ARFN
Associazione per la ricerca e formazione nelle scienze neuropsicosociali
Presidente A. Torre
Atti del Congresso :ALLE ORIGINI DEL SOGNO
In collaborazione con:
SIFIP
Dipartimento di Salute Mentale di Frosinone
Istituto Italiano di Micropsicoanalisi
Scienza e Psicoanalisi
Università degli Studi di Cassino
LEPOCA DEI SOGNI
Realtà esistenziale e realtà del sogno nella società aborigena dellAustralia
Estratto della Relazione tenuta dall'Autore al Convegno "Alle Origine del Sogno" tenutosi a Frosinone nei giorni 10-11 marzo 2005
1 maggio 2005
Premessa
Secondo i libri di testo europei la storia dellAustralia inizia con lapprodo del capitano Cook e il primo contatto con gli europei, tra il 1770 e il 1780. Per gli aborigeni australiani è quasi la fine della loro storia, è la fine dellEpoca dei Sogni, è linizio dellultimo triste capitolo che ha stravolto la loro storia e la loro vita. La storia viene tramandata oralmente e sotto forma di raffigurazioni, pitture ed incisioni su roccia o su corteccia dalbero o su altri materiali, che perpetuano la narrazione di quello che gli aborigeni chiamano lEpoca dei Sogni, un periodo in cui luomo venne al mondo, come conseguenza di un risveglio della natura e dellazione di spiriti ancestrali.
La storia è ricordata nella tradizione, è cantata nelle canzoni, è parte dellapprendimento necessario per divenire un adulto. È il tema fondamentale delle iniziazioni perché lidentità della popolazione è nella sua storia ed ogni clan, per esistere, ha bisogno di conoscere la propria identità.
Dai ritrovamenti di cultura materiale e dalle datazioni con metodi quali la termoluminescenza o il carbonio 14, oggi si ritiene che vi siano in Australia testimonianze della presenza delluomo a partire da oltre 50.000 anni fa. Fino a 12.000 anni fa la topografia era diversa da quella di oggi, il livello del mare era da 120 a 130 metri più basso, la Nuova Guinea al nord e la Tasmania al sud erano collegate via terra allAustralia. Varie isole della Malesia e dellIndonesia erano legate al continente asiatico. Il passaggio dallAsia allAustralia era possibile attraversando piccoli stretti tra una terra e laltra, ma senza mai lembi di mare dove non si vedesse allorizzonte la terra da raggiungere.
Alla fine del Pleistocene avvenne un cambiamento climatico, connesso con il disgelo dei grandi ghiacciai artici del Quaternario; il livello marino si innalzò, separando terre che erano unite, trasformando zone collinose in arcipelaghi, rendendo più difficile il contatto tra le varie popolazioni.
Più tardi vi furono altri arrivi, via mare. Dei gruppi arrivarono da Timor, altri da isole più lontane dellIndonesia, altri da Papua e forse anche da altre zone. Sappiamo che i primi abitanti del Madagascar, di lingua malo-indonesiana, avevano attraversato migliaia di chilometri doceano. Le capacità di navigazione degli uomini delletà della Pietra erano considerevoli.
Il fenomeno dellespansione delluomo sul Pianeta trova in Australia delle testimonianze appassionanti. Si presume che i gruppi umani si muovessero in piccoli clan familiari, con donne, vecchi e bambini, come ancora oggi avviene con gli aborigeni.
Lunità primaria di sopravvivenza delle società di cacciatori-raccoglitori è il clan, non lindividuo della concezione europea, e neppure la tribù, che caratterizza le società che praticano la caccia grossa e a quelle dedite alla produzione di cibo, è il nucleo operativo e sociale ristretto, composto da tre generazioni di una famiglia. Piccoli gruppi si sono impavidamente avventurati in territori sconosciuti spingendosi fin dove era possibile, varcando anche il mare, magari con lausilio di un tronco dalbero o di qualche rudimentale zattera. Lesigenza di espandersi e di insediarsi in nuovi territori è una caratteristica che distingue luomo da altri primati.
I miti di origine
Gli aborigeni hanno dei miti di origine che riguardano larrivo dalle terre del nord. Le storie sulla Grande Migrazione sono probabilmente la somma di diverse migrazioni, la cumulazione di racconti analoghi, sintetizzati in uno, come spesso avviene nelle mitologie anche di altri popoli. La narrazione della migrazione è drammatica, talvolta si tratta di spiriti o giganti, che nacquero dalle acque del mare o che le attraversarono, mostri che crearono le isole e la terra, che plasmarono le valli e i fiumi. Varie storie vengono narrate sullorigine e sullarrivo del popolamento in Australia. Quasi tutte le tribù sembrano concordi nel dire che allinizio il primo spirito ancestrale si formò fuori dal continente australiano. Ma luomo, in quasi tutti i miti, nacque in Australia. Gli spiriti generarono luomo e gli animali, e dettero al territorio le sue forme.
LAustralia è lunico lembo di terra oggi sul Pianeta, nel quale i reperti archeologici e soprattutto le opere darte, permettono di ricostruire 50.000 anni di storia di popoli cacciatori-raccoglitori delletà della Pietra, e nel quale persistono ancora tradizioni orali che confortano tali ritrovamenti con testimonianze dirette dei loro contenuti concettuali. Larte tradizionale è espressione del mito che ha da sempre sorretto ed alimentato limmaginazione e le sue espressioni visuali.
Il contatto con la società europea ha snaturato la vita degli indigeni ed oggi la sopravvivenza nel contesto genuino è limitata a zone sempre più ristrette: nel giro di pochi anni, aborigeni che vivono come tali in base alle proprie tradizioni e ai propri metodi di sussistenza sono destinati a scomparire. Concluso per sempre un modo di vita, spente le tradizioni ad esso connesse, inesorabilmente cesserà anche l'arte da essi ispirata e la memoria dei miti che si sono tramandati per millenni.
Larte degli aborigeni
Questo processo è già in atto e larte aborigena creata oggi, anche la migliore, salvo qualche caso eccezionale, non è più quella di alcuni anni or sono. Le pitture rupestri e quelle genuine su corteccia dalbero, quelle create nellambiente tribale, con una completa nozione dei loro significati mitici e culturali, sono destinate a divenire rare, anche se le imitazioni, da parte degli aborigeni stessi divenuti di colpo cittadini del ventesimo secolo, stanno già formando un mercato non indifferente.
Lidea di esporre delle opere darte in una galleria e di metterle in vendita è una innovazione che stravolge il modo di pensare e di agire. Le opere darte nel mondo tradizionale sono espressioni riservate, intime e talvolta segrete. Alcune di esse possono essere viste solo da un ristretto numero di iniziati. Il loro significato non può essere spiegato ai non addetti.
Per la società aborigena tradizionale, lunico modo di disfarsi di una opera darte è bruciarla e ciò avviene quando lopera ha compiuto il suo ruolo o perde la propria funzione. Vendere unopera darte è peggio che vendere un figlio.
Le pitture degli aborigeni australiani sono oggi uno dei pochi esempi di arte di popoli cacciatori allo stato brado per i quali sia possibile avere una spiegazione del significato, da parte degli autori stessi o di coloro che ancora conservano le stesse tradizioni quando essi sono disposti a parlare. Per letnologo è una occasione unica di contatto diretto con la realtà culturale e artistica di popolazioni che vivono ancora in piena età della Pietra. Sono testimonianze eccezionali di una concezione del reale dove la realtà del sogno è parallela a quella della vita materiale quotidiana ed è altrettanto reale. Ambedue le realtà si completano e si motivano reciprocamente. E significativa, in tal senso, la spiegazione di una guida aborigena: gli spiriti della foresta fanno il vento che scuote gli alberi. Tutti vedono i risultati, ma gli spiriti sono schivi e preferiscono mostrarsi solo nel sogno e ad una persona per volta .
Larte visuale sinserisce in una vasta gamma di creazioni grafiche degli aborigeni. Oltre a pitture e incisioni rupestri eseguite su superfici di pietra, ed a pitture su corteccia dalbero, la cultura aborigena presenta una dovizia di decorazioni su ciotole di legno, boomerang, lance, lanciadardi, churinga (si legge ciuringa) ed altri strumenti di uso quotidiano, su panieri ed altri contenitori fatti con intrecci di vimini, decorazioni su tronchi d'albero che rimangono in situ, su cippi funerari ed altre espressioni dellarte plastica monumentale, disegni su sabbia, pitture e tatuaggi sul corpo umano. Ma larte degli aborigeni si estende anche ad altri aspetti quali la musica, la danza, la dizione, la creatività narrativa che sispira ad una mitologia esuberante che riflette lanima stessa di queste popolazioni. LEpoca dei Sogni e lepoca nella quale si vive, si completano. Non potrebbero esistere luna senza laltra.
La struttura concettuale
Nella vita intellettuale degli aborigeni, tutte queste sono parti indivisibili che formano un unico insieme, espressione di una costante ricerca di contatto con il soprannaturale, dellesigenza di stabilire legami con l'Epoca dei Sogni, con l'era primordiale nella quale trovano origine la vita e la morte, la simbiosi tra uomo e forze della natura, tra uomo e spiriti, tra uomo e mondo animale, tra uomo e ambiente, la struttura che determina le relazioni tra gli individui e tra i clan. Nella concezione aborigena vi è sempre un rapporto binario. Il giorno e la notte si completano, luomo e la donna si completano. La realtà, quotidiana e quella del sogno si completano, anzi, sono tuttuno.
Tale vita piena di emozioni intellettuali, di ragionamenti filosofici, di ricerca didentità, di ragioni e di spiegazioni per i fenomeni della natura, da limmagine delluomo delletà della Pietra di una levatura ben diversa da quella che potrebbero far pensare certe nozioni tradizionali. Sicuramente, limpegno intellettuale occupa assai più tempo ed energia che non quello per procurarsi il cibo. Il contatto con la natura, con lambiente e il territorio, è stato la fonte fondamentale della mitostoria, la matrice dellideologia e della concettualità. Ogni collina ed ogni pozza dacqua aveva ed ha tuttora qualche riferimento ad esseri ancestrali dellEpoca dei Sogni. Il territorio è pertanto cosparso di luoghi sacri, le cui forme sono testimonianze di disegni soprannaturali e delle strabilianti avventure degli spiriti ancestrali che furono i colonizzatori del territorio, ma anche coloro che lo inventarono e gli diedero le forme fisiche e i contenuti concettuali.
Laborigeno nel contesto della società tradizionale sidentifica con il proprio territorio ed è perso quando non ha, negli spazi del suo habitat, quei punti di riferimento essenziali che sono i luoghi ancestrali ai quali si riferiscono i propri miti. Essi sono il suo bagaglio culturale e la sua identità. Il territorio è la culla dove il neonato nasce, il giovane cresce e diventa adulto, il vecchio si propone di fare riposare le proprie ossa nelle grotte sepolcrali, nei luoghi dove riposano quelle degli antenati.
Nellarte aborigena, molti segni che appaiono astratti al visitatore ignaro, sono indicazioni geografiche e topografiche. Si riferiscono a colline, valli e fiumi. La loro lettura trasmette dei miti e delle realtà dello spirito che i siti stessi significano. Per cui segni apparentemente geometrici e decorativi, grazie alla loro forma, sono precisi riferimenti a siti che evocano eventi connessi con la storia o la mitostoria del clan. Questi stessi segni, indicando un luogo, indicano anche lidentità del clan di appartenenza che è legato al sito, rivelano i segni totemici, spiegano i tipi di legame che esistono tra il territorio e i vari clan che lo frequentano.
Nella mitologia legata al territorio gli aborigeni si riferiscono costantemente a cambiamenti intervenuti. Il paesaggio che agli europei appare statico, immobile, immutabile, per gli aborigeni ha acquisito le sue forme attuali a seguito dei mutamenti provocati dagli spiriti di tempi remoti. LEpoca dei Sogni è vissuta quotidianamente, sia per il contesto ambientale dove ogni forma ha un preciso riferimento, sia con il costante dialogo che avviene nel sogno con gli spiriti ancestrali e le altre entità del mito che continuano ad essere presenti nel loro pensiero.
Vi sono, nel quadro cognitivo dei contatti quotidiani, con gli esserI dellEpoca dei Sogni. Essi sono parte del presente. Gli spiriti Mimi sono folletti a cui piace fare degli scherzi ed ai quali vengono attribuite le responsabilità per molti imprevisti. Con gli spiriti degli animali si deve trattare con rispetto e secondo particolari formalità, prima di ogni caccia. Alcuni sono spiriti totemici e sono considerati antenati.
Con essi va concordato lanimale da cacciare. Vi sono poi spiriti maciste che appaiono in sogno, soprattutto alle donne, e che le posseggono nel sonno. Ad esse è sovente attribuita la responsabilità per gravidanze non giustificate. Vi sono altri spiriti che scelgono anchessi di manifestarsi nel sogno, che possono essere spiriti buoni o spiriti cattivi e che danno al soggetto suggerimenti e perfino ordini su come comportarsi in determinati frangenti.
La mitologia aborigena si riferisce talvolta anche a mostri, animali giganti e terribili che appaiono come esaltazione della fauna gigante, i cui resti ossei sono stati riportati alla luce e le cui figurazioni sono registrate nellarte rupestre. Questa fauna si è estinta più di 10.000 anni fa. Larte rupestre ne ha fissato la memoria. La tradizione orale ha cercato un senso e una logica nei mutamenti della fauna, del clima e dellambiente. Talvolta sembra che la memoria riporti millenni addietro.
I miti aborigeni parlano anche di migrazione primordiale degli spiriti ancestrali e di traversate via mare. Queste narrazioni possono avere riferimenti ad una memoria ancora pi ùantica. I primi aborigeni giunsero in Australia oltre 50.000 anni fa.
In tali traversate, gli spiriti crearono isole e terre e poi, sulle terre da loro create, dettero particolari forme alle rocce, modellarono valli e fiumi, e poi si riposarono nelle grotticelle lasciandovi le immagini, a testimonianza della propria presenza, nelle sembianze di arte rupestre e nelle sagome delle forme naturali ritenute da essi plasmate sulle rocce. E da allora, dai tempi delle genesi, queste grotte e questi luoghi sono sacri ed ancora emanano le energie che gli spiriti ancestrali hanno loro conferito. Ogni loro forma ha un significato.
La concezione del tempo e dello spazio
La concezione geografica degli aborigeni è definita da miti-memorie e da una relazione esistenziale con il territorio al quale essi appartengono. Prima del loro recente indottrinamento occidentale, gli aborigeni raramente vantavano la proprietà sul territorio; ribadivano piuttosto la loro appartenenza al territorio. Il territorio determina lidentità del clan e sovente clan e territorio hanno lo stesso nome. Ambedue sono legati al ruolo metafisico dei luoghi sacri, testimonianze indelebili degli spiriti ancestrali, che tuttora vi dimorano, per cui mitostoria, territorio e clan formano ununità indivisibile.
Il territorio èil punto darrivo dalla migrazione primordiale, dove si è insediato il gruppo. E il punto darrivo reale ed anche mitico, la terra promessa, ricevuta dagli spiriti ancestrali per cui inalienabile. E la testimonianza tangibile dellanima del clan e della sua relazione con i mitici personaggi dellEpoca deiSogni che gli hanno assegnato il territorio. Dubitare della loro esistenza non è pensabile perché ciò negherebbe lesistenza stessa del territorio da loro creato. Il creato non esisterebbe senza creatore. Tali relazioni ricorrenti tra causa ed effetto nel sistema cognitivo sono di enorme importanza in quanto sono formule elementari del ragionamento religioso.
Laborigeno che vive nel suo habitat naturale si muove nel territorio portandosi appresso tutti i suoi possedimenti materiali, che sono estremamente limitati. Non ha labitudine di vestirsi o di costruirsi una capanna. Dorme per terra e si riscalda con il fuoco. In tale contesto si perpetua la visione cosmologica dellaborigeno. Confrontando ilricco patrimonio delle tradizioni e delle memorie con la semplicità della cultura materiale, possiamo dedurre che lo sviluppo tecnologico non influenza il livello di spiritualità? La mente delluomo, nel Paleolitico, funzionava con logiche di associazioni, sequenze di causa ed effetto, strutture cognitive, talvolta simili, talvolta diverse dalle nostre, occidentali del III millennio. Capirne i meccanismi può servire a capire le basi primarie della nostra psiche, ma anche il processo fondamentale di quel nostro apparato cognitivo che chiamiamo logica, con i suoi pregi e i suoi difetti.
Nella cultura aborigena vi èun legame inseparabile tra territorio, trascendenza, religione, legge e società. Tutto fa parte di un medesimo pacchetto.
LEpoca dei Sogni, nella quale gli spiriti ancestrali hanno formato il territorio, è il tempo mitico della creazione, ma anche il tempo attuale che non è mai passato e mai passerà. LEpoca dei Sogni è sempre presente. Gli spiriti ancestrali possono essere a riposo ma vigilano, si muovono nel territorio: lo testimoniano le forme stesse del paesaggio che costantemente rivelano la loro presenza. Come vi sarebbero altrimenti il giorno e la notte? Come vi sarebbero il vento e la tempesta, come vi sarebbero le alluvioni e gli incendi della foresta?
Il territorio ècosparso di grotticelle funerarie. Si perpetua un clima di fiducia reciproca tra uomini e spiriti. Gli spiriti dei defunti non sono cattivi se non vengono disturbati. Tuttavia è pericoloso lanciare sassi in un luogo del genere perché, se per disgrazia si dovesse colpire uno degli spiriti, la sua reazione potrebbe essere imprevedibile, come del resto è già accaduto . un visitatore che ha lanciato un sasso in un luogo del genere, tornando alla propria automobile lha trovata bruciata .
Gli aborigeni non hanno gli stessi tempi chiaramente scanditi degli europei. La nostra concezione del tempo non èlunica possibile. Il passato è sempre presente e il presente è costante fin dalle origini della creazione. Il futuro non esiste. E semplicemente un prolungamento del presente.
Le storie degli eventi dellEpoca dei Sogni raccontano come gli spiriti ancestrali abbiano creato le valli, le montagne, ogni forma dellambiente, e come abbiano messo al mondo gli uomini e gli animali affinché popolassero il territorio, e come abbiano assegnato ad ognuno di loro il proprio territorio. Essi hanno anche insegnato alle loro progenie le leggi delleterno presente, che regolano le relazioni tra luomo e il territorio e quelle che regolano le relazioni tra uomini ed animali e tra uomini e uomini. Le leggi non furono create dagli uomini, furono create dagli spiriti e non potranno mai essere cambiate. Sono quelle che sono, da sempre e per sempre.
Le relazioni regolate dalle leggi non sono solo rispettate, sono anche commemorate ed esaltate con cerimonie, canti e danze, riunioni nelle quali le regole vengono declamate. La dottrina èaccompagnata da riti e da cerimonie.
Gli spiriti ancestrali, presenti nel territorio, hanno pensato a tutto, nullaltro occorre sapere oltre le loro leggi. Esse regolano le identità totemiche, le occasioni sociali, i matrimoni, i movimenti dei clan e la relazione tra gli uomini e il territorio. Essi decidono le nascite e i decessi.
Losservazione formulata da un aborigeno che spiega agli europei le sue credenze, ci dice che per gli europei luomo è eletto dal loro dio a dominare tutto il resto, gli animali, le piante, il territorio. Gli spiriti ancestrali invece hanno insegnato agli aborigeni che gli uomini sono parte di una natura nella quale interagiscono animali, piante, nuvole e fiumi, protetti e custoditi dal territorio e vigilati in alternanza, dalla luna e dal sole. Lesigenza degli europei di creare dovunque gerarchie per le quali gli uomini sono superiori agli animali, ed il popolo di appartenenza è stato prescelto o eletto per cui è superiore agli altri popoli e il re è superiore ai sudditi, riflette concetti che sono incomprensibili agli aborigeni. Lunica gerarchia esistente per loro è quella delle generazioni.
Conclusioni
Per laborigeno lidea che si possa vendere o comprare un pezzo di terra è assolutamente aberrante o almeno lo è stato. Il gestore del terreno che solitamente è un clan, espresso dal capofamiglia, non è il padrone ma il custode della terra, è il detentore e il relatore delle nozioni rivelate dalle forme, è colui che riesce a comunicare con gli spiriti ancestrali che risiedono nel territorio ed è il custode dei luoghi sacri e segreti. Il territorio, nella concezione aborigena, non è vendibile e non è modificabile dalla mano delluomo.
Tale filosofia del territorio, èmessa oggi in crisi dai compromessi, per cui capita di barattare un pezzo dideologia con un conto in banca. E le leggi millenarie potrebbero trasformarsi in nostalgico ricordo. La concettualità che lega luomo al territorio è stata parte dellessenza stessa della società aborigena, da quando gli spiriti ancestrali crearono il territorio e vi ospitarono gli uomini. Larte aborigena, in particolare larte rupestre, è la testimonianza del legame millenario tra le popolazioni aborigene e il loro territorio che le recenti vicende stanno sconvolgendo. Rinunciare alle tradizioni significa rinunciare allidentità e ci si chiede se possano esservi dei compromessi.
Il mondo degli aborigeni sta morendo e gli aborigeni stessi, pur esigendo i privilegi del loro rango e la gestione del loro territorio, stanno dimenticando le eterne leggi ancestrali, per integrarsi nel mondo delle leggi e delle regole estemporanee, dove esistono cibi in scatola, antibiotici, automobili e supermercati, ma dove vi sono anche alcool, prostituzione e miseria e dove i sogni e gli incubi prendono nuove pieghe.
LEpoca dei Sogni è forse al crepuscolo. Lequilibrio che per millenni ha stabilito la logica e larmonia tra le due realtà, le realtà del sogno e la realtà della sopravvivenza materiale, rischia di essere infranto dallintrusione della terza realtà, portata dal mondo occidentale. Sia il sogno, sia la realtà esistenziale sono stravolte, perché nuove regole si scontrano. Una diversa logica mette fine al millenario scenario concettuale, impone drastici cambiamenti nel tradizionale processo cognitivo, disorienta e mette in crisi lo spirito collettivo di una popolazione.
Il Centro Camuno di Studi Preistorici è il più autorevole istituto di ricerca italiano, e probabilmente internazionale, di paletnologia. Il sito è una monumentale opera di documentazione delle più avanzate ricerche in campo paletnologico.
In questa Rubrica vengono pubblicati articoli di Autori appartenenti a scuole teoriche diverse. Il Comitato scientifico di "Scienza e Psicoanalisi" si occupa unicamente di verificare l'attendibilità delle fonti.