Il presente lavoro, comparso
sul n° 11 del Bollettino dell'Istituto Italiano di Micropsicoanalisi,
199, è lestratto della conferenza tenuta dal Dr. Zangrilli
Quirino, l8-11-1991, nel quadro del Corso di Formazione per
gli operatori della Casa di accoglienza Giovanni XXIII di Castelmassimo
- FR)
Signore e Signori,
quando mi fu gentilmente richiesto di partecipare a codeste giornate
di studio e formulammo insieme, come argomento di comune interesse,
la nozione micropsicoanalitica di tentativo, ero già conscio
della difficoltà di introdurre ad un uditorio composito e ricco
di esperienze diverse, un concetto così innovatore e rivoluzionario,
formulato da Silvio Fanti nellormai lontano 1953 e poi verificato
nel corso di decenni di studi e ricerche sperimentali. Avevo avuto,
da allora, un reiterato desiderio di elaborare un intervento ben strutturato,
compiuto, ed invece, come potete vedere, eccomi qui che parlo a braccio.
Vi racconterò dettagliatamente la ragione di questo accadimento.
Mi sono accorto, infatti, che costituisce la descrizione più
semplice ed efficace che io possa darvi della dinamica dei tentativi,
poiché, questo nostro odierno incontro, non sarebbe stato possibile,
se il mondo fosse veramente governato dalle sole regole della logica
che vigono nel conscio e non, come vedremo insieme, dalla dinamica
dei tentativi.
Per ora accontentiamoci della seguente affermazione:Ci incontriamo,
oggi, per caso. Vedremo in seguito come tale assunto sia insufficiente
e non corrispondente alla realtà dei fenomeni.
Ascolterete tra non molto un semplice racconto che descrive la nascita,
la danza delle traiettorie, le modificazioni, il destino, di cinque
tentativi. In effetti, la dinamica sarebbe ben più complessa
di quanto sto per dirvi, ma, per il fine che ci siamo proposti, sarà
sufficiente attenersi al solo materiale che vi proporrò. Unaltra
precisazione è comunque necessaria: dato che quelli che descriverò
sono tentativi esistenziali, cioè progetti, desideri, interazioni
tra persone e situazioni, mi manterrò, così facendo,
su un piano macroscopico, in cui i fenomeni sono certo più
evidenti per coloro i quali, come il gentile uditorio di questa sera,
non hanno unesperienza diretta del procedimento micropsicoanalitico,
ma sicuramente, già strutturati in quelli che Silvio Fanti
definisce insiemi di tentativi, cioè sistemazione puramente
energetica dei tentativi che entrano in interazioni secondo la loro
traiettoria fortuita nel continuum del vuoto".
Giacché viene qui menzionata la parola vuoto permettetemi di
specificarne laccezione micropsicoanalitica. Nel breve prologo
a questo mio intervento, ho descritto brevemente le innovazioni metodologiche
e tecniche che caratterizzano la micropsicoanalisi. La potenza degli
strumenti tecnici micropsicoanalitici (soprattutto la dilatazione
del tempo di seduta) permette il manifestarsi, losservazione
e lo studio di fenomeni particolarmente primari, non solo dal punto
di vista della loro genesi (abbiamo spesso a che fare con materiale
rappresentazionale-affettivo relativo a vissuti intrauterini o persino
genealogici) ma anche dal punto di vista della struttura e del dinamismo.
E difficile , a volte, situare tali fenomeni nel quadro sinottico
freudiano, per altri aspetti pienamente soddisfacente, delles-io-super-io,
poiché essi sembrano collocarsi in un mondo fenomenologico
ancor più primario delle strutture psichiche e, per tale ragione,
i dati osservabili nel corso delle sedute lunghe micropsicoanalitiche
, siano essi psichici o somatici, vengono situati in un ambito più
vasto che è conosciuto come organizzazione energetica del Vuoto.
Silvio Fanti, così, nel Dizionario di Psicoanalisi e Micropsicoanalisi,
a pag. 38 delledizione italiana, descrive lorganizzazione
energetica del vuoto: lenergia che anima il continuum del vuoto
passa per stati successivi fino alla sua strutturazione psicobiologica.
Vi prego di prestare particolare attenzione a questi concetti un po
difficili solo perché inusuali , comunque indispensabili per
una visione più vicina al reale.
Silvio Fanti descrive un processo di condensazione autocatalitica
dellenergia che partendo dal vuoto creatore, porta per tappe
successive, sulle quali non sto qui a soffermarmi, al manifestarsi
del cosiddetto tentativo: assemblaggio più o meno complesso
e strutturato psichicamente o materialmente di tentativi elementari
.
Secondo Silvio Fanti, qualsiasi fenomeno del mondo minerale, animale
e vegetale, scaturisce come ottimizzazione di innumerevoli e successivi
tentativi dallenergia elementare che anima il vuoto.
Queste premesse, che vi saranno senzaltro sembrate così
lontane dallargomento della mia relazione, sono necessarie perché
in senso micropsicoanalitico sarebbe impossibile rappresentarsi la
dinamica dei tentativi, come daltronde di qualsiasi cosa esista,
al di fuori del tessuto connettivo del vuoto, che li produce, li sostiene,
li organizza, li assembla, li disgrega, li annichila.
Lo so, quando si parla di campi di forze, vettori, traiettorie, spostamenti,
condensazioni si pensa subito ad un mondo così lontano dallesistenza
quotidiana, lo stesso disorientante effetto che ci fa ascoltare un
microfisico o un chimico. Eppure anche loro parlano di leggi che ci
governano, leggi che ci fanno ritrovare il nostro rassicurante cappuccino
del mattino, o che organizzano lo spazio dellesistenza e lo
scorrere del tempo. So anche, però, che è più
facile descrivere gli stessi fenomeni ad un livello di strutturazione
e complessificazione superiore, al livello, per esempio, di desideri,
progetti, difficoltà, comportamenti, decisioni, in una parola,
la nostra vita quotidiana.
Veniamo allora, finalmente, a descrivere il percorso di cinque tentativi
che chiameremo: n° 1 - Il tentativo della relazione; n° 2
- Il tentativo dellincontro; n° 3 - Il tentativo informatico;
n° 4 - Il tentativo di contattare Marcello; n° 5 - Il tentativo
di contattare il Dr. Curadavvero.
Descriviamoli in dettaglio: - n° 1 - (Tentativo della relazione).
E il tentativo di scrivere una relazione per la giornata di
domani. Si, avete capito bene: la giornata di domani, perché
fino a due ore fa ero assolutamente sicuro, e lo ero da mesi, che
questo nostro incontro fosse fissato per il 9-11-91 mentre oggi, evidentemente,
è l8-11-91.
- n° 2 - (Tentativo dellincontro). E il tentativo
di incontrare di nuovo, dopo circa 20 anni il mio amico Andrea Coccia
il suo mondo, le sue esperienze. E il tentativo corollario del
precedente. Senza lincontro odierno non vi sarebbe stata ragione
di scrivere una relazione, anche se codesta affermazione è
valida unicamente su un piano cosciente razionale, poiché ogni
accadimento della nostra vita è solo la sistemazione a posteriori
di un equilibrio dinamico inconscio. Per esempio potremmo dire che
lincontro odierno è la sistemazione razionale più
economica del tentativo di due o più persone, elementi costitutivi
di un insieme, una volta collegati da un vincolo o legame ( quale
può essere una relazione di amicizia) di ricostituire, anche
transitoriamente, e pur anche per una sola sfaccettatura, quellinsieme.
- n° 3 - (tentativo informatico). E il tentativo che può
essere definito fallito ma che ha un ruolo fondamentale
in tutto il dinamismo. Circa un mese fa mi recai da Marcello per aiutarlo
ad installare un complesso software nel suo sistema informatico (Marcello
è uno dei fondatori della casa di accoglienza). Loperazione
ebbe un esito disastroso, con notevoli disturbi nella configurazione
del sistema. Quella sera, comunque, ci salutammo con il proposito
di risentirci per avere uno scambio di idee sulle modalità
di impostazione del mio intervento, che costituisce il - n° 4
- (tentativo di contattare Marcello).
- n° 5 - (tentativo di contattare il Dr. Curadavvero). Nellultimo
periodo, la madre di un mio parente, un soggetto con un terreno psicosomatico
connotato da un intenso masochismo primario che dava origine a tentativi
di vincolamento somatico gravi, aveva riattivato, in una situazione
di abbandono, lusuale meccanismo di difesa consistente nella
costruzione, per traslazione somatica, di disturbi organici. Si era
rivolta dunque, seppure in modo indiretto, al sottoscritto per avere
un consiglio medico. Apparentemente quello che questo tipo di persone
sollecita è un aiuto e un consiglio che permetta loro di superare
uno stato di malattia. In sostanza, invece, ricercano incessantemente
una complicità al rafforzamento dei pericolosi tentativi che
mettono in atto per elaborare, sul piano somatico, il conflitto.
Un medico micropsicoanalista, che è conscio di tali dinamiche,
deve rassegnarsi a passare per cinico,superficiale e indifferente,
nella speranza che la frustrazione del tentativo di vincolamento somatico
apra nuove inedite vie di elaborazione del conflitto. La signora in
questione, comunque, come spesso avviene in questi casi, era da anni
in cura presso un medico depositario di forti spinte sadiche che drammatizzava
qualsiasi situazione di pur lieve squilibrio psicosomatico, mantenendo
la persona agganciata in un tenace rapporto sadomasochistico che certo,
soddisfaceva la struttura pulsionale di entrambi, ma si rivelava patogeno
per il soggetto. Negli ultimi anni, lesperienza micropsicoanalitica
di vari membri dellentourage del soggetto aveva molto ridotto
la compiacenza ed il rinforzo dei ripetuti tentativi di costruzione
di soluzioni somatiche che la signora aveva posto in essere, introducendo
una variabile importante.
Il primo tentativo che di fatto per la prima volta aggirava la ripetizione
era rappresentato dalla ricerca spontanea di un mio caro e stimato
collega che chiameremo il Dr. Curadavvero, che coniugava, oltre ad
una preparazione medica di altissimo livello, una struttura caratteriale
sufficientemente neutra ed un impasto pulsionale caratterizzato da
un basso tasso di sadismo: in altri termini il medico che augurerei
a chiunque di avere come terapeuta. La signora mi aveva pregato di
contattare il Dr. Curadavvero per esporgli il suo caso e caldeggiare
una speciale comprensione. Per diversi giorni rimasi combattuto tra
il lasciar fare le cose al destino o intervenire, dunque in qualche
modo interferire, per rafforzare la tendenza in atto.
Temporeggiavo, anche se è molto difficile mantenere una completa
astinenza in simili situazioni, e dunque cera in me un proponimento
conscio di prendere contatto con il collega che pure non trovava la
forza di realizzarsi.
Ora, finalmente, possiamo seguire la dinamica dei tentativi che vi
ho descritto. Possiamo cominciare da circa due ore fa. Sono seduto
davanti la tastiera del mio computer, rilassato al pensiero di avere
praticamente due giornate a disposizione per elaborare la mia relazione
per domani, per un incontro che, lo capite, non ci sarebbe mai stato.
Penso di sentire il parere di Marcello, ne ho da giorni lintenzione
, eppure rimando e rinuncerei ancora se non fossi di fronte al mio
computer. Giacché, per quella che vi sembrerà una singolare
coincidenza e tale può rimanere stasera, nei giorni scorsi,
nel corso dellistallazione di un semplicissimo software nel
mio elaboratore, si è determinato un difetto di funzionamento
tale da mimare il disastro informatico di
Marcello.
La solidarietà che nasce dalla comunanza di sventura è
la spinta che mi consente di telefonare a Marcello. Dopo i commenti
che vi lascio immaginare sulle nostre disavventure informatiche, autentici
fallimenti, ma al tempo stesso elemento fondamentale per rafforzare
un tentativo che da mesi non aveva lenergia sufficiente per
essere realizzato (n° 4, contattare Marcello), vengo a sapere,
quasi per caso, che la giornata che mi era stata assegnata era quella
dell8 novembre e non il 9.
Come è evidente, il disastro informatico rende possibile anche
il tentativo n°2: eccomi infatti qui ad incontrare Andrea Coccia
e il suo mondo. Effettivamente il destino del tentativo n° 2 che
pure apparentemente sembrava il più forte, organizzato e strutturato,
tanto da meritarsi una prenotazione sulla mia agenda elettronica,
era disturbato da qualche forza inconscia.
Non potendo entrare nello psichismo altrui, se non in una dimensione
di setting micropsicoanalitico, parto dal presupposto che il lapsus
sia il mio, anche se ipotesi diverse non cambierebbero la sostanza
del nostro discorso. Facendo ricorso ad un po di autoanalisi
non faticavo a trovare lorigine del lapsus. Andrea Coccia, a
questo punto è bene precisarlo lo incontrai per la prima volta
nella vita in un aula di scuola media. Io ero un adolescente irrequieto,
animato da un forte desiderio di conoscenza e di certezze che aveva
trovato un sollievo transitorio alla riaccensione della conflittualità
edipica propria di quelletà,nellappartenza ad unarea
di riferimento ideologico (il gruppo, in fondo, è lalleanza
tra i giovani maschi dellorda primordiale), lui era il mio insegnante
di religione. Su di lui avevo potuto proiettare e dunque vincolare
molte delle ambivalenze proprie di quel delicato periodo.
Comunque, tutto questo non aveva impedito che nascesse una sincera
amicizia, perché in fondo io e Andrea Coccia siamo imparentati
da un tratto del nostro carattere (niente amicizia, senza somiglianza!)
che in Andrea, che conoscete certo meglio di me, non faticherete a
ravvedere: la necessità di essere nella corrente, di non stare
fermi, di tentare. Dopo quellincontro la vita, con i suoi imprevedibili
percorsi ci portò lontani. Le poche volte che ci siamo incontrati
fugacemente, nel frattempo, mi rendevo conto che Andrea, per entrare
in contatto con me utilizzava (e nessuno può fare altrimenti)
lintonazione del rapporto di un tempo: mi chiamava Rinetto e
la prima cosa che faceva era darmi un buffetto sulla guancia. Era
una sorta di reazione automatica e immediata che evidentemente in
me, che pure sono in parte cosciente di tali dinamiche, riaccendeva
lambivalenza di un tempo, cosa che spiegherebbe lorigine
del lapsus.
Linconscio è geniale nel cercare le sue soddisfazioni:
cosa ci sarebbe stato di meglio che rendere, in base alla legge del
taglione, pan per focaccia ? Ero un ragazzino in cerca di rassicurazioni
e certezze e Andrea, ovviamente, non poteva dare risposte a quesiti
che nemmeno io conoscevo. Avevo di lui una sensazione frustrante di
assenza e questo, inconsciamente, mi preparavo a rendergli!
E invece, grazie al disastro informatico, eccomi qua.
E il Dr Curadavvero, vi chiederete, che fine ha fatto ? Un attimo
di pazienza: lasciate che ritorni alla fine della telefonata. Riaggancio
il ricevitore un po confuso. Non c'è ovviamente il tempo
di elaborare una relazione (tentativo n° 1 che si direbbe fallito)
e, se voglio a questo punto concretizzare il tentativo n° 2, lincontro
con Andrea Coccia, devo fare in fretta e organizzarmi. Telefono a
mia moglie e concordiamo che la cosa migliore da fare, per ottimizzare
i tempi, è andare a mangiare qualcosa in un locale vicino la
sede del nostro incontro. Uscendo cè ancora un po
di tempo a disposizione prima del nostro appuntamento; la città
è deserta. Ci rechiamo allo sportello bancomat più vicino
perché mia moglie ha necessità di richiedere un estratto
conto. Nelloscurità scorgiamo unombra, che si volta
e ci saluta cordialmente: Salve, che coincidenza! volevo chiamarvi
uno di questi giorni, perché ho visitato una vostra parente...
Si, è proprio lui: il Dr. Curadavvero.
Forse solo ora capisco veramente cosa intende Fanti quando afferma
che il tentativo fallito non differisce in fondo dal
tentativo riuscito. Qualcuno tra voi potrebbe ritenere arbitraria
lintroduzione del Dr. Curadavvero nella dinamica che abbiamo
seguito. Mi limiterò a dirvi che il Dr. Curadavvero che per
i reciproci impegni vedo molto di rado, faceva parte con Andrea Coccia,
Marcello e altri di un ristrettissimo gruppo di persone unite più
di venti anni fa da unintensa amicizia (in termini tecnici direi
depositarie di traslazioni reciproche). Ed aggiungo che negli ultimi
giorni, in un modo o nellaltro, sono praticamente entrato in
contatto senza intenzionalità, in modo diretto o indiretto
con quasi tutti gli elementi di quel vecchio insieme.
E leffetto certo un po sconcertante di quel fenomeno
di riattivazione di situazione di cui, a proposito della visita dei
luoghi dellinfanzia che si effettua durante il trattamento micropsicoanalitico,
fa menzione Nicola Peluffo nel suo lavoro La situazione
di cui vorrei leggervi un breve passo: La visita dei luoghi
che fa da resto diurno alle attività dellinconscio, mette
in moto processi che si specificano nel secondario e, per esempio,
il signor o la signora tal dei tali, che in epoche successive sono
entrati nella storia transferale del soggetto, come in una piece
teatrale sono inconsciamente scritturati per partecipare
alla vicenda esistenziale del soggetto stesso. .
Ho voluto farvi questo racconto perché so che nel corso del
vostro nobile e duro lavoro spesso attraversate dei difficili momenti
in cui avete la penosa sensazione che i vostri tentativi non abbiano
più alcun senso. Credo di avervi mostrato la potenza di un
tentativo che sul piano razionale si può definire fallito.
Lessere umano non fa altro che tentare, a sua insaputa, ciecamente;
noi siamo incessantemente, e nostro malgrado, al centro di una rete
di tentativi che cercano stabilità per mantenersi e strutturarsi.
Anche voi siete al centro dei tentativi che i vostri bambini e ragazzi
compiono, tentativi che vengono per lo più inghiottiti dal
gorgo della coazione a ripetere, finché, un giorno,apparentemente
per caso, un tentativo inedito che fino a quel momento non aveva la
forza di manifestarsi, riesce come per incanto a farsi strada e voi
dovete semplicemente essere lì a testimoniare.
® Quirino
Zangrilli
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NOTE:
- Silvio
Fanti Dizionario di Psicoanalisi e Micropsicoanalisi
definizione n°91. Borla, 1983.
- Silvio Fanti Dizionario
di Psicoanalisi e Micropsicoanalisi definizione n°86. Borla,
1983.
- Nicola Peluffo La situazione
Bollettino dellIstituto Italiano di Micropsicoanalisi
n° 5, 1987.