o tre anni) cominciarono a insegnarmi le parole di una preghiera
in ebraico antico, io non le capivo, e quelle parole venivano
a depositarmisi dentro in forma di globi di vapore o di spruzzi...
5
Una modalità di pensiero che richiama quella del primitivo,
che rimane aderente all'apparenza materiale. Il pensare e il sentire
del primitivo si basano sulla sensazione e se ne distinguono assai
poco. Il concretismo, sottolinea Jung, è perciò
un arcaismo. Questa confusione impedisce una differenziazione
del pensare e del sentire e mantiene entrambe le funzioni nella
sfera della sensazione, cioè del riferimento sensoriale;
in tal modo pensare e sentire non possono mai evolversi a funzioni
pure, ma rimangono permanentemente dipendenti dalla sensazione.
Così si determina un legame sensoriale fra le varie funzioni
psicologiche, legame che impedisce l'autonomia psichica dell'individuo
a favore dei dati di fatto sensibili.
Un individuo incompiuto, uno dei motivi di massima sofferenza
del Sig. Serasevskij.
Ci siamo fatti finora lidea di una persona ferma al modo
di organizzazione del processo primario: sarebbe uno psicotico,
ma Lurija ci rassicura dicendo che a suo parere non si tratterebbe
di un caso di scissione della personalità, di cui
tanto si interessano gli psichiatri.
Come è noto in psicoanalisi si formula lipotesi che
traumi particolarmente violenti, sulla base di un terreno filogeneticamente
predisposto, possano provocare linibizione di particolari
funzioni, anche nella loro totalità (paralisi motorie,
afasie, turbe del linguaggio più o meno estese). Dunque
uno psicoanalista avrebbe ricercato nel materiale esposto dal
soggetto le vestigia del trauma. Mi sembra una prova di grande
sensibilità la scelta del regista di iniziare e concludere
il film con quello che a buon ragione può essere considerato
un sintomo, mi riferisco alla illusione dello scarabeo.
Vediamo come lo descrive il paziente stesso:
"Lo scarabeo": è una scrostatura del
vasetto da notte... Queste scrostature sono di color nero... Di
sera, col comparire dei lumi, compare anche "lo scarabeo"...
Infatti, non tutto è ben illuminato, la luce della lampada
cade soltanto su un piccolo angolo, intorno è buio. ed
ecco "lo scarabeo"... I nei pelosi, anche quelli sono
"lo scarabeo"... Ecco che io vengo posto dinanzi allo
specchio: c'è rumore... ridono... Ed ecco, là nello
specchio, i miei occhi, scuri: è, ancora una volta, "lo
scarabeo"... Ora sto coricato nella culla; poi nasce un gridio,
un fracasso, minacce... Stanno bollendo qualche cosa nella teiera
smaltata... è la nonna, sta facendo il caffè, Essa
lascia cadere qualcosa di rosso e lo tira fuori... "lo scarabeo!"
Il carbone, anche quello è "lo scarabeo"... 6
Questa breve sequenza potrebbe entrare di buon grado, come esempio
regio, in qualsiasi manuale di psicoanalisi, come materiale relativo
alla cosiddetta scena primaria, Come è noto
la scena primaria (o originaria) corrisponde alla scena del rapporto
sessuale tra genitori, direttamente osservata, o supposta in base
ad alcuni indizi, anche confusi o frutto di incomprensione, ed
elaborata fantasmaticamente dal bambino. In generale, la scena
primaria, è interpretata come un atto di violenza, con
esiti traumatici, da parte del padre.
Il nero, come è noto, è il colore del pube (di notte
anche altri colori più chiari si appiattiscono sul nero)
ed è di frequente repere nellosservazione clinica
il percepire la zona genitale come un ragno, o altro insetto,
minaccioso.
E spesso lo specchio lo sfondo nel quale si colloca la scena
(a volte i genitori hanno la premura di appartarsi in una zona
del letto difficilmente raggiungibile dallo sguardo diretto del
bambino e non tengono conto dei fenomeni diabolici di rifrazione!).
Il Sig. racconta:
Ecco che io vengo posto dinanzi allo specchio: c'è
rumore... ridono... Ed ecco, là nello specchio, i miei
occhi, scuri: è, ancora una volta, "lo scarabeo"...
Ora sto coricato nella culla; poi nasce un gridio, un fracasso,
minacce
Il repentino passaggio dal ridere, al grido ed alle minacce
corrisponde al fraintendimento delle eventuali grida di piacere
dei partners ed alla perdita di controllo che accompagna un coito
riuscito.
La risultante di questo stimolo traumatico nella mente del bambino
è spesso lo strutturarsi di un vissuto misto di angosciosa
attesa e di confusione: il bambino non capisce cosa
sia effettivamente accaduto.
Nel passo immediatamente successivo il Mnemonista richiama ancora
dei dettagli genitali: qualcosa di rosso ed il nero
dello scarabeo. Particolare di non poco conto è che questa
sequenza contenga il riferimento alla nonna che prepara il té,
unoperazione che produce inevitabilmente nuvole e sbuffi
di vapore, il sintomo disturbante, che sopravveniva quando il
soggetto non capiva il senso delle cose.
Uno psicoanalista potrebbe continuare di buon grado la sua indagine
ed avere leventuale conforto del parere dellanalizzato:
mi piace immaginare cosa sarebbe successo se il Terrore poliziesco
non avesse privato il Prof. Lurija degli strumenti della scienza
di Freud.
E ovvio che non si può ridurre leccezionale
potenza mnemonica del Sig. Serasevskij alle sole vicende psicodinamiche
della sua esistenza. E certo che la mente del Mnemonista
avrebbe notevolmente interessato gli attuali esperti di cibernetica,
soprattutto gli scienziati che al giorno doggi dedicano
le loro energie alla realizzazione dei cosiddetti computer quantistici.
Si ritiene, infatti, che le impressionanti differenze di performances
tra mente umana ed elaboratore siano dovute al fatto che i computers
sono attualmente inchiodati alla logica deterministica binaria:
vero-falso. Mentre la mente umana tiene conto di concetti sfumati
o approssimati che permettono un numero pressoché infinito
di soluzioni.
Quello che rende la mente umana incomparabile è quella
che potremmo definire la sua possibilità di ragionamento
quantistico: la coesistenza di stati deterministicamente in opposizione,
di tempi diversi, la possibilità di non tener conto del
principio di contraddizione, etc. cioè le modalità
di funzionamento proprie del processo primario così come
furono descritte da Freud e che ravvediamo, nei meccanismi utilizzati
nella costruzione delle storie del Mnemonista.
Per cercare di avvicinare le prestazioni degli elaboratori a quelli
della mente umana gli scienziati stanno lavorando da anni a quelli
che sono stati definiti computer quantistici. La caratteristica
fondamentale di questi elaboratori, tuttora in una fase di elaborazione
teorica, risiede nel fatto che essi consentirebbero forme molto
complicate e molto potenti di parallelismo. La possibilità
di procedure di calcolo parallele è fondato su un'idea
centrale della meccanica quantistica, che è l'idea di sovrapposizione
di stati quantistici.
Nell'applicazione ai computer e ai calcoli, gli elementi di una
sovrapposizione quantistica di stati danno luogo a rami paralleli
di calcolo, per cui ogni ramo rappresenta l'elemento di una sovrapposizione
quantistica. Naturalmente, per ottenere, poi, un risultato definito
tutti questi rami diversi devono precipitare su un unico risultato,
deve avvenire quel processo che in meccanica quantistica si chiama
collasso della funzione d'onda.
A far collassare la funzione d'onda è, secondo la fisica
quantistica, l'interferenza di un altro sistema. Per esempio,
se cerco di misurare una quantità di un sistema (la sua
velocità, per esempio), faccio collassare la funzione d'onda
del sistema, e pertanto leggo un valore per quella quantità
che prima era semplicemente una delle tante possibilità.
E il mio atto di osservare a causare la "scelta"
di quel particolare valore della velocità fra tutti quelli
possibili.
Una dinamica del tutto simile a quella di collasso della funzione
donda si può osservare in psicoanalisi ed in micropsicoanalisi
nella produzione delle cosiddette idee improvvise,
quelle idee, immagini, parole, talvolta suoni o odori, che improvvisamente
compaiono al livello della coscienza, al di fuori del contesto
associativo.
Sembrerebbe che il Mnemonista avesse la possibilità di
utilizzare a piacere quelle che nei soggetti normali sono evenienze
casuali: produzioni di immagini o altri dettagli psichici che,
grazie ai fenomeni di spostamento e di condensazione contengono,
come un attrattore frattale, una gran massa di informazioni in
un solo nodo della struttura.
La sua mente, era a più stretto contatto con il Vuoto costitutivo
dell'essere umano, che, come il film ci mostra nel suo epilogo,
divenne una delle sue ossessioni: "Sta cercando il nulla:
lui l'ha visto ed ha bisogno di raggiungerlo". Il Vuoto creatore
ed annichilatore è uno dei concetti chiave della micropsicoanalisi:
rimando il lettore interessato all'argomento, alla lettura del
mio lavoro "La vita: involucro vuoto" 7
in cui ho tentato una descrizione dettagliata di questo
concetto metapsicologico servendomi dell'illustrazione di numerosi
casi clinici.
Qui mi limiterò a ricordare che il Vuoto è il supporto
energetico di tutto ciò che esiste. La microfisica si è
incaricata di dimostrare che in esso sono iscritte informazioni
che sussistono anche in assenza di supporto materiale.
Il grande pensatore ungherese Ervin Laszlo scrive: Non vi
è più un motivo valido per considerare la materia
come primaria e lo spazio come secondario. È allo spazio
- o meglio al mare di Dirac del vuoto che pervade
il cosmo che dovremmo riconoscere realtà primaria...(Lo
spazio-tempo) è un plenum (...) che può
creare forme ed onde. La luce e il suono sono onde in movimento
in questo campo energetico continuo. 8
Esponendo la sua concezione della vita Laszlo afferma: Sembra
che le interazioni con il vuoto quantistico non siano limitate
alle particelle elementari, ma possano interessare anche entità
macroscopiche come i sistemi viventi...fantasmi di torsione, metastabili,
generati dalle interazioni di torsione di spin, possono persistere
anche in assenza degli oggetti che li hanno generati 9
E ancora: Lesistenza di questi fantasmi nel caso di
tessuti viventi è stata confermata dagli esperimenti di
Vladimir Poponin e del suo gruppo dellIstituto di Fisica
Biochimica dellAccademia russa delle Scienze. Poponin, che
ha successivamente ripetuto lesperimento presso lHeartmath
Institute degli Stati Uniti, ha posto un campione di DNA in una
camera a temperatura controllata e lo ha sottoposto ad un raggio
laser. Ha constatato che il campo elettromagnetico circostante
la camera mostra una struttura specifica, pressappoco come atteso.
Ma ha constatato che questa struttura persiste a lungo dopo che
il DNA in questione è stato rimosso dalla camera irradiata
dal laser. Limpronta del DNA nel campo continua ad essere
presente quando il DNA non cè più. 10
Il premio Nobel Carlo Rubbia è ancor più esplicito:
"Lungi dallessere la vacuità assoluta, come
un tempo si credeva, il vuoto moderno è un mezzo molto
complesso nel quale hanno luogo, oltre a fenomeni come lemissione
o lassorbimento di quanti virtuali, anche la comparsa e
la scomparsa di particelle di materia e antimateria...Quarks pesanti
o instabili e le corrispondenti antiparticelle possono avere il
diritto allesistenza nel vuoto, anche solo per pochi effimeri
istanti. Ma restano particelle virtuali, ancora impossibili da
catturare....se alimentiamo il vuoto con lenergia, possiamo
trasformare stati virtuali di eccitazione in particelle
reali e osservabili 11
Il Vuoto, dunque, come supporto di informazioni metastabili.
il Vuoto, che il mnemonista aveva "visto" e tentava
di raggiungere, forse la sorgente misteriosa e tormentosa di quel
fiume di immagini che strutturava ricordi immarcescibili.
Written by: Quirino
Zangrilli © Copyright
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Note:
1
A. R. Lurija, Una memoria prodigiosa (The Mind of a Mnemonist,
1968), 2002, Mondadori, Milano.
2
Umberto Piscicelli, Introduzione alla psicosomatica, Astrolabio,
Roma, 1985.
3
Vedi: J. Piaget, Lo sviluppo mentale del bambino, Einaudi, Torino,1980.
4
C. G. Jung, Dizionario di Psicologia analitica, Boringhieri, 1969,
Torino.
5
A. R. Lurija, op. cit.
6
A. R. Lurija, op. cit.
7
Q. Zangrilli, La vita: involucro vuoto, Borla, Roma, 1993.
8
Ervin Laszlo, Nuovi concetti di materia, vita e mente, Pluriuniverso,
anno I, n° 5 dicembre 1996.
Consulta anche: http://pconf.terminal.cz/participants/laszlo.html.
9
Ervin Laszlo, op. cit.
10
- Gariaev P.P., > Chudin V.I., Komissarov G.G., Berezin A.A.,
Vasiliev A.A., 1991, Holographic > Associative Memory of Biological
Systems, Proceedings SPIE - The International > Society for
Optical Engineering. Optical Memory and Neural Networks. v. 1621,
> p.280- 291. USA.
- Gariaev P.P., "Wave based genome", Ed. Obsh. >
In Russian (1994)
- P.P. Gariaev, K.V. Grigor'ev, A.A. Vasil'ev, V.P. Poponin and
V.A. Shcheglov. Investigation of the Fluctuation Dynamics of DNA
Solutions by Laser Correlation Spectroscopy. Bulletin of the Lebedev
Physics Institute, n. 11-12, p. 23-30 (1992).
- P.P. Gariaev and V.P. Poponin. Vacuum DNA phantom effect in
vitro and its possible rational explanation. Nanobiology 1995
(in press).
11
Carlo Rubbia , Il Vuoto è veramente vuoto?, Bollettino
dell'Istituto Italiano di Micropsicoanalisi, n° 10, 1992.
Il presente lavoro
è parte integrante del Volume "Il Mnemonista",
a cura di Baldo Lami, edito da Zephyro Editrice. Ringraziamo
la Dott.ssa Maria Luisa Mastrantoni per la gentile autorizzazione
alla pubblicazione.
Chi volesse acquistare una copia del volume + VHS può
richiederlo via internet cliccando su questo link: ORDINO
il VOLUME "Il Mnemonista"
Piano dell'Opera:
IL MNEMONISTA
(di Paolo Rosa)
TRAMA DEL FILM:
Primo
violino nell'orchestra di una grande città, "S"
è dotato di una memoria straordinaria che lo porta a
ricordare ogni minimo dettaglio di ciò che cade sotto
la sua attenzione. Si rivolge al prof. "L", psicologo
di fama internazionale, il giorno in cui si accorge di non riuscire
più a suonare, perché le note dello spartito davanti
ai suoi occhi esplodono in punti mobili e coloratissimi. Comincia
così un affascinante viaggio nei misteri della mente...
L'incontro tra cinema e psicoanalisi proposto da questo secondo
volume della collana "Film & Psiche" verte sul
tema cruciale della memoria e dell'oblio.
AUTORI E
TITOLI:
Aldo
Carotenuto • Senza spazio, senza tempo: ricordi
di un mnemonista.
Mariolina Graziosi
• Ricordare per imparare a dimenticare.
Baldo Lami,
L'esilio del mnemonista, dello scienziato e dell'anima contemporanea.
Angelo Peluso
• Un uomo ricco d'immagini ma senza una storia di vita.
Bianca Pietrini e
Fabrizio Raggi
• Dal mnemonista alla relazione.
Ignazio Senatore
• "Minority Memority".
Lidia Tarantini
• Il mnemonista: l'uomo senza memoria.
Quirino Zangrilli
• Il Signor Serasevskij e la psicoanalisi.
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