La Legge di Giobbe:
Immagini collettive e destini individuali (il sistema inconscio).
Parte 3ª
29 aprile 2002
... Paragoniamo
quindi il sistema dellinconscio a una grande anticamera,
in cui gli impulsi psichici giostrano come singole entità.
Comunica con questa anticamera una seconda stanza più
stretta, una specie di salotto, in cui risiede anche la coscienza.
Ma sulla soglia tra i due vani svolge le proprie mansioni un
guardiano, che esamina, censura i singoli impulsi psichici e
non li ammette nel salotto se non gli vanno a genio. Comprenderete
subito che non fa molta differenza se il guardiano respinge
un impulso non appena esso compare sulla soglia, o se lo caccia
via dopo che è entrato nel salotto. È solo questione
del grado della sua vigilanza e della sua tempestività
nel riconoscimento (omissis). Gli impulsi nellanticamera
dell inconscio sono sottratti allo sguardo della coscienza,
che infatti si trova nellaltra stanza: inizialmente essi
sono destinati a rimanere inconsci. Se si sono già spinti
fino alla soglia e sono stati rimandati indietro dal guardiano,
ciò significa che sono inammissibili alla coscienza.
In tal caso li chiamiamo rimossi. Ma anche gli impulsi che il
guardiano ha ammesso oltre la soglia non sono per questo diventati
necessariamente coscienti. Lo possono fare solo se riescono
ad attirare su di sé lo sguardo della coscienza. A buon
diritto chiamiamo perciò questo secondo vano il sistema
del preconscio. Incorrere nella rimozione invece, significa
per ogni singolo impulso che il guardiano non gli consente di
penetrare dal sistema dellinconscio in quello preconscio
(omissis.). Vorrei assicurarvi che queste rozze ipotesi dei
due vani, del guardiano che giudica e sorveglia sulla soglia
tra di essi e della coscienza come spettatrice allestremità
della seconda sala, hanno purtuttavia un significato, in quanto
approssimazioni molto vicine al reale stato dei fatti...
1
Ho voluto iniziare la terza e ultima parte della mia
ricerca riportando questa citazione di S. Freud, che al contempo
avvalora ed illustra lipotesi avanzata in precedenza,
riguardo allesistenza di "organizzatori psichici",
che agirebbero in qualità di contenitori/schermo
pronti ad attivarsi per proteggere il sistema psicobiologico
dallirruzione di elementi inconsci, incompatibili con
lorganizzazione egoica e superegoica.
In effetti, anche il Maestro, per descrivere i processi che
avvengono allinterno dello psichismo profondo, non può
esimersi dallutilizzare unimmagine di natura prettamente
giudiziaria (la stessa che anima la scena del Libro
di Giobbe e dei suoi antecessori storici, oltre che
il Manuale di Psichiatria sopra citato):
esiste un guardiano, che esamina, giudica e sancisce le possibilità
di sopravvivenza di unentità postulante (un impulso
psichico), che richiede di essere ammessa e riconosciuta come
paritaria allinterno della normale attività mentale
dellIo (il salotto buono dove risiede la Coscienza): se
il giudizio sarà sfavorevole, lentità postulante
sarà eliminata, cioé cacciata in quelle zone intrapsichiche
ove lo sguardo della coscienza potrà
ignorarla. Vorrei anche mettere in evidenza lesigenza
di Freud di rassicurare il Lettore che non si tratta di rozze
ipotesi fantastiche ma di approssimazioni
molto vicine al reale stato dei fatti. Ma dove inizia
esattamente la realtà di tale affermazione, se non si
tratta semplicemente di un paragone immaginifico? Io sostengo
che laffermazione di Freud vada letta nel suo senso letterale,
ossia nel fatto che la principale attività svolta dal
sistema preconscio consista nel legare alcune eccitazioni intrapsichiche
che si muovono liberamente nellinconscio, trasformandole
in immagini percepibili, cioé iperinvestendo proprio
la funzione visiva. Ossia la mia ipotesi è che "la
rappresentazione della cosa", composta da tracce mnestiche
puramente sensoriali e motorie, per poter essere trasformata
in "rappresentazione della parola", subisca
una elaborazione intermediaria preconscia, durante la quale
la traccia mnestica è tradotta in impulsi direttamente
visualizzabili dalla percezione, interna o esterna, prima di
poter essere trasformata in esperienza linguistica e quindi
in contenuto ideativo. In altri termini, considero che la traccia
mnestica venga trasformata in unimmagine visiva endopsichicamente
percepibile: ...Processi consci alla periferia dellIo,
e tutto il resto che è nellIo inconscio: sarebbe
questa la situazione più semplice che dovremmo supporre.
Può darsi che in effetti le cose stiano così per
gli animali, ma per gli uomini si aggiunge una complicazione
in virtù della quale anche alcuni processi interni allIo
possono acquistare la qualità della coscienza. Ciò
è opera della funzione linguistica, la quale stabilisce
uno stretto collegamento fra i contenuti dellIo e i residui
mnestici delle percezioni visive e anche con quelli delle
percezioni auditive.... 2
Questo è un punto fondamentale in tutto il mio
discorso, che in questo contesto devo purtroppo ribadire in
modo un po assiomatico e sbrigativo; la
trattazione completa della mia ipotesi infatti prevederebbe
da sola un lavoro molto più ampio del presente. Quello
che desidero affermare, in ultima analisi, è riconducibile
al fatto che la rappresentazione dei rapporti logici e dello
stesso pensiero astratto necessiti per espletarsi di una raffigurabilità
visiva che non si compie soltanto nellattività
onirica o nelle produzioni artistiche, pittoriche, scultoree
o altro, ma allinterno della percezione stessa. Sostengo
in altri termini che nel processo evolutivo sia lincisione
rupestre 3
a strutturare il linguaggio e non viceversa , ossia
che le parole primordiali siano suoni che tentano di esprimere
e trasmettere in modo astratto (cioé svincolato dalla
permanenza del segno concreto) il significato contenuto nelle
rappresentazioni visive raffigurate dai segni ideografici:
... É noto dallInterpretazione dei sogni
il modo in cui si effettua la regressione dei residui diurni
preconsci nella formazione onirica. In tale processo i pensieri
si trasformano in immagini prevalentemente visive, ossia le
rappresentazioni di parole vengono ricondotte alle rappresentazioni
di cose che ad esse corrispondono, come se in definitiva il
processo fosse dominato da considerazioni relative alla raffigurabilità....
4
Considero pertanto la trasformazione dei pensieri in
immagini visive evidenziata da Freud come una regressione ad
un processo di raffigurabilità di origine essenzialmente
filogenetica, che viene costantemente ripetuta e ricapitolata
nellontogenesi.
Daltronde, limportanza della funzione visiva era
già stata ampiamente sottolineata da Freud in un precedente
scritto: ...Questo cambiamento si connette soprattutto
con la diminuzione degli stimoli olfattivi, per mezzo del quale
il processo mestruale agiva sulla psiche maschile. Il loro posto
fu preso dagli eccitamenti visivi, che, contrariamente agli
intermittenti stimoli olfattivi, potevano mantenere un effetto
permanente (omissis...). Allinizio del fatale processo
di incivilimento, ci sarebbe dunque lergersi delluomo
da terra. La catena degli eventi, dopo esser passata attraverso
la svalutazione degli stimoli olfattivi, procedette di qui fino
ad attribuire preponderanza agli stimoli visivi, alla visibilità
dei genitali e, oltre, fino alla continuità delleccitamento
sessuale, alla fondazione della famiglia primitiva (Freud
chiama qui "famiglia primitiva" quel che altrimenti
aveva perlopiù chiamato"orda primordiale")
e in tal modo fino alla soglia della civiltà umana....
5
È proprio la concatenazione degli eventi messa
in luce da Freud e da me evidenziata in grassetto che costituisce
il punto di incontro fra le varie parti del mio discorso e le
rende uniformi e armoniche tra loro. Mi soffermo a riassumerle
brevemente..
Nella prima parte del mio lavoro, ho sostenuto lipotesi
di un tentativo filogenetico volto alla costruzione di un nuovo
pensiero religioso, basato su un dio oggettivo che, al contrario
del dio totemico, non protegge né punisce. In realtà,
questo contenuto ideativo non elimina l'affetto soggiacente
alimentato dal trauma, per cui la necessità di ripristinare
la funzione del dio protettore e punitore si impone e ritorna
per coazione a ripetere.
Successivamente ho cercato di dimostrare come, in occasioni
traumatiche, allinterno dello psichismo preconscio si
attivino delle immagini, idee e fantasie il cui scopo fondamentale
è quello di mantenere coeso il sistema psicobiologico,
che altrimenti risulterebbe invaso dagli impulsi inconsci rimossi
e ne verrebbe distrutto. Ho voluto dimostrare come linsieme
di queste rappresentazioni preconsce-consce, che clinicamente
viene definito come "reazione depressiva", sia in
realtà di origine innata. Considero pertanto che la qualità
del processo reattivo non sia in relazione diretta e causale
con levento scatenante specifico, agente nel presente.
In parole più semplici, penso che uno stimolo traumatico,
situato nella realtà attuale, produca una risposta geneticamente
programmata dallereditarietà psichica, a sua volta
derivata da perturbazioni antecedenti.
La terza parte sarà tesa a elucidare quale sia il vero
Trauma, inscritto nellInconscio e tramandato per eredità
psichica, che la reazione difensiva preconscia sopra descritta
tenta di arginare tramite la produzione delle suddette immagini
e fantasie.
Se si segue lelaborazione freudiana appena citata non
si può fare altro che ritornare al Trauma Filogenetico
Originario inerente allorda primiordiale e alluccisione
del padre totemico: in questo senso, si verrebbe a chiudere
un grande circuito associativo che ci riporterebbe al punto
di origine di tutto il discorso: allinizio della propria
storia, la Umanità commette il crimine primigenio che
viene a incidersi della memoria ancestrale della Specie sotto
forma di un senso di colpa inconscio; sulle fondamenta di tale
delitto riposa ogni tentativo umano di costruzione di una convivenza
sociale, della regolamentazione etica o del senso religioso.
Ogni individuo appartenente a tale Specie nascerà schiacciato
tra lincoercibile esigenza di ripetere tale uccisione
rispetto al proprio genitore, per accedere alla conquista della
femmina/Madre, e la necessità di rinunciare a tale impulso,
al fine di evitarne la punizione, ossia la castrazione. Lintelligenza,
ovvero il sistema legato alla Percezione/Coscienza, spinge lessere
umano verso soluzioni sempre più complesse e articolate,
che possano allentare la morsa del conflitto genetico-ereditario
di cui è inconsapevole portatore sano.
Razionalmente egli si costruisce un pensiero oggettivo progressivamente
sempre più logico-astratto e, ancora razionalmente, tenta
di reagire alle avversità esistenziali elaborando strumenti
che lo rinforzino nel corpo e nella mente. Ma la realtà
affettiva (inconscia) del Complesso di Evirazione, immutabile
ed eterna, perché al di fuori dello Spazio/Tempo e dell
esperienza ontogenetica collettiva e individuale, continuamente
torna a riproporsi sovrapponendosi e vanificando tutti i suoi
sforzi. LUomo nasce predisposto a sviluppare, nei migliori
dei casi, una reazione depressiva, dolorosa mescolanza di rinuncia,
di automutilazione, di tabù, tesa a placare la traccia
mnestica di un padre-dio-totem sempre pronto all evirazione.
Ed è questa la Legge di Giobbe che ho voluto illustrare
e che corrisponde perfettamente alla realtà messa in
luce dallinvestigazione operata da S. Freud.
Ma a questo punto desidero tentare uninterpretazione del
trauma originario un po diversa da quella proposta dallortodossia
psicoanalitica, anche se penso, nel presentare la mia ipotesi,
di muovermi lungo una direttrice ancora prettamente freudiana.
La base teorica che sostiene tutto lulteriore sviluppo
del ragionamento è fornita dalla ormai celebre definizione
elaborata da N.Peluffo della: psiche
come rappresentazione dei processi somatici. 6
Tale definizione, forgiata sul concetto freudiano della
pulsione come rappresentante psichico degli stimoli
che traggono origine dallinterno del corpo7
, possiede lindubbio vantaggio di considerare
le due entità osservate, appunto la psiche e il soma,
senza introdurre tra di esse alcun elemento di separazione,
divisione, ramificazione o contrapposizione; vengono pertanto
descritte come manifestazioni epifenomeniche diverse di unico
insieme di eventi energetici.
Introdotta tale definizione, riprendiamo la citazione freudiana
da cui siamo partiti e più esattamente la frase che riguarda
la relazione tra la preponderanza acquisita dagli stimoli visivi
nel corso del processo di ominizzazione, in funzione dello sviluppo
della famiglia e della civiltà: Allinizio
del fatale processo di incivilimento, ci sarebbe dunque lergersi
delluomo da terra. La catena degli eventi, dopo esser
passata attraverso la svalutazione degli stimoli olfattivi,
procedette di qui fino ad attribuire preponderanza agli stimoli
visivi, alla visibilità dei genitali e, oltre, fino alla
continuità delleccitamento sessuale, alla fondazione
della famiglia primitiva e in tal modo fino alla soglia della
civiltà umana.... Ciò che desidero
mettere in evidenza è che questa affermazione contiene
e conserva la stessa struttura associativa dell Edipo
re di Sofocle, vale a dire esprime una condensazione
che stabilisce un rapporto di contiguità e vicinanza
tra due funzioni somatopsichiche, ossia 1°) lacquisizione
della statura eretta e della deambulazione bipede, che comporta
la svalutazione dell olfatto, e 2°) il conseguente
iperinvestimento delle capacità visive. Inoltre, le due
funzioni fisiologiche vengono messe in relazione con lattività
sessuale, che da periodica si trasforma in funzione permanente
e richiede pertanto la conquista e il possesso di una femmina.
Ora soffermiamoci a considerare la definizione della parola
"de-ambulazione"; che descrive "la capacità
di alcuni Primati di spostarsi appoggiandosi unicamente sugli
arti inferiori" e teniamo anche conto che il prefisso
dê in latino indica sempre lallontanamento,
labbassamento, quindi la separazione o la privazione di
una qualità o di unazione che si trova così
degradata. 8
Avremo a questo punto stabilito un contenuto associativo
estremamente importante allinterno della frase di Freud:
lerigersi da terra comporta il degradarsi delle capacità
motorie quadrumani, la perdita della sicurezza del mondo olfattivo
(venuta a consolidarsi durante un periodo quantificabile in
migliaia di millenni) e la coercizione a lottare per la conquista
permanente di una femmina , non più legata alla periodicità
dellestro ma subordinata alla visibilità dei genitali.
Come ho sottolineato in precedenza, due funzioni fisiologiche,
il camminare e il vedere, vengono collegate tra loro e quindi
messe in relazione con lesercizio dellattività
sessuale. e questo insieme associativo esprime e contiene un
legame intrinseco fortemente coordinato. Riassunta nei suoi
minimi termini, ecco allora apparire la trama dellEdipo
re. Come ha magistralmente dimostrato Q. Zangrilli:
...Il particolare del piede (per altro presente
in molti miti ed opere letterarie, si pensi solo al celeberrimo
"tallone di Achille") tornerà ancora nel mito
di Edipo. Non solo; il nome Edipo ("piede gonfio")
esprime anche una certa caratteristica genealogico-familiare:
Edipo è figlio di Laio, "il mancino", figlio
minore di Labdaco, "lo zoppo", discendente di Efisto
,"lo zoppo".... 9
Edipo dunque, azzoppato alla nascita, figlio di zoppo
e nipote di zoppo, per sopravvivere si ritrova a risolvere
un quesito sulla deambulazione. Sciolto l'enigma, a un bivio
viene di nuovo azzoppato dal padre. Dopo essersi congiunto carnalmente
con la madre, si toglie la vista.
La struttura associativa proposta nel "Disagio della
civiltà" è la stessa dell' "Edipo
re" di Sofocle. Limportanza attribuita ai due
organi, cioè il piede - strettamente correlato allambulazione
bipede - e locchio - forzatamente connesso al degradarsi
degli stimoli olfattivi operato dalla visione - viene direttamente
associata alleliminazione del rivale (padre totemico),
operazione necessaria al ricongiungimento con la femmina/Madre.
Non solo, si viene a stabilire unequazione che, nella
mia ipotesi, assume secondo il principio di non-contraddizione
che regola il sistema primario, un valore bi-direzionale, ossia
può essere letta nei due sensi: >
se si uccide il rivale si incorre nella perdita del piede e
dellocchio (castrazione) ma, considerata nel suo significato
contrario, < il deterioramento
o la perdita della visione e della deambulazione comportano
ipso facto leliminazione della necessità
stessa del padre totemico, quindi il disgregarsi dellorda
primordiale e il ritorno allattività sessuale ciclica,
estrale (regressione allo stato di fissazione precedente).
10
Soffermiamoci brevemente su questa lettura "rovesciata"
dell Edipo, da cui risulterebbe che esiste effettivamente
nello psichismo profondo un desiderio attivo e diretto di eliminazione
delle due attività considerate (deambulazione e visione).
Occorre a questo punto considerare il fatto che il percorso
evolutivo non si è compiuto in modo armonico e progressivo
ma è sempre e solo avvenuto in occasione di grandi mutazioni
drammatiche, per lo più ambientali, e molto probabilmente
lacquisizione della statura eretta fu una conseguenza
della pressione esercitata da una serie di perturbazioni catastrofiche
(glaciazioni o altro), che obbligarono lessere umano ad
abbandonare in modo definitivo landatura quadrumane, di
sicuro per muoversi più velocemente in rapporto al proprio
peso e alla massa muscolare. Ossia una variazione endogena che
ingenera una trasformazione interna, a sua volta tramandata
ereditariamente alle generazioni future, che tuttavia conserva
per inerzia le caratteristiche dello stato precedente (fissazione).
Avremmo qui definito lambivalenza primaria inscritta indelebilmente
nello strato più arcaico e ancestrale dellEs, concernente
loscillazione tra il conservare e il distruggere le attività
somatopsichiche di più recente acquisizione, rispetto
al nucleo originario di più antica formazione, che tende
costantemente a riproporsi. In definitiva, considero le due
attività sopra descritte, landatura bipede e le
ampliate capacità visive, nella loro reale natura di
tentativi energetici, quindi pre-psichici e pre-somatici, la
cui attivazione, avvenuta in epoche di molto posteriori, stabilisce
uninterruzione, sia pur indispensabile per la sopravvivenza,
che si inserisce allinterno di un continuum energetico
di più antica durata, producendo una distorsione tensionale
che richiede incessantemente di ritornare allo stato di quiete
anteriore. Un conflitto insomma, tra il mantenere alcune funzioni
vitali altamente articolate e specializzate, e che quindi richiedono
un sovraccarico pulsionale molto elevato, e la regressione all
equilibrio di uno stato antecedente, certamente più fragile
ma molto meno complesso. In un linguaggio matematico, potremmo
descrivere il processo come una incompatibilità tra serie
diverse di funzioni continue e discontinue, mentre, utilizzando
il modello di spiegazione psicoanalitico e micropsicoanalitico,
avremmo definito i presupposti critici di squilibrio che attivano
e mantengono la coazione a ripetere.
Ora prima di procedere è necessaria una digressione di
natura prettamente anatomo-fisiologica. È fatto ormai
noto e consolidato che lacquisizione della statura eretta
abbia avuto come primo effetto la possibilità di un progressivo
ingrandimento della scatola cranica 11
e quindi un consequenziale ampliamento della massa cerebrale,
accompagnato dallo sviluppo della corteccia esterna, elemento
fondamentale per la acquisizione di ogni futura capacità
logica e intellettiva. Lhomo sapiens si trasforma
in tale proprio in virtù di una mutazione posturale,
che lo ha eretto da terra.
Ma forse è meno nota una seconda conseguenza
dellacquisizione della statura bipede: mi riferisco in
particolare allaccorciamento del periodo gravidico. In
altri termini, il tempo di gestazione dellUmano si restringe,
rispetto a quello dei suoi omologhi genetici quadrumani, di
alcune settimane:...lattitudine alla stazione
eretta e alla deambulazione richiede una serie di adattamenti
anatomo-funzionali, in stretta connessione tra loro. La testa
deve articolarsi con la colonna vertebrale in modo da disporsi
con il piano del foro occipitale orrizontalmente sopra la colonna.
Il torace deve appiattirsi, la scapola si sposta medialmente
e in basso, si formano le curvature della colonna vertebrale
(cervicale, dorsale, lombare, sacrale) con convessità
anteriore alternata a concavità in modo da realizzare
le compensazioni necessarie per lequilibrio del corpo.
La trasmissione agli arti si compie attraverso larticolazione
coxo-femorale, in cui la testa e il collo del femore si dispongono
obliquamente rispetto alla diafisi dellosso con un angolo
di circa 120º. Ma le modificazioni forse più importanti
si realizzano nel piede e nel bacino. Nel piede si forma una
duplice volta plantare (antero-posteriore e trasversale) che
consente sia la stazione eretta su un piano di appoggio definito
da almeno tre punti (I e V metatarsale e tallone) che la deambulazione.
Tutta la pianta del piede è dunque deputata al sostegno
del corpo (le Grandi Scimmie poggiano sui margini laterali);
ciò è possibile per il maggiore sviluppo delle
ossa mediali del tarso e in particolar modo dellastragalo,
che tende a disporsi secondo lasse maggiore del piede,
e per il particolare sviluppo dellalluce, il quale si
dispone parallelamente alle altre dita. Questa struttura funzionale
rende possibile la dinamica del piede in ordine alla marcia
(omissis...). Secondo Coppens il raddrizzamento del corpo sarebbe
stato raggiunto tra 8 e 7 milioni di anni fa. Questa acquisizione
non sarebbe tuttavia incominciata con la trasformazione del
piede, come a volte si dice, ma con ladattamento del bacino,
come si deduce dallo studio dell Australopiteco arcaico.
Il bacino si fa più largo che alto, con sacro concavo
anteriormente, ileo svasato, pube corto. Esso può accogliere
i visceri e trasmettere il peso del tronco agli arti inferiori.
Naturalmente prendono un forte sviluppo anche alcuni muscoli,
quali i glutei che si inseriscono nellosso iliaco e i
muscoli della gamba Si assiste a un raccorciamento del periodo
di gestazione, che si attesta intorno alle 36-40 settimane (mentre
nelle Grandi Scimmie si calcola intorno alle 42).... 12
La Specie Umana, nella sua totalità, diventa quindi,
per necessità anatomo-funzionale derivata da pesi e pressioni
associate alla forza di gravità, una specie nata prematura,
deprivata anticipatamente del contatto placentare geneticamente
programmato. LUomo nasce dunque incompleto per Volontà
Gravitazionale, la vera Legge che lo separa dalla madre.
Desidero a questo punto operare una sintesi delle informazioni
fino a qui esposte:
- 1° Seguendo lintuizione freudiana, ho cercato di
dimostrare come lo sviluppo del Sistema Preconscio sia essenzialmente
riconducibile alliperinvestimento della vista, primo indispensabile
supporto e matrice che elabora le tracce sensoriali mnestiche
in immagini visive che possono venire riprodotte e in seguito
tradotte in parole, simboli, sogni, miti, e pensieri, seguendo
lo sviluppo degli infiniti concatenamenti degli spostamenti
intra-psichici.
- 2° Ho messo in evidenza come, filogeneticamente, la preponderanza
degli stimoli visivi sia concomitante, o per lo meno in intima
connessione, con lacquisizione della statura eretta che
comporta la necessità di adottare la deambulazione bipede.
- 3° In seguito ho connesso lelaborazione freudiana:
...La catena degli eventi, dopo esser passata attraverso
la svalutazione degli stimoli olfattivi, procedette di qui fino
ad attribuire preponderanza agli stimoli visivi, alla visibilità
dei genitali e, oltre, fino alla continuità delleccitamento
sessuale, alla fondazione della famiglia primitiva e in tal
modo fino alla soglia della civiltà umana... con
la struttura letteraria dellEdipo Re, evidenziando
come, sia in Sofocle che in Freud, gli organi piede/occhio e
le rispettive funzioni psicofisiologiche camminare/vedere siano
messe in stretta relazione con lesigenza ambivalente di
eliminare un fattore di perturbazione profonda, che può
essere individuata allesterno nel padre totemico o allinterno
come desiderio inconscio di sopprimere il sovraccarico energetico-pulsionale
causato dalle neofunzioni acquisite.
- 4° Ho infine correlato tutto il processo
con il fenomeno gravidico sopra menzionato, cioè
laccorciamento del tempo di gestazione derivato dalla
statura eretta. Tale evento verrebbe a inserirsi come elemento
di rinforzo e di aggravamento nella dinamica considerata, accrescendo
in misura esponenziale i vissuti di perdita, accentuando i fattori
di perturbazione esogena e amplificando le eco delle situazioni
catastrofiche ambientali che sicuramente agirono come elemento
scatenante nel processo di ominizzazione. 13
Ecco quindi esplicitarsi lipotesi che tento di dimostrare
nel mio lavoro:
Esiste una spinta originaria che è al contempo somatica
e psichica - ed è a questo livello che si ingenera la
necessità di inserire la definizione di N.Peluffo sopra
citata - che protende lUomo verso il continuo tentativo
di eliminare il fattore di mutazione traumatica che lo ha insieme
deprivato dei propri riferimenti filogenetici e disgiunto anticipatamente
dal contatto placentare, interrompendo il processo prima che
tale contatto giungesse al compimento del suo programma geneticamente
definito. Il desiderio di incesto, così pressante,
incoercibile e impossibile da attuarsi, che caratterizza la
specie umana sarebbe in questa ottica riconducibile all
esigenza di ritorno allutero per esaurire la propulsione
di una spinta di cui lEvoluzione ha abbreviato la traiettoria
ma non esaurito la forza, che prosegue per inerzia. Tale interruzione
comporta una irrisolvibile contrapposizione tra pulsione di
morte (ritorno allutero-inorganico-indifferenziato-vuoto)
e pulsione di vita (costruzione di entità psico-materiali,
psicobiologiche e psichiche differenziate e stabili).
Questa oscillazione fondamentale viene espulsa per proiezione
sullambiente esterno e si manifesta assumendo la forma
del conflitto originario, basato sul bisogno-desiderio di conservare
la complessità delle nuove funzioni acquisite durante
lEvoluzione e legate alla conservazione di sé e
della Specie, oppure recuperare listintualità perduta
annullando il processo di ominizzazione.
La conflittualità basale viene quindi ad assumere il
suo aspetto definitivo attuandosi nellesperienza realmente
agita delluccisione del padre totemico e del susseguente
senso di colpa inconscio che viene ad incidersi negli strati
primigeni dello psichismo in formazione (lEs filogenetico).
Da questo punto in poi, la scelta inconscia si potrà
indirizzare unicamente verso le due direzioni illustrate: o
progredire verso la colpa edipica (nevrosi da difesa) o regredire
verso leliminazione delle funzioni dellIo (nevrosi
narcisistiche).
In questo senso, il Complesso di Evirazione, così
come è stato descritto da S.Freud in Totem e
Tabùe in seguito ripreso in LUomo
Mosé e la religione monoteistica e nel Disagio
della civiltà costituisce al contempo una traccia
mnestica di un evento accaduto nella realtà preistorica,
ma agisce anche come un contenitore/schermo, un organizzatore
di tutti gli impulsi (inorganici, organici, biologici e
psichici) la cui attivazione diretta comporterebbe la disgregazione
del sistema somato-psichico.
E si può a questo punto concludere nel dire che la pressione
esercitata dallosguardo della coscienzacontinua
da millenni a conservare lequilibrio instabile del sistema,
opponendosi come barriera difensiva allaumento di entropia
indotto dalle remote mutazioni traumatiche e dalle recenti trasformazioni
evolutive.
© Pier Luigi Bolmida
Prima
parte
Seconda Parte
Note:
1
S. Freud: Resistenza e Rimozione, pp. 4455-457,
in: Introduzione alla Psicoanalisi, O.S.F., vol.VIII,
Boringhieri, Torino, 1977 (il corsivo è mio).
2 S.Freud, Qualità
Psichiche, p.489, in: Compendio di Psicoanalisi,,
O.S.F., vol.XI, Boringhieri, Torino, 1979 (il corsivo è
mio).
3 E. Anati: Gli
elementi fondamentali della cultura, Jaca Book, Milano,1983.
4 S. Freud: Supplemento
metapsicologico alla teoria del sogno in Metapsicologia,
p. 95, O.S.F.;vol.VIII, Boringhieri, Torino, 1976.
5 S.Freud, Il
disagio della civiltà, pp. 489-91, O.S.F., vol.X,
Boringhieri, Torino, 1978.
6 N. Peluffo: Micropsicoanalisi
dei processi di trasformazione, BookStore, Torino,
1976.
7 S. Freud: Pulsioni
e loro destini, , p.17, in: Metapsicologia,
O.S.F.vol.VIII, Boringhieri, Torino, 1976.
8 AA.VV. : Il
grande Dizionario dellla Lingua Italiana, Garzanti, Milano,
1988.
9 Q. Zangrilli: Edipo:
rappresentazione antropomorfica del conflitto vitale
in: Bollettino dell'Istituto Italiano di Micropsicoanalisi n°
22 , Stampatori, Torino, 1997.
10
Il ciclo estrale comprende tre fasi: 1) anestro: nessuna attività
sessuale, la femmina non è ricettiva e non attrae il
maschio, gli organi della riproduzione sono inattivi; 2) proestro:
gli organi della riproduzione diventano attivi; 3) estro (o
calore): avviene lovulazione e la femmina diventa sessualmente
attraente per il maschio Da: Dizionario Enciclopedico
dei termini scientifici della Oxford University
Press, Rizzoli, Milano, 1990
Al di là dellaspetto biologico, desidero sottolineare
come il periodo di anestro, il più lungo rispetto agli
altri due, implichi il ritiro della libido dalloggetto
esterno e quindi dalla realtà, a favore di un investimento
totale dellinteresse verso lIo. In questo senso,
il periodo anestrale corrisponderebbe a un periodo di totale
nevrosi narcisistica. Si confronti a tale proposito il lavoro
di N.Peluffo: Linteriorizzazione delle perturbazioni
catastrofiche
11
Ecco, riassunta schematicamente, levoluzione dellalbero
genealogico umano:
Australopiteco (quatttro milioni a un milione
di anni fa): aveva un cervello molto piccolo ma sapeva spostarsi
con andatura bipede; attività precipue: scorgere animali
predatori, cercare rifugio, trasportare cibo e bambini, afferrare
pietre e bastoni.
Homo Habilis (due miloni e mezzo di anni fa) : possiede
un cervello di 600/800 centimetri cubici, è il primo
antenato fossile che si possa definire Uomo;fabbrica rozzi strumenti
di pietra.
Homo Erectus (un milione e mezzo di anni fa): il suo
cervello è di 800/1250 centimetri cubici. È di
poche dimensioni inferiori al corpo attuale, mantiene la schiena
eretta e possiede la capacità di dominare il fuoco.
Homo Sapiens (Neanderthal: centomila anni fa): il suo
cervello è di 1500 centimetri cubici, seppellisce i compagni
morti, elabora forme di linguaggio. Scompare allimprovviso.
Homo Sapiens Sapiens: attuale: nasce il neolitico . Tratto
da:
Y.Coppens: Ominoidi, ominidi e uomini,
p.67, Jaca Book, Milano, 1988
12 F.Facchini: Il
cammino dellevoluzione umana,pp.67 sgg., Jaca Book,
Milano ,1994.
13
N. Peluffo: Linteriorizzazione delle perturbazione
catastrofiche, in: Bollettino dell'Istituto Italiano
di Micropsicoanalisi n° 3 , Stampatori, Torino,1986.